Il corteo promosso dal comitato
Il corteo promosso dal comitato "17 novembre"
Territorio

Dentro il corteo: la voce dei politici

Dal sindaco Depalma e dai consiglieri comunali, ai partiti ed ai movimenti sino al comitato "17 novembre"

C'erano anche gli amministratori, i consiglieri comunali, i partiti politici ed i movimenti civici, ieri sera, al corteo promosso dal comitato "17 novembre". C'erano il sindaco Tommaso Depalma, i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza. C'erano i partiti, il Partito Democratico, Forza Italia, Sinistra Italiana, c'erano i movimenti, PrimaVera Alternativa, c'erano i sindacati, la Cgil e la Uil, e alcuni amministratori e consiglieri comunali del passato.

«La mia presenza e quella della maggioranza - ha spiegato il primo cittadino Tommaso Depalma - era la volontà di girare pagina sulle inutili divisioni e dannose strumentalizzazioni. Come però si è evidenziato quella manifestazione era solo votata alla becera strumentalizzazione politica contro il sindaco su una questione che come dimostrato in consiglio, vede il Comune impegnato a fare tutto il possibile per sistemare tutte le criticità della discarica. Abbiamo ricevuto solo insulti di tutti i tipi e nessuna possibilità di contraddittorio con una narrazione falsa e tendenziosa della realtà».

«Prendiamo atto - ha continuato - che gli organizzatori hanno una idea tutta loro della democrazia e del leale confronto e che stasera (ieri, ndr) abbiamo rivisto il solito copione di una parte dell'opposizione che ha cercato di nascondersi dietro improbabili comitati. I soggetti sono sempre gli stessi e la sceneggiatura pure. Ringrazio la mia maggioranza che ha mostrato civiltà e tolleranza per tutta la serata non cadendo nel tranello della provocazione. Noi abbiamo a cuore solo il bene della città e impegneremo tutte le nostre forze in tal senso. Lasciamo ai falsi perbenisti, come facevano i farisei, la mistificazione della realtà, condita con un odio ed una cattiveria sconvolgente».

Preferisce non rilasciare dichiarazioni, invece, il suo vice, Michele Sollecito, «viste le provocazioni e le offese ricevute», mentre Daniele de Gennaro, di PrimaVera Alternativa è sceso in piazza con la propria famiglia «per abbattere il muro di gomma istituzionale sulla discarica. I tanti giovinazzesi che hanno manifestato - ha spiegato - hanno magicamente trasformato la denuncia per procurato allarme che ho subito in (procurata) partecipazione popolare! Insomma, una serata indimenticabile!».

Secondo Antonello Natalicchio, del Partito Democratico, «da due anni la discarica non viene più monitorata come sarebbe necessario. In particolare, il drenaggio del percolato è stato insufficiente e forse si sono prodotti danni anche alle armature esterne dell'impianto che hanno bisogno di manutenzioni costanti. Ne è derivata una dispersione di percolato nei campi adiacenti e, quindi, un pericolo concreto per le falde».

«Tutto questo - ha proseguito - si è prodotto sotto l'amministrazione di Depalma: l'intera responsabilità di quanto accade è sua e dei suoi assessori. Vivono dello stipendio di amministratori pagato dai cittadini, ma si accorgono dei problemi della comunità, nel migliore dei casi, solo quando c'è un richiamo della piazza. Successe già nel 2013: ci volle una vigorosa manifestazione per fargli capire che non si potevano sopraelevare i primi tre lotti della discarica con un'ordinanza sindacale. Ieri c'è voluta la piazza per richiamarli al loro dovere di lasciar perdere per un momento gli spettacoli di piazza e le gare ciclistiche e invece evitare che si producano gravi danni. Per questo è stato giusto manifestare».

«Vorrei spendere un'ulteriore riflessione sul terribile spettacolo a cui abbiamo assistito ieri e per cui è giusto chiedere le dimissioni di Depalma. Dopo aver negato, oltre i limiti del ragionevole, l'esistenza del problema della post-gestione della discarica, - ha detto ancora Natalicchio, già sindaco di Giovinazzo dal 2002 al 2012 - egli non si è preoccupato di far bonificare il sito interessato dagli sversamenti. Ha invece mobilitato i suoi in un consiglio comunale in cui ha organizzato la contestazione dell'operato delle precedenti amministrazioni a partire da una delirante ricostruzione della storia della discarica di San Pietro Pago. Il tentativo del consiglio è andato a vuoto perché nemmeno i suoi ultras ormai vogliono più mettere la faccia sulle porcherie che Depalma combina».

