Un'aula del Tribunale
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Cronaca

Omicidio Spera: 18 anni all'assassino, 14 ai complici

Condannato Vito Arciuli, esecutore materiale del delitto. Le reazioni degli avvocati Mastro, Mongelli e Tedeschi

Condannati a 18 anni di carcere il 20enne Vito Arciuli, presunto autore dell'omicidio di Gaetano Spera, a 14 anni il 24enne Luca Lafronza, il 27enne Ignazio Chimenti e il 33enne Pio Mauro Sparno, presunti complici, e a 1 anno e 4 mesi il 44enne Michele Arciuli, padre di Vito, perché custodiva illegalmente una pistola. La sentenza, in abbreviato, è stata emessa alle ore 13.40 dal giudice Annachiara Mastrorilli.

La Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto una condanna all'ergastolo e altre tre a 20 anni di carcere ciascuna per i presunti autori del delitto del 21enne, ucciso con otto colpi di pistola calibro 9 al torace e alla testa il 25 marzo 2015 in piazza Garibaldi nell'ambito di un regolamento di conti legato al controllo delle attività di pesca nelle acque antistanti i litorali di Giovinazzo e Bari Santo Spirito.

Per i quattro l'Antimafia aveva chiesto anche le aggravanti della premeditazione e dell'aver favorito un'associazione mafiosa, poi rigettate dal giudice togato, che invece ha assegnato una provvisionale di 50.000 euro ciascuno per i genitori, di 20.000 euro ciascuno per le sorelle, ha disposto il risarcimento nei confronti della parte civile da liquidarsi in separata sede, ma ha rigettato la domanda di risarcimento nei confronti del Comune di Giovinazzo, legalmente rappresentato dall'avvocato Tiziano Tedeschi.

«L'atto di costituzione di parte civile - ha affermato Tedeschi - era un provvedimento dovuto rispetto ai capi di contestazione che prevedevano l'aggravante del delitto commesso con modalità di tipo mafioso. Peraltro l'Amministrazione era stata sollecitata da più parti alla predetta costituzione. Avendo il giudicante esclusa detta aggravante, il risarcimento dell'Ente non risulta essere più giustificato, pertanto il giudice Mastrorilli ha rigettato la richiesta risarcitoria a favore del Comune».

«Sotto l'aspetto tecnico-giuridico, con l'esclusione di detta aggravante, - ha concluso Tedeschi - l'azione risarcitoria a favore dell'Ente è apparsa ingiustificata».

Una sentenza, quella pronunciata oggi, che ha lasciato interdetto Francesco Mastro, difensore del padre di Spera: «Sì, perché ci aspettavamo qualcosa in più, in termini di pena. Avremmo visto volentieri riconosciute alcune aggravanti, tuttavia suggerirò alla Procura della Repubblica di Bari di appellare la sentenza tenuto conto anche del fatto che per Vito Arciuli era stato chiesto l'ergastolo. Una pena a 18 anni, seppur in abbreviato, sembrerebbe essere una pena abbastanza esigua».

«I presunti complici - ha aggiunto Mastro - sono stati condannati a 14 anni e ciò fa ancora più scalpore perché è probabile che la loro posizione fosse più marginale, ma il divario è comunque molto esiguo. In ogni modo, tutte le considerazioni del caso le rimando al deposito delle motivazioni. In questo momento ci pregia sapere che la condanna segue delle investigazioni attente e precise e il risultato è stato possibile proprio in virtù di questo. Un grazie, a nome dei familiari, va i Carabinieri che hanno fatto un lavoro egregio».

«Con la sentenza di oggi - ha detto Mario Mongelli, legale delle sorelle di Spera - è venuto alla luce un altro tassello. I 18 anni di reclusione per l'imputato Vito Arciuli si spiegano con la riduzione di un terzo della pena, conseguente alla scelta del rito abbreviato. Come per il Tribunale per i Minorenni di Bari, abbiamo una duplice conferma delle responsabilità dell'esecutore materiale dell'omicidio e dei suoi complici, ma attendiamo la lettura delle motivazioni, tra 90 giorni».

«È importante - ha concluso Mongelli - che il giudice Mastrorilli abbia disposto la sospensione dei termini della custodia cautelare, durante il tempo necessario alla redazione delle valutazioni del caso, onde evitare la remissione in libertà degli imputati». Per l'avvocato Mastro, «in ogni caso, dal punto di vista civilistico, il giudice ha riconosciuto per i genitori una provvisionale di 50.000 euro ciascuno, per le sorelle di 20.000 euro ciascuno e il risarcimento del danno in separata sede».
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