Un'aula del Tribunale
Un'aula del Tribunale
Cronaca

«Nessun legame con la mafia». Colpo di scena: assolto l'appuntato Laforgia

Non hanno retto le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione mosse al militare. È tornato in libertà

Assolto al termine del processo di primo grado, celebrato con il rito ordinario, e rimesso in libertà. Coup de théâtre in aula, a Bari, nel secondo filone della vicenda collegata all'inchiesta sui due militari dell'Arma infedeli, entrambi in servizio in passato presso la Stazione di Giovinazzo, che sarebbero stati a libro paga del clan Di Cosola.

Per due anni l'appuntato scelto Domenico Laforgia è stato costretto a svestirsi della propria uniforme. Ieri, però, dopo due ore di camera di consiglio, il Tribunale di Bari ha sposato la tesi della difesa, rappresentata dal legale Tiziano Tedeschi, e dopo aver riqualificato i capi di imputazione, l'ha assolto dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa «per non aver commesso il fatto» e da quello di corruzione in atti giudiziari e di rivelazione del segreto d'ufficio «perché il fatto non sussiste».

Non sono ancora note le motivazioni della sentenza - lo saranno entro 90 giorni -, ma per il collegio giudicante della prima sezione penale barese, presieduto da Rosa Calia Di Pinto, l'imputato, a cui è stato ordinato «il dissequestro e la restituzione delle somme di denaro e di quanto altro in sequestro», è stato condannato per il solo reato di omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale a 2 anni di reclusione (pena, peraltro, già scontata, nda), oltre al pagamento delle spese processuali.

Secondo l'indagine, i militari Antonio Salerno (condannato in abbreviato a 10 anni, nda) e lo stesso Laforgia, per anni avrebbero fornito informazioni su operazioni di polizia giudiziaria relative ad indagini in corso, sui turni di servizio e sui controlli da svolgere nei confronti degli affiliati posti ai domiciliari. In cambio avrebbero «ricevuto denaro e altre utilità per omettere o ritardare atti del proprio ufficio e per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio, al fine di agevolare membri dei Di Cosola».

Per questo, nel processo, l'accusa, rappresentata in aula dai pubblici ministeri antimafia, Federico Perrone Capano e Domenico Minardi, aveva invocato 15 anni di reclusione nei riguardi del militare di Molfetta il cui difensore, nella sua lunga arringa, ha cercato di smontare le accuse di un'inchiesta avviata da Michele Giangaspero, uomo del clan poi divenuto collaboratore, che con le sue dichiarazioni ha fatto arrestare i due militari, raccontando i rapporti che avrebbero avuto con i Di Cosola.

Ma, almeno per Laforgia (da ieri tornato in libertà dopo più di due anni trascorsi fra il carcere di Santa Maria Capua Vetere e la detenzione domiciliare, nda), il verdetto è stato di assoluzione. «Una sentenza giusta - l'ha definita il suo legale di fiducia, Tedeschi -, ma vorrei attendere le motivazioni prima di esprimermi più approfonditamente».
  • Clan Di Cosola
  • Clan Di Cosola Giovinazzo
  • Domenico Laforgia
Altri contenuti a tema
Soldi per pilotare le indagini sul clan Di Cosola: riviste due condanne Soldi per pilotare le indagini sul clan Di Cosola: riviste due condanne Ieri la sentenza del processo d'Appello, confermata la pena all'appuntato Salerno: 10 anni di reclusione
«A Giovinazzo è radicata l'operatività dei Capriati e Diomede-ex Mercante» «A Giovinazzo è radicata l'operatività dei Capriati e Diomede-ex Mercante» Pubblicata la nuova relazione dell'Antimafia: in città «è stata documentata la presenza di un'articolazione dell'ex clan Di Cosola»
«A Giovinazzo emergerebbe l'operatività dei Capriati e Diomede-ex Mercante» «A Giovinazzo emergerebbe l'operatività dei Capriati e Diomede-ex Mercante» Lo sostiene l'Antimafia anche se «tali presenze non escluderebbero il radicamento, nello stesso territorio, di altre strutture criminali»
«Tra gli obiettivi di colonizzazione dei Capriati rientrerebbe Giovinazzo» «Tra gli obiettivi di colonizzazione dei Capriati rientrerebbe Giovinazzo» Lo afferma l'Antimafia che, nel 2020, ha documentato la presenza di un’articolazione dell’ex clan Di Cosola
Soldi per pilotare le indagini sui Di Cosola: chiesta un'altra condanna Soldi per pilotare le indagini sui Di Cosola: chiesta un'altra condanna La Procura ha chiesto 15 anni per Laforgia. Si tornerà in aula il 13 luglio con l'arringa della difesa, la sentenza entro l'estate
Soldi per pilotare le indagini sul clan Di Cosola: condannati in 4 Soldi per pilotare le indagini sul clan Di Cosola: condannati in 4 Condanne a pene comprese tra i 13 anni e 4 mesi e 6 anni di carcere. Tra gli imputati l'appuntato Salerno: 10 anni
Soldi per pilotare le indagini sul clan Di Cosola: chieste 4 condanne Soldi per pilotare le indagini sul clan Di Cosola: chieste 4 condanne Tra gli imputati c'è l'appuntato Salerno. La Procura ha chiesto pene tra i 14 e i 6 anni di carcere
«L'influenza del clan Di Cosola sulla città di Giovinazzo» «L'influenza del clan Di Cosola sulla città di Giovinazzo» Secondo l'Antimafia «il clan sarebbe tornato a occuparsi del controllo territoriale attraverso le estorsioni»
© 2001-2024 GiovinazzoViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata. Tutti i diritti riservati.
GiovinazzoViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.