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Parte "Orto in condotta". Foto Gianluca Battista
Scuola

Consumatori consapevoli si diventa

Il progetto "Orto in condotta" presentato ieri a stampa e cittadinanza

Si chiama "Orto in condotta", l'importante progetto che dal 2004 è divenuto lo strumento principale delle attività di educazione alimentare ed ambientale nelle scuole italiane.

Mutuato da quanto accaduto a Berkeley, in California, dove fu creato il primo School Garden di Slow Food, ideato e materialmente coltivato da Alice Waters, vice-presidente "Slow Food Internazionale", "Orto in condotta" mette insieme studenti, genitori, nonni, insegnanti e produttori locali per costituire una vera e propria «comunità dell'apprendimento per la trasmissione alle giovani generazioni dei saperi legati alla cultura del cibo ed alla salvaguardia dell'ambiente». In sostanza le scuole si doteranno e coltiveranno un vero e proprio orto con funzione didattica.

A presentare l'intero progetto, voluto dall'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo e che sarà realizzato nei due circoli didattici giovinazzesi, c'erano Tommaso Regina, vice-presidente regionale di "Slow Food", ed il coordinatore pugliese del progetto, Tommaso Giorgino. Quest'ultimo, in particolare, ha spiegato che "Slow Food" coltiva «la tradizione, la curiosità verso un mestiere antico come quello del contadino ed il rispetto per chi coltiva la terra». "Slow Food" è un progetto internazionale che ha «come primo obiettivo quello di porsi delle domande relativamente alla qualità dei nostri cibi e che quelle domande siano poste soprattutto dai bambini. In secondo luogo - ha continuato - il progetto intende materialmente mettere le mani nella terra, per far nascere una generazione di consumatori consapevoli. Infine - ha chiosato - "Slow Food" si pone come obiettivo primario anche quello di creare una vera e propria rete tra consumatori consapevoli che possono divenire co-produttori consapevoli».

"Orto in condotta", che vede la sua Festa nazionale celebrarsi ogni 11 novembre, ha il pregio di mettere in contatto la generazione dei nipoti con quella dei nonni, sfruttando la sinergia che si viene a creare. Da una parte si apprendono "saperi" di cui gli anziani sono portatori (come ad esempio la valorizzazione degli spazi, della terra, delle risorse idriche), mentre dall'altra anche i nonni coltivatori possono, grazie all'apporto di esperti, imparare nuove tecniche di coltivazione.

Quello giovinazzese sarà il nono progetto a partire in Puglia, mentre sono 487 gli orti nati grazie a questo progetto in 198 differenti comuni, con il coinvolgimento di ben 36.000 adulti. Anche i docenti, hanno spiegato il coordinatore ed il vice-presidente di "Slow Food", saranno parte in causa, con «corsi di formazione che si terranno 3 volte all'anno per un totale di 3 ore per volta».

Proprio Tommaso Giorgino ha ricordato l'importanza di questa esperienza, raccontando dei «grandi risultati ottenuti» e delle ottime aspettative che ci sono per questa sfida in salsa giovinazzese. Gli hanno fatto eco sia la Dirigente Scolastica, Carmela Rossiello, sia l'Assessore al ramo, Michele Sollecito, che si sono detti certi dell'ottima riuscita del percorso. In particolare Carmela Rossiello si è soffermata sugli aspetti prettamente pedagogici di "Orto in condotta" e sulla necessità di una riscoperta di quel "senso della lentezza", citato da Giorgino, ed alla base della cultura rurale italiana, per tanto, troppo tempo dimenticata.

Un passo indietro verso le nostre radici, che significa un passo in avanti verso un futuro fatto di coltivazioni sostenibili e pratiche alimentari virtuose.
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  • Assessorato Pubblica Istruzione
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