«Fallito il primo tentativo di impedire la mobilitazione, lui e i suoi fanatici devoti, ridotti ormai ai consiglieri di maggioranza e pochissimi altri, si sono presentati alla manifestazione organizzata dalle associazioni alle quali poche ore prima aveva impedito di esprimersi in Consiglio. Quella di Depalma - ha evidenziato Natalicchio - è stata una pericolosa provocazione intesa a far degenerare la mobilitazione. Sono cose che un tempo venivano organizzate dai servizi segreti per perseguire scopi che poco avevano a che fare con la democrazia e il bene comune. Oggi la conduce in prima persona, persino vestendo la fascia sindacale, chi dovrebbe salvaguardare la pubblica sicurezza e incolumità e si fa pagare per questo come se fosse il suo unico lavoro».

«Depalma - conclude il consigliere comunale dei Dem - pratica una forma di ipocrisia finalizzata al tornaconto personale anche a rischio di gravi pericoli per gli altri e per le istituzioni. Se c'è qualcuno, tra gli attuali amministratori, che ha gli strumenti per rendersene conto, si vergogni e scenda da quel carrozzone».

Nico Bavaro, segretario regionale di Sinistra Italiana, è sceso in piazza «insieme a tutti coloro che hanno paura per quello che sta accadendo in discarica e che hanno la speranza che chi di dovere si assuma le responsabilità e risolva una volta per tutte una vicenda incredibile. Se non si muovono le istituzioni, si muovono i cittadini. E mi pare che la manifestazione dimostri che il livello di attenzione dei giovinazzesi sia alto».

Sulla stessa lunghezza d'onda del primo cittadino anche Gaetano Depalo, assessore comunale ai Lavori Pubblici, Patrimonio, Manutenzioni, Decoro Urbano e Sport: «Speravo che la manifestazione fosse spinta dalla reale volontà di dire basta rispetto a quanto Giovinazzo ha patito in tutti gli anni in cui è stata abusata e sfruttata come una delle pattumiere di Puglia. In realtà la manifestazione si è rivelata solo un modo per attaccare politicamente l'amministrazione rispetto ad un problema che deriva dal passato, estremante complesso ed oneroso da tutor i punti di vista, e che sta generando i sui purtroppo frutti negativi oggi. Voglio solo ricordare che il problema del percolato nasce in concomitanza con lo stato di abbandono da parte del gestore Daneco del sito di discarica e che si può provare a cancellare la storia di questa città, ma l'equazione è semplice: senza sesto lotto ed il suo abbandono da parte di Daneco - ha chiarito Depalo - non avremo oggi il percolato».

Sorpresa dalla partecipazione popolare, invece, Sabrina Mastroviti, di PrimaVera Alternativa: «La forza della mobilitazione popolare è stata sorprendente. Quando sono numerosi e inopportuni i rimbalzi delle responsabilità, è fondamentale che i cittadini, manifestando, chiedano risposte certe e documentate. E stasera (ieri, ndr), i cittadini, hanno aperto una finestra di speranza per la mia città». In marcia c'era anche Antonella Marzella, di Forza Giovinazzo: «Dopo aver dato risposte puntuali e precise in consiglio comunale tenutosi questa mattina (ieri, ndr), ho ritenuto doveroso partecipare alla manifestazione prima ancora come cittadina che come consigliere in quanto il problema della discarica riguarda tutti ad di là del colore politico e per ribadire ancora una volta di essere al fianco dei cittadini in questa lotta».

