
Religioni
Mons. Cornacchia: «Giovinazzo sia bandiera di vicinanza a chi è provato»
Solenne Pontificale in piazza Vittorio Emanuele II nella giornata dedicata a Maria SS di Corsignano
Giovinazzo - domenica 22 agosto 2021
21.02
«Desidero che al centro della nostra preghiera di quest'oggi ci siano quanti sono nel pianto, nella sofferenza, nella lotta».
Così ha iniziato la sua omelia del Solenne Pontificale in onore di Maria SS di Corsignano in piazza Vittorio Emanuele II, Monsignor Domenico Coracchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
Haiti, Afghanistan ma anche tutti gli ammalati, coloro i quali sono alle prese con il virus del Covid nei pensieri del prelato, che ha chiesto di guardare a Maria e di ascoltarla.
L'indifferenza è dunque il male del nostro tempo, quella con cui trattiamo e siamo trattati, ma nei rapporti umani, nella «vera amicizia» si manifesta l'amore con cui Dio guarda a sua volta a noi. E la Vergine ne è icona, emblema e darsi agli altri nel momento della sofferenza significa nel senso più profondo «amare Maria, rimasta sotto la Croce» nel momento della sofferenza più estrema. Dobbiamo dunque «amarla, ascoltarla, imitarla e non perderla mai di vista, specie quando si annidano le tenebre della malattia e quelle della discordia tra noi. Bonifichiamo - ha detto Mons. Cornacchia - il nostro agire dunque».
C'è bisogno di «risplendere come astri nel mondo per alimentare la lampada della misericordia, dell'onestà e della riconciliazione», come chiede San Paolo nella sua Lettera ai Filippesi.
Infine l'augurio, conseguenza diretta dell'affidamento a Maria SS di Corsignano: «Giovinazzo sia luogo a cui assegnare la bandiera della vicinanza a chi è provato», luogo di accoglienza e di amore per coloro i quali sono in difficoltà.
Prima del Pontificale, emozionante la traslazione dell'icona della Vergine dalla Concattedrale di Santa Maria Assunta a piazza Vittorio Emanuele II. Qualche assembramento di troppo, peraltro non previsto, alla fine di via Marina, ma tanta la partecipazione e la devozione dei giovinazzesi che, dopo un'attesa lunga due anni, hanno potuto finalmente rivedere in piazza la loro Mamma, invocandone protezione in questo tempo di grandi patemi.
Al termine della messa, il rientro in Concattedrale, ancora tra due ali di folla.
Così ha iniziato la sua omelia del Solenne Pontificale in onore di Maria SS di Corsignano in piazza Vittorio Emanuele II, Monsignor Domenico Coracchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
Haiti, Afghanistan ma anche tutti gli ammalati, coloro i quali sono alle prese con il virus del Covid nei pensieri del prelato, che ha chiesto di guardare a Maria e di ascoltarla.
L'indifferenza è dunque il male del nostro tempo, quella con cui trattiamo e siamo trattati, ma nei rapporti umani, nella «vera amicizia» si manifesta l'amore con cui Dio guarda a sua volta a noi. E la Vergine ne è icona, emblema e darsi agli altri nel momento della sofferenza significa nel senso più profondo «amare Maria, rimasta sotto la Croce» nel momento della sofferenza più estrema. Dobbiamo dunque «amarla, ascoltarla, imitarla e non perderla mai di vista, specie quando si annidano le tenebre della malattia e quelle della discordia tra noi. Bonifichiamo - ha detto Mons. Cornacchia - il nostro agire dunque».
C'è bisogno di «risplendere come astri nel mondo per alimentare la lampada della misericordia, dell'onestà e della riconciliazione», come chiede San Paolo nella sua Lettera ai Filippesi.
Infine l'augurio, conseguenza diretta dell'affidamento a Maria SS di Corsignano: «Giovinazzo sia luogo a cui assegnare la bandiera della vicinanza a chi è provato», luogo di accoglienza e di amore per coloro i quali sono in difficoltà.
Prima del Pontificale, emozionante la traslazione dell'icona della Vergine dalla Concattedrale di Santa Maria Assunta a piazza Vittorio Emanuele II. Qualche assembramento di troppo, peraltro non previsto, alla fine di via Marina, ma tanta la partecipazione e la devozione dei giovinazzesi che, dopo un'attesa lunga due anni, hanno potuto finalmente rivedere in piazza la loro Mamma, invocandone protezione in questo tempo di grandi patemi.
Al termine della messa, il rientro in Concattedrale, ancora tra due ali di folla.