La discarica di Giovinazzo
La discarica di Giovinazzo
Vita di città

Ampliamento della discarica: protesta l’Osservatorio

L’ordinanza comunale crea i primi dissapori. «Grave nocumento all’ambiente e al territorio»

L'Osservatorio per la legalità e per la difesa del Bene Comune protesta contro l'ordinanza comunale n. 62 del 6 novembre scorso con cui il sindaco Tommaso Depalma autorizza «la prosecuzione dell'esercizio - si legge - senza soluzione di continuità dell'impianto di Giovinazzo per lo smaltimento del sottovaglio biostabilizzato trattato presso gli impianti di Giovinazzo e Bari» puntualizzando altresì che «lo smaltimento dovrà avvenire mediante la sopraelevazione di circa 1,5 - 2 metri delle quote di chiusura dei lotti di discarica I, II e III».

Ad essere contestata è principalmente la mancanza di coinvolgimento della popolazione in scelte di così grande impatto, che possono mettere in pericolo la salute dei cittadini. «Con l'ordinanza n. 62 del 6 novembre scorso - si legge nella nota dell'Osservatorio - il sindaco ha autorizzato l'ampliamento della discarica, che riceverebbe i rifiuti di ben 20 comuni. Il provvedimento non è stato imposto, visto che è stato proprio il sindaco, nell'assemblea Ato del 3 ottobre 2014 a rendersi "disponibile ad autorizzare la riprofilatura dei lotti I, II e III, come proposto da Daneco nello scorso giugno". Le sembra davvero che tale autorizzazione sia presa per la tutela della salute pubblica e dell'ambiente, - continuano rivolgendosi al primo cittadino - come Lei dichiara citando l'art. 191 del decreto legislativo n. 152 del 2006?».

«La sua decisione - tuonano i componenti dell'Osservatorio - è grave e di nocumento alla comunità di Giovinazzo, considerato che:
- I siti per i quali ha richiesto l'ampliamento sono stati realizzati negli anni '80, secondo criteri e parametri meno restrittivi di quelli previsti dalla successiva Direttiva Comunitaria (1999/31/CE) e recepiti dal decreto legislativo 36/2003, la cui conformità andrebbe necessariamente e fattivamente verificata;
- Nel consiglio comunale del 5 marzo 2014 il suo assessore, Nicola Catalano, metteva in guardia l'amministrazione e definiva un "escamotage" della Regione Puglia il ricompattamento dei rifiuti, per ricavare il volume disponibile in discarica, che Lei invece oggi riconosce ed autorizza;
- Lei ridicolizza l'intero consiglio comunale che nella stessa seduta all'unanimità deliberava la ferma volontà di "impedire ogni ulteriore ampliamento della discarica";
- Nella Conferenza dei Servizi, tenuta solo due giorni prima della Sua ordinanza, l'Arpa subordinava il suo parere al rispetto del principio di precauzione ed all'acquisizione di documentazione probatoria di una serie di assicurazioni relative a impermeabilizzazione del fondo e delle pareti, funzionamento e gestione della raccolta del percolato, captazione del percolato, stabilità dei pendii, ecc.;
- L'Asl, da parte sua nella stessa Conferenza dei Servizi, richiedeva per il suo parere i collaudi delle discariche a riprova della corretta esecuzione delle impermeabilizzazioni del fondo e delle pareti;
- Il dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune di Giovinazzo ha dato parere sfavorevole evidenziando la presenza di numerose criticità tecniche e la mancata conformità alle nuove norme in materia sismica; nonché la non idoneità del Comune di Giovinazzo a emanare ordinanze contingibili ed urgenti su tale materia per questo tipo di discarica, che spettano invece al Presidente della Regione d'intesa con il Ministero dell'Ambiente (come anche confermato dalla sentenza di Cassazione Penale n. 1347/2012).

Nei suoi post su Facebook Lei vanta una contropartita di 2 milioni di euro promessi dall'Area Metropolitana. Ammesso e non concesso che ciò si verifichi, ha calcolato quali sarebbero i costi in termini di salute per la nostra collettività, in caso di riversamento di inquinanti nelle falde acquifere? Crede davvero che si possa accettare qualche "sacrificio umano" barattandolo con qualche vantaggio economico? Le ricordiamo che Giovinazzo, purtroppo, vanta già un triste primato per il numero di malati di cancro e altre malattie degenerative rispetto ai paesi limitrofi. Per non dire poi che alcuni pozzi artesiani a valle della discarica sono stati già chiusi anni or sono (in una situazione, che rispetto all'attuale, era certamente meno allarmante) per la presenza di sostanze inquinanti, segno evidente che la guaina della discarica è compromessa già da tempo.

E poi, siamo certi che l'aumento del peso provocato dall'ulteriore abbancamento di nuovi rifiuti non possa provocare problemi più gravi a posteriori? Cosa potrebbe succedere in caso di alluvioni? E di fenomeni sismici? Quali accertamenti effettuati La rassicurano? L'unica a dare garanzie in merito è la Daneco. Non è nostro compito indagare sull'interesse che può muovere la società che gestisce la discarica, a noi sta a cuore la salute e la sicurezza dei giovinazzesi. Ci domandiamo, però: su chi graverà il costo di eventuali criticità ambientali anche successive alla chiusura (se mai avverrà) della discarica? Sul Comune di Giovinazzo? Sulla Regione Puglia? Sulla Daneco? Esistono forme di garanzia finanziaria o assicurativa per tali evenienze?

È sconcertante costatare la tempestività con la quale è stato rimosso il dirigente dell'Ufficio Tecnico, ora relegato a mansioni secondarie, quando fino a qualche mese fa Lei stesso lo lodava per la sua preparazione e tutti lo stimavano perché onesto, incorruttibile, e perciò vittima persino di attentati alla sua persona e alla famiglia. Al suo posto, sarà insediato un nuovo dirigente del settore Gestione del Territorio, probabilmente più accondiscendente (delibera di giunta n. 199/2014). Per coprirne il costo è bastato declassare il comandante della Polizia Locale, anch'egli oggetto di critiche strumentali negli ultimi tempi. Noi disapproviamo tale scelta e non riteniamo che l'architetto Vincenzo Turturro meriti questo "colpo di grazia" da parte dell'amministrazione comunale!

Sindaco, - conclude l'Osservatorio per la legalità e per la difesa del Bene Comune - bisogna assumersi le responsabilità e non si possono sempre far ricadere su altri inefficienze o fallimenti. Comprendiamo quanto sia difficile governare, ma questi metodi sono del tutto inappropriati. Rimetta il Bene Comune al centro delle sue azioni».
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