
Sindacati
Associazione Sacro Cuore di Gesù: parla il presidente John Rutigliano
Era stato eletto nel gennaio scorso. Ora fa i conti con l'emergenza sanitaria
Giovinazzo - mercoledì 3 giugno 2020
L'emergenza sanitaria ancora in corso non ha risparmiato nemmeno alcune delle solennità religiose più sentite a Giovinazzo. Ed i festeggiamenti hanno inevitabilmente visto compressi i programmi che confraternite e pii sodalizi intendevano varare.
È il caso della sentitissima Festa del Sacro Cuore di Gesù che, come accaduto per la Madonna delle Grazie, apriva la serie di festeggiamenti della bella stagione a Giovinazzo. Quest'anno, invece, ampio spazio alla parte liturgica, con la sola "trasgressione" della Bassa Musica in giro per la città il 19 giugno prossimo.
Al vertici dell'omonima associazione da gennaio e per il biennio 2020-2021 c'è John Rutigliano, 45enne con natali negli States, che sin da bambino ha vissuto con partecipazione e trepidazione questa ricorrenza. È uno degli associati più longevi, con 29 anni di iscrizione al sodalizio. Lo abbiamo voluto sentire per darci i retroscena di quanto accaduto in queste settimane e ciò che leggerete è il resoconto di una nostra chiacchierata.
Come ci si sente nei panni di presidente, visto che lei a lungo è stato uno degli uomini più fattivi ma che meno amavano mettersi in mostra?
Non sono un uomo da copertina, chi mi conosce lo sa. Quindi mi piace rispondere col lavoro e con poche parole. Stiamo lavorando intensamente per questa festa "anomala" date le restrizioni, ma crediamo, grazie all'appoggio ed ai preziosi consigli di don Massimiliano Fasciano, di aver approntato un programma ricco di momenti dalla forte intensità spirituale.
Ecco, facciamo un salto indietro. Come è arrivata la sua nomina?
È arrivata tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 un po' inaspettata e mi ha onorato. Succedo ad Angelo Fiorentino che aveva fatto un ottimo lavoro e sono contento di avere al mio fianco il vicepresidente Mauro Binetti ed uno staff egregio.
Del programma noi abbiamo scritto in un altro articolo. Adesso ci dica come si riparte data l'emergenza sanitaria...
In gennaio ero pronto, come tutti noi, a dar vita ad una bella festa. Purtroppo il Covid-19 ha sconvolto le nostre esistenze ed abbiamo dovuto necessariamente ripiegare su un programma più sobrio e contenuto nei limiti delle regole imposte da Governo e soprattutto dalla Conferenza Episcopale. La festa, interamente liturgica, si terrà il 19 giugno con ingressi contingentati in Sant'Agostino. Ci sarebbero 124 posti e si spera di aggiungerne altri, tuttavia restiamo ligi alle prescrizioni. Ma non per questo ci sentiamo sconfitti, tutt'altro. Stiamo donando il nostro lavoro ad una festa prettamente liturgica e questo non mi dispiace affatto. Per permessi, autorizzazioni e progetti ambiziosi ci sarà tempo.
La pia associazione che lei presiede non si pone il solo obiettivo di curare la solennità, ma è anche presenza costante nel quartiere e nella città di Giovinazzo al fianco di persone in difficoltà economica, giusto?
Anche quest'anno, buona parte delle donazioni serviranno per sostenere la Caritas cittadina ed è un obiettivo primario nella nostra azione da diversi anni. Prima con generi alimentari, oggi con una congrua somma in danaro. Non è qualcosa per cui ci dobbiamo fare pubblicità. Si fa e basta.
Sappiamo che lei è uomo d'azione più che di parole. Ma un messaggio ad associati e fedeli se la sente di lanciarlo?
Ringrazio voi di GiovinazzoViva sempre attenti ai riti religiosi in città e capaci di raccontare le nostre realtà che cercano di essere portatrici di tradizioni antiche.
Agli associati sento di dire un grandissimo grazie per come mi stanno appoggiando e per quanto lavoro stiamo svolgendo insieme. Il loro sostegno è essenziale per me. Ai fedeli chiedo invece di non rammaricarsi troppo: nell'estate prossima questa festa religiosa a Giovinazzo compirà 70 anni. Sono 70 anni di tradizione, di devozione, d'amore verso nostro Signore. Ecco, credo che questa edizione prettamente liturgica ci possa riavvicinare al senso vero della festa e prepararci al meglio, soprattutto dopo quanto accaduto nei mesi scorsi, ad una festa 2021 densa di appuntamenti. Per ora è giusto si lasci spazio alla sola, intensa preghiera. Perciò chiedo, nel limite delle possibilità offerte dal periodo, di essere in tanti a partecipare alle celebrazioni delle prossime settimane.