Il motivo principale della presenza di Gianni Del Giudice, invece, capogruppo di Giovinazzo Città del Sole «è stato dettato dal fatto che il corteo doveva essere, a detta degli organizzatori, una manifestazione voluta dai cittadini. Visto che ritengo di essere un cittadino di Giovinazzo, di avere anch'io dei figli ai quali tengo quanto loro se non di più e di salvaguardare la salute di tutti, ho voluto esserci. Purtroppo, però, ci siamo ritrovati con il loro popolo ancora pieno di rabbia, quella rabbia che avevano dal giorno dopo la sconfitta elettorale. Purtroppo continuano a strumentalizzare qualsiasi azione e argomento ed invocare, durante il corteo, le dimissioni del sindaco è stato scandaloso, senza dimenticare gli attacchi pesanti ricevuti durante il percorso».

Per Gianni Camporeale, del Partito Democratico, «la mobilitazione popolare di ieri sera è stata straordinaria, ha superato ogni aspettativa, ogni più ottimistica previsione, nonostante le avverse condizioni atmosferiche. Un forte, vivo e sentito ringraziamento va rivolto prima di tutto a quelle donne e quegli uomini, a quei giovani e a quegli anziani, che insieme sono scesi in strada a manifestare, che insieme hanno portato la voce del dissenso fin dentro le istituzioni che hanno la responsabilità di gestire la cosa pubblica, che hanno dibattuto, hanno vissuto la strada, il freddo, le ostilità di chi, l'Amministrazione comunale, era pronto a minimizzare il problema».

«Segno che - sempre secondo Camporeale - la comunione di intenti in difesa del territorio e dell'ambiente è la strada da percorrere per ottenere finalmente la giusta attenzione. È stato opportuno e legittimo, anzi direi necessario, manifestare ed essere lì insieme a chi giustamente è preoccupato per una situazione ambientale pericolosa. Non è stata una manifestazione faziosa e strumentale, come, invece, asserito, in maniera tendenziosa e demagogica, dal sindaco e dalla sua maggioranza. Piuttosto, la loro partecipazione è stato un gesto provocatorio intenzionalmente attuato per mettersi nelle condizioni di poter apostrofare questa democratica manifestazione del popolo come becera strumentalizzazione politica, partecipata da falsi perbenisti, da farisei con lo scopo di mistificare la realtà e, nel migliore dei casi, far credere al mondo intero che sono tutti dalla loro parte per quanto fatto sinora».

«Hanno espresso indignazione e risentimento, perché il popolo, di cui loro ne rappresentano la massima espressione, ormai stanco, - ha proseguito - ha urlato con rabbia e convinzione il loro legittimo dissenso verso un modus operandi dell'Amministrazione in carica ritenuto inappropriato e inadeguato. Questo non è concepibile da parte di chi ricopre ruoli politici e istituzionali deputati ad amministrare e, dunque, quotidianamente sottoposti al giudizio popolare. Evidentemente dimenticano di amministrare già da oltre sei anni, trascurano che sotto la loro gestione la discarica ha subito due sequestri da parte della Procura della Repubblica di Bari, non rammentano che il sindaco è la massima autorità in materia sanitaria, hanno già scordato di aver scritto nelle linee programmatiche di mandato che, sul tema della post gestione della discarica di San Pietro Pago, si vigilerà sull'opera di rigenerazione della stessa».

«Diversamente mascherano la loro inefficacia attaccando le precedenti amministrazioni, rimpallando responsabilità, firmano un protocollo d'intesa con l'Agenzia Territoriale della Puglia per il Servizio di Gestione dei Rifiuti per poi, in una delibera, - ha tirato dritto Camporeale - accusare la stessa agenzia regionale, ovvero la Regione Puglia, di mancanza di diligenza e solerzia, per poi ancora scrivere nella stessa delibera che sia in caso di contaminazione del sito sia in caso venga accertato il rispetto dei valori di guardia di demandare tutte le procedure alla stessa Regione. Un romanzo di odio e amore. Certo è che dalla metà di ottobre dal muro di cinta della discarica fuoriesce liquido nero che si sparge nelle aree adiacenti e che l'Arpa ha definito percolato, in aggiunta a biogas maleodorante che si diffonde nell'aria».

