
Musica
La Fisorchestra è un antipasto prelibato per i festeggiamenti in onore di Maria di Corsignano
Due ore di un'ottima performance hanno riscaldato ieri sera il pubblico di piazza Vittorio Emanuele II
Giovinazzo - sabato 17 agosto 2019
06.00
IL CONCERTO - "Libertango" di Astor Piazzolla ad aprire e poi a chiudere, dopo il tributo del pubblico e quando i fuochi d'artificio hanno colorato il cielo scuro di piazza Vittorio Emanuele II.
Inizio e fine del concerto della Fisorchestra Marchigiana, diretta dal Maestro Samuele Barchiesi, sono stati due omaggi al Re del Tango, all'immortale, al virtuoso della fisarmonica, alla sue sonorità latinoamericane inconfondibili. Il concerto dell'ensemble marchigiano è stato un antipasto prelibatissimo prima del cuore dei festeggiamenti in onore di Maria SS di Corsignano.
Il medley dedicato alle musiche del Maestro Ennio Morricone legate alla trilogia del dollaro ed agli spaghetti western di Sergio Leone sono stati un viatico eccellente per raccontare l'Italia e l'italianità in musica attraverso i successi di Domenico Modugno e la canzone partenopea classica, aperta da un altro omaggio, quello a Pino Daniele con "Napul'è".
Poi il sogno, per adulti e piccini, nei tre brani di Alan Menken che hanno avuto il loro culmine nell'esecuzione riarrangiata molto bene per fisarmoniche di "La bella e la bestia" . Infine le colonne sonore da Oscar (Nicola Piovani con "La vita è bella" ha commosso il pubblico presente) ed il tributo ai grandi compositori dell'Ottocento, fino a far riaffiorare tutto il fascino della musica leggera italiana, con "La fisarmonica" di Gianni Morandi ed il richiamo ai Ricchi e Poveri.
L'inno di Mameli cantato da tutta la piazza ed il bis col richiamo a "Libertango" di cui via abbiamo già scritto, sono stati la ciliegina su una torta molto bene assortita e che ha visto in Francesca Marinelli un'ottima interprete. (M.M.)
ECCELLENZA ITALIANA - Dici Marche e pensi all'idea di Marcheshire, come hanno definito quella meravigliosa regione gli inglesi. Pensi alle colline dolci ed alle pettinature dei campi inondati dai girasoli, ma anche al mare ed alle spiagge della Riviera del Conero, all'ermo colle recanatese o alle suggestioni storiche dell'incantevole Ascoli Piceno. O ancora alle mura che trasudano storia di Urbino e del Montefeltro, fino a planare con le emozioni sullo Sferisterio di Macerata.
Ma Marche vuol dire anche sapienza musicale ed artistica inveterata, con quella Castelfidardo gelosa custode di una tradizione unica in tutta il mondo legata alla fisarmonica.
Tutte le Marche erano riunite ieri sera nel meraviglioso gruppo diretto dal Maestro Barchiesi, a testimoniare, una volta di più, che l'eccellenza alberga ancora e spesso, in un Paese ferito dall'ignoranza e dalla mala politica, in coloro i quali propinano arte senza bearsene.
L'eccellenza è quasi patrimonio genetico negli elementi della Fisorchestra fondata nel 2004, che porta in giro, su e giù per la penisola ed in tutta Europa, quella tradizione rinnovata giorno dopo giorno grazie a sapienti maestri artigiani che hanno messo a disposizione le loro mani per altre mani, quelle di musicisti bravi.
Il presidente Marcello Borselli, che abbiamo incontrato ai piedi del palco intelligentemente posto sulla rampa che porta ad un simbolo di Giovinazzo come l'IVE, si è quasi schermito, raccontandoci del loro ritorno a Giovinazzo (erano stati nel 2007 e 2008), delle performance davanti al colto pubblico milanese, all'Arena di Verona e della prossima, il 24 agosto, proprio allo Sferisterio di Macerata. Sembrava tutto normale nei suoi discorsi, fatti di concretezza ed umiltà, ciò che invece normale non è, ciò che è eccellenza, appunto, tutta made in Italy.
La fisarmonica è prodotto di altissimo livello italiano, onorato da musicisti di pari valore, che ieri sera non si sono risparmiati e che hanno lasciato il segno nel pubblico giovinazzese, finalmente attento e partecipe come raramente capita.
