Presentazione volume Rucci
Presentazione volume Rucci
Eventi e cultura

Vincenzo Rucci e quell'amore grande per Maria SS di Corsignano

Presentato il 14 agosto alla cittadinanza il volume sul restauro dell'icona della Vergine voluto dal sindaco e pedagogo giovinazzese

Memoria condivisa, valorizzazione delle proprie radici storico-culturali, preservandone soprattutto la parte religiosa.

Questi i temi centrali emersi dalla presentazione del volume in memoria del prof. Vincenzo Rucci, devoto e sindaco di Giovinazzo nei primi anni '50 del secolo scorso, amministratore illuminato che nel 1953 volle fortemente il restauro della sacra icona della Madonna di Corsignano.

A ricordarlo lunedì 14 agosto, in un'Aula Pignatelli gremita, amministratori di oggi e del passato, presidenti dei Comitati Feste Patronali, nonché una intera comunità che ha reso omaggio ad un uomo che sapeva guardare lontano, un uomo moderno per i tempi in cui è vissuto, sempre supportato da una incrollabile fede.

A 100 anni dalla sua nascita (datata aprile 1923), l'omaggio voluto dall'amministrazione comunale guidata da Michele Sollecito ha il sapore della giusta celebrazione di uno studioso a cui Giovinazzo deve tanto. Lo hanno sottolineato il figlio Antonio Rucci (tra i promotori dell'iniziativa con Ciccio Marolla), che ha anche svelato ai presenti, attraverso il racconto di aneddoti della vita famigliare, quel legame che univa il professore alla Vergine di Corsignano, che non si spezzava mai nemmeno in vacanza.

Un anelito continuo alla bellezza della fede autentica, quella coltivata da Rucci, come ha ricordato Agostino Picicco, che affondava le radici negli anni di formazione all'Università Cattolica di Milano da "pioniere" del dopoguerra degli studi e della ricerca. Un luogo, l'allora giovane università meneghina, in cui Vincenzo Rucci venne a contatto con padre Agostino Gemelli e con altri protagonisti di primo piano della storia repubblicana italiana del Novecento.

Rucci amava guardare uscita e rientro dell'icona della Madonna di Corsignano da piazza Duomo, ha rivelato suo figlio Antonio, perché quello scorcio con il profilo minimo di via Marina rendeva unico e privatissimo quel momento. Una fede "discreta", sussurrata, ma fortissima, che portò Vincenzo Rucci a programmare ed a far realizzare il più importante restauro conservativo dell'icona tutt'oggi venerata. Lui, lungimirante, lui convinto che quello fosse non un feticcio meramente a beneficio di chi crede, ma anche simbolo attorno a cui una comunità intera dovese e potesse ritrovarsi, sempre, costantemente, identità concreta.

Il sindaco Michele Sollecito, dopo aver passato in rassegna i meriti di studioso di Rucci, scomparso nel febbraio 2018, ha anche sottolineato come all'interno del volume, gratuitamente editato dal Comune di Giovinazzo e rintracciabile ancora in questi giorni nella sede del Comitato Feste Patronale, vi sia un passaggio che ricorda come a Palazzo di Città sia conservato, dopo il restauro del 1993, il quadro della Madonna di Corsignano Pellegrina (attribuita a Nicola Gliri, allievo di Carlo Rosa), custodita nella stanza del sindaco da 30 anni. Un restauro a cura di Giuseppe Daconto, ma su cui un ruolo chiave ebbe ancora Rucci. Un quadro che resta in un luogo centrale delle istituzioni, a ribadire quanto la Madonna sia il principio ispiratore di tutta la comunità locale.

Nel corso della serata si sono altresì alternati i ricordi di Vincenzo Rucci da parte di amministratori e presidenti di Comitato Feste, mentre l'attuale numero uno Francesco Cassano ha ribadito l'importanza della memoria condivisa per portare avanti al meglio l'opera di chi oggi è impegnato per la grande Festa Patronale. Un impegno, un onore ed un onere che tanti uomini (e donne) costantemente portano avanti, anno dopo anno, rinverdendo l'amore per Maria SS di Corsignano.

L'occasione è stata propizia all'assessora Cristina Piscitelli ed al sindaco Michele Sollecito per annunciare ai presenti l'accordo con la Fondazione del Museo Diocesano per l'apertura straordinaria di chiesette confraternali, con obbligo di restauro di un'opera l'anno. Ed è proprio questo il lascito di Vincenzo Rucci che è potuto emergere nella serata del 14 agosto: il patrimonio artistico giovinazzese è forse anche superiore a quello architettonico e c'è bisogno di iniziare una nuova grande stagione della sua salvaguardia.

Come ha ricordato in apertura il nostro Gianluca Battista, moderatore della presentazione, «Vincenzo Rucci non è solo esempio, storia esemplare da conoscere e raccontare, ma è uomo che ha segnato un prima ed un dopo, come fanno gli eccellenti. Solcano quella storia e prendono decisioni che cambiano il corso della vita comunitaria, migliorandola».
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