«Pure certo è che il sindaco e la sua Giunta il 16 ottobre scrivono di un'accertata gravità della situazione sanitaria e ambientale in località San Pietro Pago per poi subito dopo minimizzare con molta superficialità il problema definendo quel liquido "acqua sporca", che hanno richiesto il campionamento solo il 9 novembre scorso e soltanto ora, per la prima volta, l'analisi dei terreni circostanti e delle aree piantumate più distanti per sapere se le falde sono integre o compromesse e che si è ancora in attesa dei risultati delle analisi. E nella malaugurata ipotesi e ci auguriamo di no che il sito fosse contaminato, che si fa nell'attesa dell'esito delle analisi? Non si fa nulla? Si aspetta inermi con una situazione che può solo peggiorare? Ecco, dunque, il senso civico della manifestazione di ieri organizzata con determinazione e con tanto impegno: far cambiare rotta e combattere civilmente tutte quelle scelte dannose, frutto di irragionevoli strategie amministrative», ha concluso Camporeale.

«Era doveroso scendere in piazza stasera (ieri, ndr) - secondo Nunzia Fiorentino, di PrimaVera Alternativa - perché, come consigliera e cittadina di Giovinazzo, avverto forte la necessità di avere finalmente delle risposte, o almeno ci provo, su il più grave dei problemi della città. Sono pochi mesi che rivesto un ruolo politico, avendo dovuto purtroppo sostituire Enzo Castrignano, e ancora resto sorpresa e a volte allibita nel constatare quanto possa essere assurdo questo modo di confrontarsi fra politici. Vedi il penoso e inconcludente teatrino svoltosi in consiglio comunale, e stasera (ieri, ndr) la inaspettata e sorprendente partecipazione della maggioranza ad una manifestazione che non prevedeva sicuramente la loro presenza».

«Tanto più - ha aggiunto - che la stessa manifestazione è andata a segnalare quella medesima grave criticità della discarica per la quale due nostri consiglieri sono stati denunciati per procurato allarme, e che ancora l'altro ieri questa situazione era per la maggioranza praticamente inesistente. La manifestazione, in ogni modo, ha avuto un buon successo, che sarebbe stato maggiore se non fosse intervenuta una pioggia battente a disturbarla. Il problema della discarica è grave e la soluzione non è né facile e né immediata: occorreranno anni per disinnescare questa bomba ecologica che abbiamo in casa. Ma per avviare e sostenere una qualche soluzione sarà necessario che i cittadini prendano consapevolezza del problema, sorveglino l'operatore dei politici, e se necessario si mobilitino ancora con forza in difesa del proprio territorio. Ci aspetta un lavoro immane, ma noi, per la nostra città lo affronteremo con la tenacia e il coraggio necessari».

Perché scendere in piazza? «La situazione in discarica è molto grave - risponde Tommi Bonvino, segretario cittadino di Sinistra Italiana -, come dimostrato dalle immagini che hanno accompagnato la denuncia fatta ormai da un mese dal comitato di cittadini, associazioni e partiti che si è aggregato spontaneamente sull'argomento. Le risposte istituzionali sono state però incomprensibilmente all'insegna della minimizzazione e addirittura dello sfottò verso chi aveva riportato l'argomento in luce, dopo mesi di apparente tranquillità mostrata da parte degli organismi di governo cittadino. Gli stessi che hanno taciuto per lunghi giorni persino dopo l'allarme lanciato sulla tv nazionale dal noto Pinuccio, salvo poi autorichiedersi un consiglio comunale straordinario (prassi solitamente riservata alle opposizioni) nello stesso giorno della manifestazione».

«Davanti a questo modo assurdo e irrispettoso di affrontare una questione così delicata - ha proseguito - non potevamo fare altro che portare nuovamente in piazza il tema salute, trovandoci alla partenza pure la "sorpresa" della presenza in regime di auto-invito di buona parte degli esponenti della maggioranza. Un atteggiamento deplorevole e provocatorio, teso a dividere ulteriormente la cittadinanza davanti a una situazione critica che colpisce tutti, elettori di Depalma e non. In ultimo, mi duole sottolineare l'atteggiamento difficile da comprendere della vostra redazione. Non ho paura di commentare sulle vostre pagine che nel racconto di questa vicenda state spesso incorrendo in semplificazioni e omissioni che non rendono onore al lavoro doveroso di cronaca delle vicende locali. Mi permetto di consigliare un approccio più equidistante per il futuro».

