Antonella Ruggiero è Griselda
Antonella Ruggiero è Griselda
Eventi e cultura

Quella "Griselda" sempre attuale

Ieri lo spettacolo di Antonella Ruggiero, tratto dal Decamerone di Boccaccio, ha invitato i ragazzi delle scuole a riflettere sul tema della violenza sulle donne

Uno spettacolo teatrale deve lasciare allo spettatore una sensazione di arricchimento interiore e culturale. Deve essere in qualche misura "educativo".

Ed è ciò che sa trasmettere egregiamente "Griselda", il monologo tratto dalla novella n.100 di Giovanni Boccaccio di un'ora circa, portato in scena ieri mattina, 26 novembre, all'Auditorium "don Tonino Bello", dalla bravissima Antonella Ruggiero. Lo spettacolo, patrocinato dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune, guidato da Antonella Colaluce, era riservato agli alunni delle scuole secondarie superiori di Giovinazzo ed è stato l'evento conclusivo delle celebrazioni per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

È la storia, conosciuta sin dal Medioevo e poi "reinterpretata" anche da Francesco Petrarca prima e da autori settecenteschi poi, di Griselda e Gualtieri, lei popolana figlia di un guardiano delle pecore e lui Marchese di Saluzzo, in Piemonte.

Antonella Ruggiero ha la capacità di renderla fruibile, incarna tutti i personaggi e lo fa su una scena volutamente spartana. È lei il centro di una narrazione coinvolgente, che racconta dei soprusi dell'uomo e della devozione della donna. Non è mai banale ed è maestra del ritmo, un ritmo che ha tenuto incollato il giovane pubblico della Parrocchia Immacolata alle sedie. Si guarda bene, Antonella Ruggiero, dall'esprimere un giudizio in scena. Lascia che sia lo spettatore a costruirsi un'idea. Ed è una formula vincente.

Griselda è oggi emblema di riscatto? O piuttosto è modello da non seguire per le donne che tentano quotidianamente di far valere i propri diritti? Di certo c'è che Griselda è attuale, calabile nel nostro tempo, da conoscere, da leggere.

Di questo ha parlato l'attrice nativa di Castellana Grotte con gli studenti al termine dello spettacolo, aprendo un filo diretto con loro, lasciandoli liberi di interpretarlo, di trarre riflessioni da un monologo che ha il pregio indiscutibile di rendere bene il testo di Boccaccio, senza discostarsene troppo, eppure di essere spunto per le vicende (spesso tragiche) dell'oggi.

La donna è forse ancora prigioniera di alcune paure, incapace di liberarsi dai lacci di una cultura, specie nel Mezzogiorno, che la vuole sottomessa all'uomo. Per fortuna le cose stanno cambiando, anche grazie alla scuola che forgia nuove generazioni più consapevoli della assoluta necessità del rispetto tra sessi non uguali, come troppo a lungo è stato detto e scritto dai movimenti femministi, ma magnificamente complementari.

Il lavoro dell'Assessorato alle Pari Opportunità e della Consulta Femminile di Giovinazzo ci è parso di ottimo livello e lo spettacolo di Antonella Ruggiero ne è stata una chiusura eccellente, in grado di mettere in connessione rete scolastica, teatro ed istituzioni.

LA «MATTA BESTIALITÀ» DI GUALTIERI CHE RITORNA NELLE CRONACHE
Gualtieri non è mai, tranne nel finale, il marito di Griselda. Ne è di fatto il padrone, il signore assoluto del suo destino. Un destino a cui lo stesso Boccaccio suggerisce nel finale di ribellarsi. Gualtieri è maschio medievale, ma i suoi epigoni sono ancora tra noi, nelle cronache quotidiane. Ce ne sono tanti, di maschi, che credono di poter imporre volontà alle donne, che pensano ad una forma di controllo che è quanto di più lontano dall'amore si possa immaginare.
Gualtieri, purtroppo, è tra noi. Vive e si reincarna in tutti i maschi che non si rassegnano ad un "no", che stuprano, aggrediscono, violentano quotidianamente la psiche di una compagna.
Il punto però è che la retorica, dapprima quella maschilista, poi quella femminista, hanno per decenni ritardato un vero processo di presa di coscienza della nostra società sul tema della violenza sulle donne. Due estremi che non hanno mai capito che solo il dialogo, la comprensione delle reciproche esigenze può portare ad una soluzione, alla condivisione di obiettivi, alla salvaguardia concreta di ciò che anche l'ONU ha definito "diritti umani", giustamente accomunandoli ad altri.
Abbiamo bisogno di uomini (non di maschi) e di donne (non di femmine) che si tengano per mano, che imparino l'arte difficile dell'ascolto, che rispondano alle esigenze del "noi" prima che dell'"io".
La bravura di Antonella Ruggiero sta in questo voler mettere "in connessione" i due mondi, nel farlo con grazia ed in punta di piedi, nell'essere capace di un dialogo col pubblico, a volte giovanissimo pubblico, senza mai essere dispensatrice di verità assolute.
Ripartiamo tutti da qui, dalla volontà di continuare a parlarci, a darci la mano, di essere uniti nelle meravigliose specificità, senza mai abbassare la guardia davanti ad un fenomeno odioso che segna il confine tra un futuro radioso ed un oggi che sa di passato remoto bestiale.

La parola chiave resta "complementarietà", esaltazione delle peculiarità dei due sessi e condivisione di sentimenti, emozioni ed obiettivi comuni. Se saremo in grado di farlo definitivamente quel passo, avremo una società migliore anche in tempi non necessariamente lunghi. (G.B.)




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