Le gardìidde du mèste traièine. <span>Foto Giuseppe Dalbis</span>
Le gardìidde du mèste traièine. Foto Giuseppe Dalbis
Eventi e cultura

La leggerezza di un Pirandello in vernacolo

Affollato l’Auditorium dell’IVE per la rappresentazione del GAT in “Experimenta”

Serata dedicata al teatro d'autore e al vernacolo ieri nell'Istituto Vittorio Emanuele II. L'occasione è stata data dall'Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo organizzatrice di "Experimenta. Rigeneriamo Cultura", la rassegna che terminerà il 24 gennaio e che ha ottenuto il patrocinio di Città Metropolitana di Bari e Comune di Giovinazzo.

Il Gruppo Artistico Teatrale di Palese ha portato in scena "Le gardìidde du mèste traièine", una rilettura in un garbato vernacolo palesino della novella di Pirandello "I galletti del bottaio". Prima però, Gianni Serena, regista dello spettacolo, attore esperto, impegnato nella salvaguardia della lingua dialettale e corista del Teatro Petruzzelli, ha letto la novella così come è uscita dalla penna del Premio Nobel per Letteratura, allo scopo di aiutare la comprensione di tutti i presenti. Poi la compagnia affiliata alla Federazione Italiana Teatro Amatoriale ha dato vita all'atto unico.

Un bottaio (Gianni Serena) soleva invitare conoscenti a pranzo in occasione delle feste. In un giorno di Pasqua, sua moglie (Rosanna Serena), determinata a restar sola col consorte, lo costringe a restare in casa per non incorrere in incontri tentatori. Riesce anche a mandar via un amico (Antonio Manosperti) e il suo compare canterino fortemente deluso per il mancato provino presso il Petruzzelli incendiato (il giovinazzese Carlo Depalma), passati per gli auguri di rito.

Il bottaio è costretto ad uscire per procurare del prezzemolo alla moglie e incontra un sacerdote (Dino Maiorano) che non vedeva da anni e così lo invita a condividere il pranzo, due galletti. La moglie escogita un piano: allontana il marito per un'altra commissione e nel frattempo racconta al sacerdote che il marito è pazzo e fa entrare gente in casa per poi cavare gli occhi.

Il prete spaventato fugge via ma la signora racconta al marito che l'amato pastore si è rivelato un ladro di galletti. Il bottaio esce di corsa e insegue il religioso gridandogli «dammene almeno uno», col conseguente equivoco: il bottaio si riferisce al galletto, il sacerdote pensa all'occhio e accelera ancor più spaventato. La moglie del bottaio, soddisfatta per aver dato una lezione al marito, ne approfitta e mangia entrambi i galletti.

La rappresentazione, breve e mai volgare nel vernacolo spiritoso e facilmente comprensibile, ha ovviamente divertito il pubblico presente nell'Auditorium, molto più numeroso del solito. Finalmente si sono visti anche tanti volti giovinazzesi, segno che anche i nostri concittadini hanno capito che ora l'IVE è un contenitore aperto a tutti in cui è possibile assistere gratuitamente, in una stagione solitamente poco animata, ad eventi di alto livello culturale e di genere sempre diverso.
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