In testa al corteo, a reggere lo striscione, c'erano anche Girolamo Capurso e Michele Digiaro. Il primo è sceso in piazza «per manifestare a favore della salute e per la tutela dell'ambiente di Giovinazzo. Ma vorrei che non si pensasse ad un vuoto esercizio retorico. Spesso sia l'ambiente in tutte le sue espressioni, sia la prevenzione sanitaria, sono emarginati dalle civiche amministrazioni. Voglio ricordare a tutti che l'ambiente è la più grande e la più importante delle pertinenze delle nostre abitazioni! Non serve godere di case belle e spaziose quando fuori, a due passi dalla città abbiamo una probabile calamità ambientale. Non possiamo rimanere chiusi nelle nostre case e aspettare. Dobbiamo uscire e interessarci in prima persona, anche attraverso azioni di protesta e di coinvolgimento di tutti i cittadini».

«A Giovinazzo purtroppo, il sindaco davanti ad un serio rischio ambientale e sanitario come quello dello sversamento di percolato, e confermo con forza che si tratta di percolato, - ha rimarcato Capurso -, davanti al disagio manifestato dai suoi cittadini, anziché dare risposte concrete, ancora una volta ha cercato di utilizzare la più becera delle propagande per trarne un vantaggio politico. Ha denunciato quei cittadini, ha minimizzato i problemi, ha scientemente cercato di delegittimare e ridicolizzare le forze politiche di opposizione che avevano sollevato il problema. Come se non bastasse, in un civico consesso, con la complicità della sua maggioranza, è stato protagonista dell' ennesimo sgradevole spettacolo. Come uomo, cittadino e sindaco di questa città deve assumersi davanti ai giovinazzesi le proprie responsabilità come massima autorità sanitaria cittadina e non addossare ad altri le sue mancate scelte. La manifestazione è stata bellissima. Veder manifestare centinaia di cittadini sotto la pioggia mi ha riempito di gioia perché i giovinazzesi in maniera civile e pacata hanno rivendicato i propri diritti».

Michele Digiaro, invece, trova «esaltanti tutte le manifestazioni che vedono il coinvolgimento diretto e partecipato della cittadinanza, che tenta così di riappropriarsi di spazi di democrazia ormai sempre più difficili da occupare. Una manifestazione sulla discarica poi mi coinvolge ancora di più, perché tratta un problema maledettamente serio, che minaccia la nostra salute e quella dei nostri figli e che consegna alla nostra città un'immagine certamente non positiva. È un problema che mi preoccupa seriamente e da qualche anno mi vede molto esposto anche pubblicamente (fui fra i principali organizzatori della protesta cittadina al sopralzo dei primi tre lotti). Oggi, più di allora ci sono serie motivazioni per manifestare perché quelle che quattro anni fa erano solo preoccupazioni per ciò che poteva accadere, oggi sono diventate terribili certezze, e presto la Procura e gli enti regionali ci diranno se ci troviamo di fronte ad un piccolo danno ecologico o ad un vero e proprio disastro ambientale. Sulla manifestazione odierna il mio giudizio è duplice».

«Da una parte - spiega adesso Digiaro - ho certamente apprezzato la grande partecipazione di pubblico, nonostante la pioggia battente, e l'adesione di tante associazioni locali e di paesi limitrofi, oltre che di alcuni partiti dell'area di opposizione. Segno più che evidente che la gente sente seriamente questo problema e cerca dalle istituzioni risposte concrete e non più solo promesse. Dall'altra, però, non posso nascondere il forte rammarico per la grave provocazione messa in atto dai partiti di maggioranza, che hanno cercato di cavalcare e strumentalizzare a proprio favore la protesta popolare (che invece in parte muoveva anche nei loro confronti). Per fortuna, a parte qualche piccolo diverbio verbale, la gente non ha ceduto alla provocazione, ha compreso l'intento falso e strumentale di questa anomala "chiamata all'unità" da parte di quella fazione politica e ha riservato alla stessa una forte contestazione. Il tentativo del Sindaco di potersi presentare alle istituzioni regionali vantando il sostegno di tutta la cittadinanza alla sua gestione del problema "discarica" è miseramente fallito».

