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Il Consiglio Regionale dice no alle trivellazioni in mare

L'assise si è espressa con voto unanime. Perplessità dai 5 Stelle

«È una Trivellazioni: la Regione Puglia approva i quesiti referendari giornata felice oggi per i pugliesi e per questo Consiglio regionale».

Così il Presidente pugliese, Michele Emiliano, dopo il voto all'unanimità espresso ieri dalla massima assise regionale che ha approvato i testi dei quesiti referendari per l'abrogazione delle norme contenute nello "Sblocca Italia"e nel "Decreto sviluppo" sulle procedure autorizzative per le ricerche petrolifere in mare Adriatico.

Il Consiglio Comunale giovinazzese era stato tra quelli che avevano votato con convinzione un ordine del giorno per far giungere in Regione forte la voce della gente, sotto la spinta delle proposte del fronte "No Triv-No Petrolio", che tiene a sua volta alta la guardia, facendo dichiarare ai suoi rappresentanti: «Siamo solo all'inizio di un lungo percorso».

Pino Lonigro, Presidente della Commissione Affari Regionali, in quota al gruppo Noi a Sinistra per la Puglia ha evidenziato: «L'approvazione all'unanimità da parte del Consiglio Regionale costituisce un fatto decisamente positivo. Non ci si può dividere - ha proseguito - davanti ad una questione così importante per il futuro della nostra terra. Il nostro gruppo in Consiglio - ha concluso - aveva raccolto per primo le sollecitazioni che provenivano dal movimento "No Triv", affinché il Consiglio Regionale si pronunciasse in tempi rapidi sulla possibilità referendaria. Ai tanti comitati, in questo momento, è doveroso esprimere un sincero ringraziamento per aver tenuto accessi i riflettori su una questione così importante, per aver sollecitato la politica, le istituzioni non solo della Puglia, a difendere il nostro Paese».

Soddisfazione pressoché unanime è stata espressa anche da tutto il centro-destra, mentre Viviana Guarini, Consigliera del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato: «Quando un anno fa, in Parlamento, il Governo nazionale a guida PD ha proposto un piano per le trivellazioni, il Movimento 5 Stelle si è da subito duramente opposto in aula, denunciando le devastanti conseguenze che il decreto, poi approvato con la solita fiducia imposta dal Premier Renzi, avrebbe avuto sull'ambiente. Nei mesi successivi - ha chiosato - abbiamo continuato a sensibilizzare l'opinione pubblica attraverso quella che poi sarebbe diventata la richiesta di giustizia urlata da migliaia di cittadini meridionali negli ultimi due anni: "Giù le mani dal nostro mare"».

Ma i pentastellati evidenziano anche l'anomalia del voto di ieri, mettendo in risalto quello che definiscono il «non senso di rimandare un ordine del giorno che avrebbe suggellato semplicemente il loro serio e concreto impegno in favore di questo referendum. Che senso ha votare a favore di un referendum e non votare poi a favore della promozione dello stesso? Alimentando tra l'altro i timori nostri e di tanti cittadini che pensano che questa iniziativa referendaria sia soltanto uno specchietto per le allodole, ma che non esista una concreta volontà da parte dei partiti di raggiungere il quorum». I 5 Stelle, infatti, avevano chiesto un ordine del giorno finalizzato a richiedere, in caso di via libera della Corte Costituzionale, una adeguata promozione dei quesiti, in maniera da portare tanta gente alle urne.

Un passaggio importante quello di ieri. Aspettando la Consulta, la Puglia si è mostrata unita contro quello che rappresenterebbe un pericolo per il suo turismo, risorsa ormai principale della sua economia. Adesso, in caso di responso positivo sui quesiti referendari, sta ai cittadini fare la propria parte armati di matita.
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