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Territorio

Tutti contro la riapertura di San Pietro Pago?

Amministratori e cittadini a confronto ieri nell'auditorium "don Tonino Bello"

Da una parte c'è il sindaco di Bari e presidente dell'Ato Antonio Decaro, che vorrebbe spingere la Daneco Impianti a ottemperare alle prescrizioni dell'Arpa Puglia per consentire così la riapertura della discarica. Dall'altra parte c'è una intera cittadinanza che proprio non vuole saperne di vedere tornare i camion carichi di rifiuti a San Pietro Pago. In mezzo c'è il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, "costretto" a doversi districarsi tra le volontà dei suoi concittadini e la necessità di trovare una soluzione alla "questione" rifiuti.

È quello che in sintesi è emerso dal dibattito promosso dal comitato "Per la salute pubblica, no alla discarica", che ieri sera si è svolto nell'auditorium "don Tonino Bello". Un dibattito voluto perché tutti gli amministratori, i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, e anche gli esponenti politici di quei partiti che non sono rappresentati nella massima assise cittadina, si esprimessero senza mezzi termini sulle loro posizioni circa il destino della discarica e sulla loro volontà, di contrastare la paventata riapertura del sito. E almeno in teoria, tutte le posizioni sono apparse convergere sullo stesso punto. Quella discarica non può più continuare a ricevere rifiuti, ammesso che il sito riapra con le sue capacità residue che sono così minimi che nell'arco di pochi mesi per forza di cose i rifiuti prodotti da tutto l'Ato dovranno essere smaltiti altrove.

Però ci sono sfumature che in qualche modo dividono le posizioni dei vari attori. Depalma sembrerebbe essere possibilista alla riapertura di San Pietro Pago, «a patto che siano poi i vertici regionali e dell'Ato a venire a spiegare alla città un decisione che non è più solo in capo al primo cittadino di Giovinazzo». E per rafforzare le sue posizioni ha voluto rendere pubblica una lettera ufficiale indirizzata al presidente dell'Ato. «La riprofilatura dei tre lotti – è scritto nella lettera – costituisce l'ennesima soluzione tampone di brevissimo termine a fronte dell'assenza totale di soluzioni a medio termine, in grado di permettere una gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti. Per questo non sarò più disponibile a discutere e accettare soluzioni rabberciate che causano l'ennesimo gravoso disagio ambientale per il territorio di Giovinazzo».

Per gli esponenti del comitato invece, « Depalma avrebbe dovuto battere i pugni sul tavolo sin da quel fatidico 6 novembre, giorno in cui ha firmato l'ordinanza che consentiva l'arrivo di nuovi rifiuti su lotti chiusi da anni. Perché Giovinazzo per 40 anni ha accolto i rifiuti di tutta la provincia e perché continuerà a rendersi disponibile, il biostibilizzatore e con il V lotto, quello di soccorso e servizio all'impianto». Un lotto, il V appunto, che a questo punto con il perdurare dell'emergenza, potrebbe diventare un ennesimo buco da riempire in fretta.

Su questo punto le posizioni di tutte appaiono convergere. «Quel lotto – ha affermato Depalma - non sarà a disposizione di nessun altro se non al servizio del biostabilizzatore». Il comitato poi ha proposto l'approvazione di un ordine del giorno che impegna tutti alla mobilitazione nel caso in cui enti sovracomunali prendano decisioni sulla testa dei giovinazzesi. Un ordine del giorno che potrebbe essere adottato anche dal consiglio comunale.
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