
Attività produttive
Olio e conserve, Coldiretti: «Tenere alta la guardia contro truffe alimentari»
I sistemi di sofisticazione divengono sempre più avanzati
Giovinazzo - giovedì 12 giugno 2025
Comunicato Stampa
Dall'olio al vino, dalle conserve fino al grano, l'attività di contrasto delle forze dell'ordine in Puglia ha riguardato numerosi prodotti agroalimentari, con i sistemi di sofisticazione che divengono sempre più 'avanzati', per cui è importante tenere alta la guardia contro le frodi ma anche arrivare all'obbligo dell'etichetta d'origine su tutti gli alimenti in commercio per tutelare consumatori e agricoltori. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base del Report 2024 dell'ICQRF, Ispettorato centrale repressione frodi,
Dal sequestro in provincia di Bari di circa 8 tonnellate di merce di natura alimentare, etichettata in lingua presumibilmente cinese, priva di documentazione a garanzia del sistema di tracciabilità dei prodotti alimentari, in un'azione dell'ICQRF In collaborazione con la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Dogane, al sequestro, congiuntamente ai NAC di Salerno in Puglia di 9.000 capolini di carciofi perché inducevano il consumatore in errore circa il paese di origine, fino al sequestro a Taranto, in collaborazione con i NAS, di conserve vegetali di varie tipologie e pezzature, per etichettatura non conforme, sono solo la punta dell'iceberg delle truffe nel settore agroalimentare.
"Le frodi a tavola sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone", denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che "si fondano sull'inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo". È necessario un netto stop all'ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano gli standard che devono rispettare gli agricoltori in Italia – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché questa concorrenza sleale mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole".
Il falso Made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti, denuncia Coldiretti Puglia, come dimostrato dall'attività investigativa di NAS, ICQRF, Carabinieri Forestali, Guardia di Finanza e gli altri organi investigativi. Intanto, dopo oltre dieci anni di attesa, è stato approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge sulle sanzioni in agricoltura e pesca, che apre finalmente la strada all'attuazione della cosiddetta "Legge Caselli", da sempre sostenuta dall'organizzazione e avanzata già nel 2015 nella proposta di riforma predisposta da Giancarlo Caselli nell'ambito dell'Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti.
Il fatto che si preveda l'aggiornamento del codice penale per includere un nuovo capo interamente dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare "è un passaggio epocale che consente di colpire con maggiore efficacia tutte le frodi a danno della filiera alimentare, a partire dalla contraffazione delle denominazioni di origine DOP e IGP, fino all'utilizzo di segni ingannevoli per trarre in inganno i consumatori che pensano di mangiare un prodotto italiano quando in realtà non lo è. Coldiretti auspica che il disegno di legge sia in tempi ristretti approvato dal Parlamento anche con eventuali modifiche che vadano nel senso di ulteriore valorizzazione e tutela del made in italy agroalimentare, perché con l'introduzione del reato di agropirateria si riconosce finalmente la pericolosità criminale delle attività fraudolente organizzate e reiterate.
Coldiretti ha sempre denunciato l'assenza di strumenti giuridici all'altezza delle sofisticazioni moderne e ribadisce il proprio apprezzamento per un provvedimento che finalmente protegge davvero l'identità del Made in Italy. Soddisfazione anche per la nuova disciplina che rafforza le sanzioni amministrative per chi viola le norme su etichettatura, origine, ingredienti e denominazioni. Una battaglia che vede da sempre Coldiretti schierata in prima fila per il riconoscimento dell'origine su tutti i prodotti europei e a contrasto di un italian sounding oggi consentito dal codice doganale sull'origine dei cibi che permette attraverso l'ultima trasformazione di far diventare un prodotto straniero magicamente made in italy. In questo senso bene l'inasprimento per l'utilizzo abusivo delle parole "latte" e "formaggio" su prodotti vegetali a tutela della trasparenza verso i cittadini consumatori.
