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Liceo "Spinelli", rientro tra scioperi e voglia di normalità

La prof.ssa Petta: «Plauso al senso di responsabilità degli studenti ed al lavoro dei coordinatori di classe»

C'era apprensione anche a Giovinazzo per il rientro in aula degli studenti del Liceo Classico e Scientifico OSA "Spinelli".
Un rientro caratterizzato alla vigilia dalle proteste di genitori e docenti che avrebbero voluto maggiore chiarezza dal Governo nazionale e dalla Regione Puglia, ai quali aveva risposto il presidente Michele Emiliano asserendo di non avere le competenze per emanare un'ordinanza per il rinvio delle lezioni in presenza.

Lunedì 10 gennaio pertanto, ragazze e ragazzi di cinque classi dello storico istituto giovinazzese hanno deciso di disertare le lezioni in segno di protesta, mentre le restanti undici sono entrate.

Abbiamo chiesto alla prof.ssa Patrizia Petta, facente funzioni per del preside Carmelo D'Aucelli, di tracciare il quadro di questo particolarissimo rientro a scuola.

«Devo sottolineare come da noi, al contrario di altri istituti in regione, non vi sia stato alcun problema nel coprire le classi col numero di insegnanti presenti. Attualmente abbiamo una quindicina di studenti e studentesse o positivi al virus o in quarantena fiduciaria perché contatti stretti di persone positive. In genere si è trattato di contagi intrafamiliari nel periodo delle festività, durante cui le stesse famiglie ci hanno chiesto di attivare la Didattica a Distanza. Richiesta che non abbiamo avuto problemi a soddisfare. Va detto - ha continuato Patrizia Petta - che nella giornata di lunedì non sono entrate 5 classi su 16, dato peraltro comprensibile vista l'apprensione della vigilia. In fondo - e su questo molti docenti sono d'accordo - si chiedeva solo un rinvio dell'inizio delle lezioni in presenza».

In questo quadro in ogni caso complesso, secondo la prof.ssa Petta «grande responsabilità è stata mostrata dalle famiglie e dai nostri ragazzi ed un plauso enorme va ai coordinatori ed alle coordinatrici di classe, sempre presenti per ogni esigenza e problematica che dovesse insorgere.
Va quindi detto che ieri, 10 gennaio, i nostri ragazzi e le nostre ragazze sono entrati in tantissimi con mascherina FFP2 a dimostrazione che il tema contagi è molto sentito anche da loro. Appare del tutto evidente che la scuola applichi tutti i protocolli possibili per evitare la trasmissione del virus, ma stare in gennaio con pioggia e freddo per cinque ore con finestre aperte è davvero utopico.
Lavoriamo
- ha proseguito - per mantenere elevati standard di sicurezza e a tal proposito il preside Carmelo D'Aucelli già nei giorni scorsi aveva pubblicato le nuove norme per il rientro. Forniamo al personale scolastico con fragilità mascherine FFP2, ma purtroppo dal Ministero non è giunta ancora alcuna fornitura per gli studenti e le regole ci dicono che solo in caso di doppia positività debbono essere obbligatoriamente usate quelle e non le chirurgiche».

Quanto alla misurazione della temperatura all'ingresso, la prof.ssa Petta ha teso a rassicurare alcuni genitori che ci avevano contattato: «Era un protocollo applicato in precedenza. Attualmente vengono controllati i green pass al personale che debbono essere rinforzati, vale a dire con terza dose effettuata. Se sarà necessario - ha concluso - reintrodurremo, ma dopo apposite indicazioni, anche questa ulteriore misura di prevenzione».

Intanto nelle scorse ore è stato il Ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi, presente alla conferenza stampa di Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi, il Ministro della Sanità Roberto Speranza e con il prof. Franco Locatelli, a capo del Comitato Tecnico-Scientifico, a ribadire la scelta dell'esecutivo di lasciare le scuole aperte, vista l'incidenza di positività tra i docenti ed il personale sul 5-6% e tra gli studenti di poco superiore al 4%. Tutte le valutazioni governative, dunque, sono state fatte sulla scorta di un'attenta analisi della situazione epidemiologica, su cui pesa inesorabilmente la fetta di popolazione non vaccinata.


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