
Autografi dai calciatori del Bari nonostante la sconfitta. Il bimbo di Giovinazzo commuove gli sportivi
Nonostante la sconfitta a Reggio Emilia e l'ennesima brutta figura, c'è chi ancora fa sperare in un futuro roseo del calcio nella nostra città metropolitana
Giovinazzo - martedì 21 ottobre 2025
8.24
Il video è diventato virale. Un bimbo chiede gli autografi ai calciatori del Bari sull'aereo che da Bologna sta riportando la squadra in Puglia dopo la sconfitta per 3-1 patita a Reggio Emilia. Un gesto comunissimo solo apparentemente, perché quel bimbo lo sta facendo in un momento storico pessimo per i colori biancorossi, dimostrando amore per quella maglia, ciò che probabilmente qualcuno dei suoi idoli non mostra in campo. Un fatto "normale" che invece diventa "speciale" e quindi virale per il frangente in cui accade, col subbuglio in società, le critiche e le polemiche degli adulti, e reso pubblico grazie alle immagini girate da Davide Abrescia per Contropiede-Puglia & Basilicata. Ma grazie a Dio per lui è tutto una meravigliosa festa. Comunque sia andata.
Quel bimbo si chiama Stefano Carlucci, ha 9 anni ed è giovinazzese. Frequenta la scuola primaria "San Giovanni Bosco" e con il suo gesto semplice è involontariamente assurto agli onori delle cronache sportive regionali. Il papà Antonio è abbonato storico del Bari ed è presente da anni alle gare interne al San Nicola e quando può e non ci sono pericoli eccessivi, va anche in trasferta portandosi dietro il suo adorato pargolo.
Un bimbo che ama il calcio, Stefano, a trecentosessanta gradi e che non si limita a guardarlo ma lo pratica da terzino in erba nella Bruno Soccer School, realtà locale che fa dell'educazione allo sport uno dei principi basilari della sua attività ed è affiliata all'Academy del sodalizio biancorosso. Padre e figlio non vedono altro che biancorosso, mentre lo zio Giuseppe è salito in Emilia per tifare la Reggiana (anche di lui, nostro malgrado, abbiamo scritto in passato). Stefano è la risposta al calcio moderno, a quei genitori che pensano che le "strisciate" del nord siano più attrattive, ma dimenticano che non fanno parte del patrimonio culturale e quasi genetico della nostra gente.
Lui è l'esempio di un bambino educato all'amore per la propria terra anche attraverso lo sport. E quel gesto semplice, chiesto a gente in quel momento distratta, è l'emblema di ciò che i tifosi del Bari possono essere. Con i risultati scadenti degli ultimi 20 anni un grosso patrimonio umano si sta perdendo, ma basterebbe poco per riaccendere la miccia dell'entusiasmo sconfinato che solo talune piazze sanno mostrare.
A Stefano, in home al San Nicola prima di sfilare con la sua squadra, auguriamo intanto di mantenere a lungo il suo bellissimo sorriso spensierato, di vivere lo sport ed il calcio come gioco e passione, esattamente come vorrebbero papà e mamma. A lui ed a tutti i bimbi che amano "la" Bari auguriamo di poter vedere finalmente il sole spuntare nuovamente all'orizzonte. E mal che vada, chi si abitua a perdere cresce sano ed in fretta ed accetta gli eventi (della vita prima ancora che dello sport) per quelli che sono, senza drammi e con l'ostinazione di chi sa che non pioverà per sempre.
Sotto il nostro scritto il video completo pubblicato da Contropiede-Puglia&Basilicata.
Quel bimbo si chiama Stefano Carlucci, ha 9 anni ed è giovinazzese. Frequenta la scuola primaria "San Giovanni Bosco" e con il suo gesto semplice è involontariamente assurto agli onori delle cronache sportive regionali. Il papà Antonio è abbonato storico del Bari ed è presente da anni alle gare interne al San Nicola e quando può e non ci sono pericoli eccessivi, va anche in trasferta portandosi dietro il suo adorato pargolo.
Un bimbo che ama il calcio, Stefano, a trecentosessanta gradi e che non si limita a guardarlo ma lo pratica da terzino in erba nella Bruno Soccer School, realtà locale che fa dell'educazione allo sport uno dei principi basilari della sua attività ed è affiliata all'Academy del sodalizio biancorosso. Padre e figlio non vedono altro che biancorosso, mentre lo zio Giuseppe è salito in Emilia per tifare la Reggiana (anche di lui, nostro malgrado, abbiamo scritto in passato). Stefano è la risposta al calcio moderno, a quei genitori che pensano che le "strisciate" del nord siano più attrattive, ma dimenticano che non fanno parte del patrimonio culturale e quasi genetico della nostra gente.
Lui è l'esempio di un bambino educato all'amore per la propria terra anche attraverso lo sport. E quel gesto semplice, chiesto a gente in quel momento distratta, è l'emblema di ciò che i tifosi del Bari possono essere. Con i risultati scadenti degli ultimi 20 anni un grosso patrimonio umano si sta perdendo, ma basterebbe poco per riaccendere la miccia dell'entusiasmo sconfinato che solo talune piazze sanno mostrare.
A Stefano, in home al San Nicola prima di sfilare con la sua squadra, auguriamo intanto di mantenere a lungo il suo bellissimo sorriso spensierato, di vivere lo sport ed il calcio come gioco e passione, esattamente come vorrebbero papà e mamma. A lui ed a tutti i bimbi che amano "la" Bari auguriamo di poter vedere finalmente il sole spuntare nuovamente all'orizzonte. E mal che vada, chi si abitua a perdere cresce sano ed in fretta ed accetta gli eventi (della vita prima ancora che dello sport) per quelli che sono, senza drammi e con l'ostinazione di chi sa che non pioverà per sempre.
Sotto il nostro scritto il video completo pubblicato da Contropiede-Puglia&Basilicata.