«Sono sceso in piazza - ha affermato invece Michele Aniello, di PrimaVera Alternativa - perché, nonostante avessimo avvisato tutti del metodo Daneco (cioè fare soldi dall'emergenza sanitaria ed ambientale), ci siamo visti rispondere dal sindaco che la situazione era sotto controllo perché la stessa società vantava 62 milioni di crediti sparsi! Sono sceso in piazza - ha detto ancora - perché avevamo suggerito per tempo di sciogliere i contratti con Daneco e di emanare un'ordinanza contingibile ed urgente visto che l'Arpa relazionava circa lo stato di pericolo di esplosione della zona».

«Sono sceso in piazza - ha proseguito - perché invece delle risposte e delle azioni urgenti che chiedevamo e che ci aspettavamo da un sindaco, abbiamo avuto solo sberleffi, insulti e addirittura una denuncia per procurato allarme. Sono sceso in piazza perché pretendo che il sindaco della mia città non si permetta di minimizzare un problema così grave, come la salute pubblica e l'inquinamento ambientale, definendo il percolato "acqua sporca" o "nocino". Sono sceso in piazza perché solo i cittadini e la protesta hanno fatto mutare di colpo da acqua sporca a pericolo concreto le considerazioni del sindaco. Sono sceso in piazza perché non so conosco ancora i risultati delle analisi di quel percolato, se i terreni e le falde acquifere sono inquinate e se le olive raccolte nei campi confinanti sono finite sulle nostre tavole. Sono sceso in piazza e oramai sono passati altri 2 anni!».

«La democrazia è partecipazione, non delega o voto ogni 5 anni - ha detto invece Franco Risola, già segretario di Rifondazione Comunista - altrimenti non è, credo che questa di stasera (ieri, ndr) è una bella risposta, nonostante la pioggia battente in tanti hanno deciso di esserci e di non lasciare soli chi denuncia da tempo il pericolo che incombe sulla nostra comunità. Il percolato e veleno e voglio sapere, dalla massima autorità sul territorio, ovvero il sindaco, se le nostre falde, se il territorio e l'aria che respiriamo sono inquinate o meno da dati e non da supposizioni. Ho visto nei campi invasi dal percolato braccianti che raccoglievano olive e camion che li trasportavano. E quell'olio sarà sulle nostre tavole: nessuno ha bloccato tutto ciò, anche solo in via precauzionale. E allora tocca a noi farlo attraverso l'informazione, la partecipazione e la lotta. Perché tutti i muri crollano, prima o poi».

Tra i consiglieri comunali del passato non sono passati inosservati Tonio Bavaro e Rosa Serrone: «Una problematica come questa dovrebbe vederci tutti coinvolti e attivi aldilà dei colori e delle appartenenze - le parole di Bavaro -. Qui è in gioco la nostra salute e quella dei nostri figli e ormai da tempo stiamo pagando un prezzo altissimo in termini di vite considerato che la nostra cittadina ha una incidenza altissima di tumori, sclerosi laterale amiotrofica, e chi più ne ha più ne metta. Ridurre il tutto ad una semplice diatriba sul di chi è la colpa senza porre un minimo rimedio è a dir poco desolante. Una considerazione personale: spero sia stata la forte pioggia a frenare una partecipazione più massiccia altrimenti da buoni giovinazzesi come al solito non abbiamo capito niente».

A chiudere il giro dei commenti, Rosa Serrone: «La discarica è una tragedia per Giovinazzo. Da consigliere comunale vent'anni fa ho avuto modo di conoscere la sua storia. Alcuni hanno fatto soldi, qualcuno ha pure sponsorizzato una squadra per farsi voler bene. Tanti nostri cari si sono ammalati, alcuni sono scomparsi. Certo, non siamo certi che la discarica sia una causa diretta, ma tra fumi delle ferriere, sversamento di policlorobifenili, miasmi nell'aria della discarica e pozzi d'acqua chiusi non possiamo credere che non ci sia qualche responsabilità ambientale nelle nostre malattie. Noi amiamo la città, ma non si può pensare ad uno sviluppo turistico separato dalla difesa di tutto il territorio.Ora non è più 'tempo di sottovalutare e rinviare le responsabilità: chi deve controllare, controlli, e chi deve bonificare, bonifichi. Far finta di niente non allontana i pericoli per la salute, li moltiplica. Lo dobbiamo a quelli che sono morti anzitempo e a quelli che cresceranno in questo bel paese».
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