È il caso della sentitissima Festa del Sacro Cuore di Gesù che, come accaduto per la Madonna delle Grazie, apriva la serie di festeggiamenti della bella stagione a Giovinazzo. Quest'anno, invece, ampio spazio alla parte liturgica, con la sola "trasgressione" della Bassa Musica in giro per la città il 19 giugno prossimo.
Al vertici dell'omonima associazione da gennaio e per il biennio 2020-2021 c'è John Rutigliano, 45enne con natali negli States, che sin da bambino ha vissuto con partecipazione e trepidazione questa ricorrenza. È uno degli associati più longevi, con 29 anni di iscrizione al sodalizio. Lo abbiamo voluto sentire per darci i retroscena di quanto accaduto in queste settimane e ciò che leggerete è il resoconto di una nostra chiacchierata.
Come ci si sente nei panni di presidente, visto che lei a lungo è stato uno degli uomini più fattivi ma che meno amavano mettersi in mostra?
Non sono un uomo da copertina, chi mi conosce lo sa. Quindi mi piace rispondere col lavoro e con poche parole. Stiamo lavorando intensamente per questa festa "anomala" date le restrizioni, ma crediamo, grazie all'appoggio ed ai preziosi consigli di don Massimiliano Fasciano, di aver approntato un programma ricco di momenti dalla forte intensità spirituale.
Ecco, facciamo un salto indietro. Come è arrivata la sua nomina?
È arrivata tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 un po' inaspettata e mi ha onorato. Succedo ad Angelo Fiorentino che aveva fatto un ottimo lavoro e sono contento di avere al mio fianco il vicepresidente Mauro Binetti ed uno staff egregio.
Del programma noi abbiamo scritto in un altro articolo. Adesso ci dica come si riparte data l'emergenza sanitaria...
In gennaio ero pronto, come tutti noi, a dar vita ad una bella festa. Purtroppo il Covid-19 ha sconvolto le nostre esistenze ed abbiamo dovuto necessariamente ripiegare su un programma più sobrio e contenuto nei limiti delle regole imposte da Governo e soprattutto dalla Conferenza Episcopale. La festa, interamente liturgica, si terrà il 19 giugno con ingressi contingentati in Sant'Agostino. Ci sarebbero 124 posti e si spera di aggiungerne altri, tuttavia restiamo ligi alle prescrizioni. Ma non per questo ci sentiamo sconfitti, tutt'altro. Stiamo donando il nostro lavoro ad una festa prettamente liturgica e questo non mi dispiace affatto. Per permessi, autorizzazioni e progetti ambiziosi ci sarà tempo.
La pia associazione che lei presiede non si pone il solo obiettivo di curare la solennità, ma è anche presenza costante nel quartiere e nella città di Giovinazzo al fianco di persone in difficoltà economica, giusto?
Anche quest'anno, buona parte delle donazioni serviranno per sostenere la Caritas cittadina ed è un obiettivo primario nella nostra azione da diversi anni. Prima con generi alimentari, oggi con una congrua somma in danaro. Non è qualcosa per cui ci dobbiamo fare pubblicità. Si fa e basta.
Sappiamo che lei è uomo d'azione più che di parole. Ma un messaggio ad associati e fedeli se la sente di lanciarlo?
Ringrazio voi di GiovinazzoViva sempre attenti ai riti religiosi in città e capaci di raccontare le nostre realtà che cercano di essere portatrici di tradizioni antiche.
Agli associati sento di dire un grandissimo grazie per come mi stanno appoggiando e per quanto lavoro stiamo svolgendo insieme. Il loro sostegno è essenziale per me. Ai fedeli chiedo invece di non rammaricarsi troppo: nell'estate prossima questa festa religiosa a Giovinazzo compirà 70 anni. Sono 70 anni di tradizione, di devozione, d'amore verso nostro Signore. Ecco, credo che questa edizione prettamente liturgica ci possa riavvicinare al senso vero della festa e prepararci al meglio, soprattutto dopo quanto accaduto nei mesi scorsi, ad una festa 2021 densa di appuntamenti. Per ora è giusto si lasci spazio alla sola, intensa preghiera. Perciò chiedo, nel limite delle possibilità offerte dal periodo, di essere in tanti a partecipare alle celebrazioni delle prossime settimane.