
Politica
Dimissioni Giangregorio e tritacarne social. La posizione di Noi per Giovinazzo
Chiamata in causa la nostra testata che risponderà a tutte le forze politiche coinvolte
Giovinazzo - venerdì 19 dicembre 2025
Il gruppo Noi per Giovinazzo, che fa riferimento a Salvatore Stallone ed al presidente del Consiglio comunale, Francesco Cervone, tramite i canali social, nella giornata di domenica 14 dicembre, aveva pubblicato il post che riprendiamo integralmente. In questo scritto il gruppo ormai di opposizione intendeva rispondere alle accuse di manipolazione politica del consigliere Nicola Giangregorio giunte dal sindaco durante l'ultimo Consiglio comunale.
Questo il comunicato apparso su Facebook sulla pagina ufficiale del gruppo che chiama in causa la nostra testata per amor di verità ed a cui daremo seguito nelle prossime ore.
«Il 1° dicembre veniamo convocati a una riunione con altri gruppi d'opposizione.
Un incontro come tanti, pensavamo.
In quell'occasione, inaspettatamente, troviamo seduto al tavolo il Consigliere Giangregorio il quale era lì per comunicare ai presenti una scelta difficile, sofferta: il passaggio all'opposizione. Non proclami, non manovre oscure. Solo una decisione politica, legittima, personale.
Ci chiede una cosa semplice. Umana. Dare una mano a sistemare la bozza di un comunicato, correggerla, renderla un PDF. Niente di più. Quel comunicato viene rivisto e rimandato a lui.
Il giorno successivo, il 2 dicembre, Giangregorio compie l'atto più formale e più chiaro che ci possa essere: PROTOCOLLA UFFICIALMENTE IL SUO PASSAGGIO ALL'OPPOSIZIONE.
Prima i fatti. Prima gli atti. Prima la responsabilità istituzionale.
A quel punto, legge il comunicato e lo approva. E di sua esclusiva iniziativa, senza pressioni, senza suggerimenti, senza intermediari, lo inoltra alla testata giornalistica GiovinazzoViva.
A GiovinazzoViva, chiamata in causa anche in consiglio comunale, chiediamo perché non comunica alla Città chi ha inoltrato il comunicato stampa alla redazione?
Qui finiscono i fatti. Tutto il resto è fango. Nessun comunicato falso. Nessun complotto.
Nessun piano malefico studiato a tavolino. Un tritacarne.
Un ragazzo dato in pasto alla folla. Esposto, isolato, colpito nel modo più crudele possibile. Come se fosse il colpevole di qualcosa che non esiste. E per cosa? Per una poltrona. Per un'altra poltrona. Per la presidenza del Consiglio, quella di Cervone. E allora la domanda resta lì, sospesa, dolorosa: ne valeva davvero la pena?».
Noi per Giovinazzo
Questo il comunicato apparso su Facebook sulla pagina ufficiale del gruppo che chiama in causa la nostra testata per amor di verità ed a cui daremo seguito nelle prossime ore.
«Il 1° dicembre veniamo convocati a una riunione con altri gruppi d'opposizione.
Un incontro come tanti, pensavamo.
In quell'occasione, inaspettatamente, troviamo seduto al tavolo il Consigliere Giangregorio il quale era lì per comunicare ai presenti una scelta difficile, sofferta: il passaggio all'opposizione. Non proclami, non manovre oscure. Solo una decisione politica, legittima, personale.
Ci chiede una cosa semplice. Umana. Dare una mano a sistemare la bozza di un comunicato, correggerla, renderla un PDF. Niente di più. Quel comunicato viene rivisto e rimandato a lui.
Il giorno successivo, il 2 dicembre, Giangregorio compie l'atto più formale e più chiaro che ci possa essere: PROTOCOLLA UFFICIALMENTE IL SUO PASSAGGIO ALL'OPPOSIZIONE.
Prima i fatti. Prima gli atti. Prima la responsabilità istituzionale.
A quel punto, legge il comunicato e lo approva. E di sua esclusiva iniziativa, senza pressioni, senza suggerimenti, senza intermediari, lo inoltra alla testata giornalistica GiovinazzoViva.
A GiovinazzoViva, chiamata in causa anche in consiglio comunale, chiediamo perché non comunica alla Città chi ha inoltrato il comunicato stampa alla redazione?
Qui finiscono i fatti. Tutto il resto è fango. Nessun comunicato falso. Nessun complotto.
Nessun piano malefico studiato a tavolino. Un tritacarne.
Un ragazzo dato in pasto alla folla. Esposto, isolato, colpito nel modo più crudele possibile. Come se fosse il colpevole di qualcosa che non esiste. E per cosa? Per una poltrona. Per un'altra poltrona. Per la presidenza del Consiglio, quella di Cervone. E allora la domanda resta lì, sospesa, dolorosa: ne valeva davvero la pena?».
Noi per Giovinazzo

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