L'intuizione di Lino Paciulli, direttore artistico del Comitato Feste Patronali, ci è pertanto sembrata un ottimo modo per iniziare quei festeggiamenti che oggi e domani avranno il loro clou nel Corteo Storico e nella processione dell'edicola della Madonna. Un buon modo, anche e forse soprattutto, per abbracciare virtualmente la gente di una terra di recente segnata da fatti luttuosi, ma capace di essere sempre se stessa in ogni tempo e da cui prendere costantemente esempio nei più disparati campi. (G.B.)
Inizio e fine del concerto della Fisorchestra Marchigiana, diretta dal Maestro Samuele Barchiesi, sono stati due omaggi al Re del Tango, all'immortale, al virtuoso della fisarmonica, alla sue sonorità latinoamericane inconfondibili. Il concerto dell'ensemble marchigiano è stato un antipasto prelibatissimo prima del cuore dei festeggiamenti in onore di Maria SS di Corsignano.
Il medley dedicato alle musiche del Maestro Ennio Morricone legate alla trilogia del dollaro ed agli spaghetti western di Sergio Leone sono stati un viatico eccellente per raccontare l'Italia e l'italianità in musica attraverso i successi di Domenico Modugno e la canzone partenopea classica, aperta da un altro omaggio, quello a Pino Daniele con "Napul'è".
Poi il sogno, per adulti e piccini, nei tre brani di Alan Menken che hanno avuto il loro culmine nell'esecuzione riarrangiata molto bene per fisarmoniche di "La bella e la bestia" . Infine le colonne sonore da Oscar (Nicola Piovani con "La vita è bella" ha commosso il pubblico presente) ed il tributo ai grandi compositori dell'Ottocento, fino a far riaffiorare tutto il fascino della musica leggera italiana, con "La fisarmonica" di Gianni Morandi ed il richiamo ai Ricchi e Poveri.
L'inno di Mameli cantato da tutta la piazza ed il bis col richiamo a "Libertango" di cui via abbiamo già scritto, sono stati la ciliegina su una torta molto bene assortita e che ha visto in Francesca Marinelli un'ottima interprete. (M.M.)
ECCELLENZA ITALIANA - Dici Marche e pensi all'idea di Marcheshire, come hanno definito quella meravigliosa regione gli inglesi. Pensi alle colline dolci ed alle pettinature dei campi inondati dai girasoli, ma anche al mare ed alle spiagge della Riviera del Conero, all'ermo colle recanatese o alle suggestioni storiche dell'incantevole Ascoli Piceno. O ancora alle mura che trasudano storia di Urbino e del Montefeltro, fino a planare con le emozioni sullo Sferisterio di Macerata.
Ma Marche vuol dire anche sapienza musicale ed artistica inveterata, con quella Castelfidardo gelosa custode di una tradizione unica in tutta il mondo legata alla fisarmonica.
Tutte le Marche erano riunite ieri sera nel meraviglioso gruppo diretto dal Maestro Barchiesi, a testimoniare, una volta di più, che l'eccellenza alberga ancora e spesso, in un Paese ferito dall'ignoranza e dalla mala politica, in coloro i quali propinano arte senza bearsene.
L'eccellenza è quasi patrimonio genetico negli elementi della Fisorchestra fondata nel 2004, che porta in giro, su e giù per la penisola ed in tutta Europa, quella tradizione rinnovata giorno dopo giorno grazie a sapienti maestri artigiani che hanno messo a disposizione le loro mani per altre mani, quelle di musicisti bravi.
Il presidente Marcello Borselli, che abbiamo incontrato ai piedi del palco intelligentemente posto sulla rampa che porta ad un simbolo di Giovinazzo come l'IVE, si è quasi schermito, raccontandoci del loro ritorno a Giovinazzo (erano stati nel 2007 e 2008), delle performance davanti al colto pubblico milanese, all'Arena di Verona e della prossima, il 24 agosto, proprio allo Sferisterio di Macerata. Sembrava tutto normale nei suoi discorsi, fatti di concretezza ed umiltà, ciò che invece normale non è, ciò che è eccellenza, appunto, tutta made in Italy.
La fisarmonica è prodotto di altissimo livello italiano, onorato da musicisti di pari valore, che ieri sera non si sono risparmiati e che hanno lasciato il segno nel pubblico giovinazzese, finalmente attento e partecipe come raramente capita.
L'intuizione di Lino Paciulli, direttore artistico del Comitato Feste Patronali, ci è pertanto sembrata un ottimo modo per iniziare quei festeggiamenti che oggi e domani avranno il loro clou nel Corteo Storico e nella processione dell'edicola della Madonna. Un buon modo, anche e forse soprattutto, per abbracciare virtualmente la gente di una terra di recente segnata da fatti luttuosi, ma capace di essere sempre se stessa in ogni tempo e da cui prendere costantemente esempio nei più disparati campi. (G.B.)