Filippo Bonvino
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Politica

«Rifiuti, il cambiamento parte da noi»

Il monito del consigliere comunale Bonvino: «La società civile siamo noi»

«Approfitto dello spazio concesso da GiovinazzoViva.it per chiarire alcuni concetti posti in essere da PrimaVera Alternativa nel Consiglio comunale del 30 luglio scorso. Gli autori della missiva discussa in Consiglio erano preoccupati sul non raggiungimento degli standard prefissati in tema di rifiuti (con conseguente aggravio dei costi per i cittadini virtuosi). Una preoccupazione che si basa, secondo il mio parere, su poca concretezza».

È quanto afferma, in una nota pervenuta in redazione, il consigliere comunale Filippo Bonvino sulla «mancanza di un Centro comunale di raccolta ubicato fuori città, dove tutti i cittadini avrebbero potuto conferire i rifiuti ingombranti e pericolosi. Trattasi di cassoni con le varie indicazioni sul tipo di masserizie da scaricare e che darebbero un diritto di sconto sulle bollette a venire».

«Purtroppo, però - spiega Bonvino -, da quando è stata inoltrata la richiesta in Regione Puglia e gli ulteriori solleciti circa i previsti finanziamenti che avremmo perso (cosa non vera se gli stessi ritardano in tutte le città), nulla è cambiato (ma in questo paese funziona sempre così). In ogni modo abbiamo chiarito anche la falsità di alcune illazioni fatte da un'altra parte politica che dovrebbe solo nascondersi politicamente, vista la sciagurata gestione dei rifiuti in Puglia per 10 anni, aspetto che non riguarda ovviamente PrimaVera Alternativa».

Poi il consigliere racconta qualcosa sul suo operato: «È da oltre 4 anni che controllo l'operato, i metodi, i comportamenti sia della vecchia azienda che dei nostri educati concittadini e voglio ricordare che, con tutte le pecche della passata gestione, il servizio del ritiro degli ingombranti funzionava perfettamente (al massimo due giorni e passavano a ritirare gratuitamente quanto si lasciava fuori la porta). Inoltre in via Bari, ad appena 500 metri fuori dal centro abitato, chiunque poteva portare mobili, elettrodomestici e quant'altro era da conferire presso il loro deposito. Invece - prosegue - a cosa abbiamo assistito in questi anni? Ad un continuo ritrovamento di tutti i generi di arredamento e non, vicino ai cassonetti o nelle vie di campagna, non certamente dovuto ad un disservizio o alla mancanza di centri di raccolta».

Vi sarebbe dunque un deficit di civiltà, come la nostra redazione sostiene da tempo, così come ce n'è uno nei controlli.

Quanto alla raccolta porta a porta, il consigliere di maggioranza asserisce che «c'è chi dice che sarà una rivoluzione (parole dette dal portavoce del movimento). Io, invece, la penso esattamente al contrario e mi sconfortano i dati nazionali sulle percentuali e sui comportamenti che spesso segnalo e che indicano una città ancorata al 12%, forse la città più incivile d'Italia. Se consideriamo poi che ci sono cittadini virtuosi per davvero, la percentuale si abbassa ancora di più.

Io credo che la soluzione ottimale - prosegue - sarebbe stata quella delle isole ecologiche a controllo digitale che di certo avrebbero "preteso" un investimento maggiore, ma che nel corso del tempo avrebbe permesso, oltre ad un veloce ammortamento degli stessi costi, anche di ottenere un risultato decisamente più alto in termini percentuali.

L'unico problema - sottolinea ancora Bonvino - sarebbe stato quello occupazionale, tenuto conto che questo sistema, ad esempio, per una città di 10mila abitanti, prevede al massimo 3 unità: ecco la vera rivoluzione!»

«Nel 2013, e le carte lo dimostrano, abbiamo presentato (Ufficio Tecnico) un piano per partire con la differenziata. Un piano, però, bocciatoci dal Governo Regionale e dal neo pensionato Nichi Vendola per la costituzione di questo ARO che avrebbe dovuto superare 100mila abitanti. Un ARO in cui sono state accorpate città con caratteristiche diverse, esigenze diverse. Insomma un altro carrozzone con le città più grandi a farla da padrone.

Il centro comunale di raccolta, inoltre, dovrebbe essere costantemente sorvegliato H24, con l'impiego di 4 unità al misero costo, contributi compresi, di quasi 100mila euro annui. Ed è per queste ragioni che credo sarebbe stato meglio investire la metà di quei soldi per un servizio di ritiro immediato o quasi di chi ne faccia richiesta (anche se è già attivo un numero verde), poiché non credo che i cittadini non perderanno il vizio. Ma non è solo un problema, mi ripeto, di questa città».

Poi Bonvino torna sulle considerazioni espresse dal gruppo del presidente Girolamo Capurso: «Collegandomi all'aumento del servizio citato dall'associazione PrimaVera Alternativa, oltre a questo costo (in totale quasi 800mila euro), volevo far presente che ad oggi è stato acquistato un compattatore, un camion per ingombranti, una spazzatrice, un camion idrojet, 9000 kit che verranno distribuiti alle famiglie e circa 950 kit che verranno distribuiti alle altrettanto partite IVA.Se qualcuno prendesse la calcolatrice siamo già all'aumento previsto. La vecchia azienda, di cui personalmente sono stato una spina nel fianco - precisa ancora -, aveva mezzi fatiscenti ed al limite del collasso, mangiavano più olio che carburante e perdevano olio e percolato dappertutto. Insomma da rottamare!»

«E allora - continua - piuttosto che "osservare" o criticare, e tenuto conto che mi sto studiando questo appalto che non condivido, ma a cui devo adeguarmi, si dovrebbe farlo rispettare e nel contempo educare anche i tanti che giustamente, dopo aver voluto la chiusura della discarica, oggi fanno i finti perbenisti quando tutti sapevamo che i costi sarebbero saliti per gli sconsiderati aumenti per conferimenti e smaltimento.
Io sono un assertore convinto e meticoloso della difesa dell'ambiente - evidenzia l'esponente di maggioranza -, ma se vogliamo far politica su un tema così scottante, allora credo che dovremmo metterci tutti di fronte ad uno specchio. Io, infatti, ho verificato e verifico tuttora delle discrasie nei comportamenti di chi predica bene e razzola male, anzi malissimo».

«Basta poco - è la conclusione - per convincerci tutti (osserviamo i bidoni sotto casa la mattina o i continui iReport proprio di questo giornale telematico) che adesso abbiamo una responsabilità inaudita e che tutto dipende dai nostri comportamenti perché se dovessimo conferire più peso nelle discariche dei privati dove qualcuno ci ha condannati a scaricare cambierà poco o nulla».

Solo quello che non è accettato dalla società non si può fare e la società civile siamo noi; noi soli abbiamo potere di decidere come sarà il nostro futuro e quello dei nostri figli. Quindi pensiamoci durante ogni momento della giornata, anche quando stiamo per gettare un fazzoletto a terra.

La nostra battaglia redazionale di civiltà proseguirà ancora con i nostri report, pronti a segnalare angoli di degrado urbano e rurale.
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