
Associazioni
Sacchetti di plastica: gli esercizi commerciali non rispettano le norme
Una indagine condotta dal “Led” sull’uso degli shopper non biodegradabili
Giovinazzo - martedì 16 dicembre 2014
11.08
Non ha una valenza scientifica, ma il dato raccolto da "Led", l'associazione che da tempo si occupa anche di tematiche ambientali, ha il sapore della denuncia.
«Abbiamo voluto realizzare una piccola indagine sugli esercizi commerciali giovinazzesi - scrivono gli associati -. Su 18 negozi tra supermercati, alimentari e negozi per l'igiene personale solo 3 rispettano la norma sull'uso di shopper biodegradabili e compostabili. Tutti gli altri forniscono per il trasporto delle merci acquistate ancora buste di plastica. La conseguenza è l'aumento considerevole di quantità di rifiuti prodotti». Perché i sacchetti di plastica, per una corretta raccolta differenziata, dovrebbe finire nel cassonetto di tal quale. E la loro biodegradabilità è stimata in milioni di anni. «La nostra azione concreta - scrive ancora "Led" - oltre ad invitare i cittadini al riuso degli stessi sacchetti, consisterà nel proporre alle varie attività locali una sorta di collaborazione per la produzione di ecoshopper da distribuire ai loro clienti, in un'ottica di riuso e potenziale riciclo». Per abbassare quella quota di rifiuti pro-capite che vede ogni cittadino produrre mediamente più di 38 chilogrammi all'anno di spazzatura. «Quella di usare sacchetti biodegradabili - si legge ancora nel documento - dovrebbe essere un'azione che dovrebbe entrare a far parte del nostro vivere quotidiano. Una pratica che dovrebbe essere promossa con senso di responsabilità da tutte gli enti, le associazioni, le attività e le istituzioni presenti sul territorio al fine di diminuire il conferimento in discarica». In vista anche di quella raccolta differenziata "porta a porta" che dovrebbe partire entro il prossimo anno.
«Sarebbe stato auspicabile che il nostro sindaco - conclude "Led" - piuttosto che emanare un'ordinanza che sostanzialmente aumenta la mole di rifiuti conferiti sul nostro territorio, ne avesse emanata una intenta a far adeguare i commercianti alla legge di conversione del decreto legge Competitività (n. 91/2014), la quale ha fatto scattare dallo scorso 21 agosto delle sanzioni pecuniarie per la commercializzazione di sacchetti in plastica, ad eccezione di quelli monouso biodegradabili e compostabili e, ovviamente, di quelli riutilizzabili secondo precisi requisiti di spessore».
«Abbiamo voluto realizzare una piccola indagine sugli esercizi commerciali giovinazzesi - scrivono gli associati -. Su 18 negozi tra supermercati, alimentari e negozi per l'igiene personale solo 3 rispettano la norma sull'uso di shopper biodegradabili e compostabili. Tutti gli altri forniscono per il trasporto delle merci acquistate ancora buste di plastica. La conseguenza è l'aumento considerevole di quantità di rifiuti prodotti». Perché i sacchetti di plastica, per una corretta raccolta differenziata, dovrebbe finire nel cassonetto di tal quale. E la loro biodegradabilità è stimata in milioni di anni. «La nostra azione concreta - scrive ancora "Led" - oltre ad invitare i cittadini al riuso degli stessi sacchetti, consisterà nel proporre alle varie attività locali una sorta di collaborazione per la produzione di ecoshopper da distribuire ai loro clienti, in un'ottica di riuso e potenziale riciclo». Per abbassare quella quota di rifiuti pro-capite che vede ogni cittadino produrre mediamente più di 38 chilogrammi all'anno di spazzatura. «Quella di usare sacchetti biodegradabili - si legge ancora nel documento - dovrebbe essere un'azione che dovrebbe entrare a far parte del nostro vivere quotidiano. Una pratica che dovrebbe essere promossa con senso di responsabilità da tutte gli enti, le associazioni, le attività e le istituzioni presenti sul territorio al fine di diminuire il conferimento in discarica». In vista anche di quella raccolta differenziata "porta a porta" che dovrebbe partire entro il prossimo anno.
«Sarebbe stato auspicabile che il nostro sindaco - conclude "Led" - piuttosto che emanare un'ordinanza che sostanzialmente aumenta la mole di rifiuti conferiti sul nostro territorio, ne avesse emanata una intenta a far adeguare i commercianti alla legge di conversione del decreto legge Competitività (n. 91/2014), la quale ha fatto scattare dallo scorso 21 agosto delle sanzioni pecuniarie per la commercializzazione di sacchetti in plastica, ad eccezione di quelli monouso biodegradabili e compostabili e, ovviamente, di quelli riutilizzabili secondo precisi requisiti di spessore».