Villetta Michele Fazio
Villetta Michele Fazio
Attualità

Intitolata a Michele Fazio la Villetta di viale Moro (FOTO)

Momento sentito dall'intera città alla presenza dei genitori

La città di Giovinazzo non dimentica.

Non si può dimenticare il brutto accadimento che risale al 12 luglio del 2001 giorno in cui Michele Fazio, allora sedicenne, fu ucciso per errore a Bari vecchia mentre tornava a casa. In quel preciso istante era in corso un agguato per vendetta tra giovani componenti di clan mafiosi che imponevano la loro presenza nella città vecchia di Bari. Il giovane Fazio fu vittima innocente di mafia e da quel giorno incessantemente i suoi genitori Pinuccio e Lella sono attivamente impegnati in giro per le città, nelle scuole e nelle piazze di tutta Italia per parlare a tutti, soprattutto ai giovani di cittadinanza attiva, di legalità e di rispetto per le regole e per la vita altrui. La città di Giovinazzo, da molti anni, anche sull' impegno messo in campo dalla precedente amministrazione guidata da Tommaso Depalma, ha espresso sentita vicinanza ai due genitori e al loro impegno sociale e civile e da tre anni il presidio cittadino dell'associazione Libera contro le mafie organizza un torneo di calcetto per ricordare Michele Fazio.
Anche quest'anno l'iniziativa a carattere sportivo e sociale si è svolta con la numerosa partecipazione dei giovani della nostra cittadina. Infatti, in omaggio a Michele Fazio, hanno disputato partite di calcetto i ragazzi di cinque squadre del girone unico Usd Academy Giovinazzo, del presidente Pino Centanni e per il torneo delle associazioni sono scesi in campo giovani delle cinque squadre del girone unico di Azione Cattolica, S. Agostino, Agesci Gruppo Scout Giovinazzo 1, Fratres Giovinazzo, Led e 2Hands.
Ecco i vincitori : 1° posto Fratres, 2° posto 2hands e 3° posto Agesci.
La serata della premiazione di domenica 16 luglio ha avuto il suo momento suggestivo di partecipazione cittadina per l'intitolazione a Michele Fazio, della villetta situata in viale Aldo Moro, accanto alla parrocchia Immacolata, dove è stata posta una targa ad imperitura memoria del nome che porterà quel luogo di aggregazione e della vocazione all'antimafia ed alla legalità della città di Giovinazzo.
6 fotoVilletta Michele Fazio
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LA CERIMONIA DI INTITOLAZIONE E GLI INTERVENTI DEI GENITORI
A cura del presidio dell'associazione Libera, presente sul territorio cittadino, si è svolto l'emozionante momento dell'intitolazione. Nelle parole di Alice Palermo, referente cittadina, il benvenuto a tutti i convenuti, ai genitori di Michele Fazio e alle autorità cittadine.
«Con l' impegno che mettiamo in atto sul territorio speriamo di aver trasmesso a tutti il nostro obiettivo :ricordare sempre Michele Fazio», ha affermato.
Nelle parole dei genitori Pinuccio e Lella Fazio la sentita riconoscenza rivolta alla città di Giovinazzo. Dall' intervento di papà Pinuccio emergono forti i ricordi della loro collaborazione con la magistratura e con le forze dell'ordine : nel 2004 si riaprì il caso e nel 2005 furono arrestati i colpevoli.
«Bellissima Giovinazzo per noi è una seconda città, mi sento a casa - hanno affermato -. Bella la villetta per i bambini e tutti voi dovete respirare la libertà; dal giorno della tragedia i balconi di casa nostra sono aperti per respirare la libertà. Noi collaboriamo con le forze dell'ordine e la magistratura e ne siamo orgogliosi; voi qui respirerete aria di libertà, non dovete avere paura e non restate in silenzio perché in questo modo la mafia alza la testa».
Dai toni emozionanti è stata la testimonianza della mamma Lella. «Bello questo giardino, pensare ai bambini che diranno : mamma andiamo al giardino di Michele Fazio a giocare? Nei vostri sguardi vedo mio figlio. Vi invito a non voltare mai lo sguardo dall'altra parte. Penso che in quella terribile sera i grandi mafiosi hanno fatto un gravissimo errore e per loro, dopo, è stato un fuggi fuggi dopo l'agguato, uno scaricabarile di chi ha paura.
Ho perdonato i quattro colpevoli
- ha rimarcato questa madre coraggio - e non mi vergogno a dire che avevo perso la fede, vedevo buio, ora vedo i colori e penso che i quattro ragazzi sono nati nelle famiglie sbagliate, non hanno ricevuto una carezza dalla loro mamma. Michele diceva che loro erano gelosi di noi, del nostro semplice volerci bene, dei nostri abbracci. Sono ventidue anni che ne parliamo, non è stato Michele a passare nel momento sbagliato, ma loro a essere nel posto sbagliato mentre mio figlio tornava a casa. La vita dobbiamo viverla al meglio, con i giusti valori; dico ai mafiosi: di tutti i soldi sporchi dei vostri traffici cosa dovete farne?
Ora mi rivolgo a tutti, non dite mai: "facciamoci i fatti nostri perché non tocca a noi". Dobbiamo dare tutti sostegno delle forze dell'ordine perché non hanno una vita facile per il lavoro che svolgono, aiutano tutti i cittadini e noi abbiamo il dovere di collaborare con loro».


GLI ALTRI INTERVENTI
Presente l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Sollecito: «Il 12 luglio - ha spiegato - è importante per riflettere sul tema della memoria, in questo quartiere ci sono strade che riecheggiano alla memoria: viale Aldo Moro, via martiri di via Fani, via Matteotti, più su, accanto alla Caserma dei Carabinieri c'è il piazzale dedicato a Salvo D'acquisto e nella stessa zona una piazza dedicata a Luciano Pignatelli, Medaglia d'Oro al Valor Militare - ha affermato il sindaco Michele Sollecito - Vi è una toponomastica di grande valore, di sangue versato da vite innocenti. Le coscienze sono scosse questa sera perché Pinuccio e Lella hanno ribadito la loro militanza di memoria, che è militanza attiva. È bene che si metta in campo una vigilanza attiva, una collaborazione attiva tra cittadini ed istituzioni. Chiediamo oggi un intervento dello Stato che mostri maggiore presenza. Noi continuiamo ad essere presenti come amministrazione e siamo consapevoli che il controllo sociale è più efficace e rende più forti e coese le nostre comunità. Giovinazzo, lo ribadisco, vuole restare comunità in larga parte sana!».
L'intervento conclusivo della serata è stato affidato a Don Angelo Cassano, parroco della chiesa di San Sabino di Bari e referente dell'Associazione Libera per la Regione Puglia. «L'incontro che abbiamo vissuto attesta l'attività del presidio cittadino di Libera- ha affermato Don Angelo. Si può così restituire una geografia della speranza, grazie al presidio di Libera, grazie ai ragazzi che si mettono in gioco. Dobbiamo custodire questi luoghi sociali nei quali i bambini devono vedere una comunità che vive e gioisce di cose belle. Serve un lavoro educativo nel quale il noi deve essere al centro, un noi che testimonia con coraggio l'essere rispettosi della legalità».






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