E' altrettanto importante garantire anche la piena trasparenza su quanto si mette nel piatto, attraverso l'obbligo di indicare l'origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. Coldiretti ha lanciato in Europa una proposta di legge di iniziativa popolare con l'obiettivo di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. La misura renderebbe obbligatoria l'origine degli ingredienti su tutti i prodotti alimentari venduti nell'Unione Europea. Solo così sarà possibile porre fine all'inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall'attuale norma del codice doganale sull'origine dei cibi che consente l'italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime, come avviene nel caso anche dei semilavorati cinesi. E' possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home.
Dal sequestro in provincia di Bari di circa 8 tonnellate di merce di natura alimentare, etichettata in lingua presumibilmente cinese, priva di documentazione a garanzia del sistema di tracciabilità dei prodotti alimentari, in un'azione dell'ICQRF In collaborazione con la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Dogane, al sequestro, congiuntamente ai NAC di Salerno in Puglia di 9.000 capolini di carciofi perché inducevano il consumatore in errore circa il paese di origine, fino al sequestro a Taranto, in collaborazione con i NAS, di conserve vegetali di varie tipologie e pezzature, per etichettatura non conforme, sono solo la punta dell'iceberg delle truffe nel settore agroalimentare.
"Le frodi a tavola sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone", denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che "si fondano sull'inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo". È necessario un netto stop all'ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano gli standard che devono rispettare gli agricoltori in Italia – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché questa concorrenza sleale mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole".
Il falso Made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti, denuncia Coldiretti Puglia, come dimostrato dall'attività investigativa di NAS, ICQRF, Carabinieri Forestali, Guardia di Finanza e gli altri organi investigativi. Intanto, dopo oltre dieci anni di attesa, è stato approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge sulle sanzioni in agricoltura e pesca, che apre finalmente la strada all'attuazione della cosiddetta "Legge Caselli", da sempre sostenuta dall'organizzazione e avanzata già nel 2015 nella proposta di riforma predisposta da Giancarlo Caselli nell'ambito dell'Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti.
Il fatto che si preveda l'aggiornamento del codice penale per includere un nuovo capo interamente dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare "è un passaggio epocale che consente di colpire con maggiore efficacia tutte le frodi a danno della filiera alimentare, a partire dalla contraffazione delle denominazioni di origine DOP e IGP, fino all'utilizzo di segni ingannevoli per trarre in inganno i consumatori che pensano di mangiare un prodotto italiano quando in realtà non lo è. Coldiretti auspica che il disegno di legge sia in tempi ristretti approvato dal Parlamento anche con eventuali modifiche che vadano nel senso di ulteriore valorizzazione e tutela del made in italy agroalimentare, perché con l'introduzione del reato di agropirateria si riconosce finalmente la pericolosità criminale delle attività fraudolente organizzate e reiterate.
Coldiretti ha sempre denunciato l'assenza di strumenti giuridici all'altezza delle sofisticazioni moderne e ribadisce il proprio apprezzamento per un provvedimento che finalmente protegge davvero l'identità del Made in Italy. Soddisfazione anche per la nuova disciplina che rafforza le sanzioni amministrative per chi viola le norme su etichettatura, origine, ingredienti e denominazioni. Una battaglia che vede da sempre Coldiretti schierata in prima fila per il riconoscimento dell'origine su tutti i prodotti europei e a contrasto di un italian sounding oggi consentito dal codice doganale sull'origine dei cibi che permette attraverso l'ultima trasformazione di far diventare un prodotto straniero magicamente made in italy. In questo senso bene l'inasprimento per l'utilizzo abusivo delle parole "latte" e "formaggio" su prodotti vegetali a tutela della trasparenza verso i cittadini consumatori.
E' altrettanto importante garantire anche la piena trasparenza su quanto si mette nel piatto, attraverso l'obbligo di indicare l'origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. Coldiretti ha lanciato in Europa una proposta di legge di iniziativa popolare con l'obiettivo di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. La misura renderebbe obbligatoria l'origine degli ingredienti su tutti i prodotti alimentari venduti nell'Unione Europea. Solo così sarà possibile porre fine all'inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall'attuale norma del codice doganale sull'origine dei cibi che consente l'italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime, come avviene nel caso anche dei semilavorati cinesi. E' possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home.