Capitano Ultimo con Tommaso Depalma
Capitano Ultimo con Tommaso Depalma
Cronaca

Arresto di Riina, Depalma ringrazia Capitano Ultimo cittadino onorario di Giovinazzo

Lettera aperta dell'ex sindaco all'uomo che riuscì a catturare il boss mafioso

Il 15 gennaio 1993, grazie alla brillante "Operazione Belva", la squadra speciale dei Carabinieri diretta da Capitano Ultimo metteva le mani su Salvatore "Totò" Riina, il boss dei boss, l'uomo forse più spietato della cupola mafiosa siciliana. Un uomo mai pentitosi, che ha sempre portato avanti anche al 41bis la sua idea militare delle cosche, dell'azione dell'anti-Stato, il suo disprezzo totale per la legge e la legalità.
In tutta Italia nelle scorse ore si sono celebrate (talvolta non senza retorica) quelle giornate che hanno segnato un importante colpo inferto alla criminalità organizzata nel nostro Paese. Da allora le mafie si sono inabissate, sparano poco ma ancora sono in grado di fagocitare fette importanti dell'economia nazionale, in alcuni casi con il silenzio assenso di una parte della politica.
Proprio nelle scorse ore, l'ex sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, ha voluto elogiare e ringraziare Capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, che ancora continua a portare il suo insegnamento in giro per la penisola e che svolge una meritoria attività nella sua comunità. Tutto con la spada di Damocle della revoca della scorta. Un uomo dello Stato che però non è mai sceso a compromessi, controcorrente, a volte e per alcuni "scomodo". Stretto il legame con Giovinazzo di cui De Caprio è cittadino onorario.
Di seguito la lettera aperta di Tommaso Depalma a Capitano Ultimo (G.B.)


«Caro Capitano Ultimo,
si sa che la vita scorre e trascina ricordi, storie e volti.
Ma chi ha voglia e cuore di tenere viva la memoria dei momenti decisivi di questa nazione, non può ignorare certi momenti, certi simboli e certe storie.
30 anni fa, in queste ore, tu e tuoi fantastici uomini, davate un colpo decisivo alle sorti della mafia sanguinaria, arrestando il capo dei capi.
Totò Riina.
Il prezzo del tuo senso del dovere e di quella mirabile (insieme a tante altre meno note...) operazione, lo stai pagando tuttora.
Dopodomani ancora una volta un TAR dovrà esprimersi sulla opportunità di lasciarti la scorta o meno.
Quasi che la mafia e la sua sete di vendetta sia scomparsa.
Ma prima di questa ennesima sentenza, mi permetto di dare un mio giudizio che avvolge il mio passato da amministratore pubblico e la scelta di renderti cittadino onorario della nostra città, Giovinazzo.
La città di martiri in divisa e in abiti civili come Pignatelli, Rucci, Loiudice e altri che come te hanno amato veramente la nostra nazione.
Il 15 Gennaio 1993 tu mettevi a segno un colpo durissimo ai mafiosi, dando un senso al sacrificio dei Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino e le altre 1000 e passa vittime innocenti di mafia .
Una mafia che oggi uccide meno ma soffoca di più con le sue contaminazioni nella vita politica, economica e sociale.
E allora, pur se la mia voce vale poco o nulla, mi permetto di dire grazie a te Comandante, grazie ai Carabinieri e alle altre divise che lottano per noi e forse indegnamente ti ringrazio a nome dei nostri bambini, della mia città e anche di quel Parlamento che si scorda dei suoi figli migliori e non li protegge.
Sabato scorso ti ho visto stanco ma non vinto.
Piegato ma non spezzato.
Avvilito ma fiero delle tue battaglie di giustizia che ora dedichi a tanti ultimi, alla gente povera, ai diseredati e ai disperati.
Rimani rivoluzionario come sei.
La tua rivoluzione fatta di dignità per tutti gli esseri umani, anche i più sfortunati e abbandonati e fatta di sorrisi per tutti quei bambini della tua Casa Famiglia che grazie a quelli come te, saranno persone migliori e meno infelici.
Ti voglio bene fratello combattente».

Tommaso Depalma
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