Domenico Illuzzi
Domenico Illuzzi
Hockey

La rivincita di Illuzzi: da Giovinazzo al sogno Coppa Italia

Il suo Lodi ha superato il Bassano di Marzella, il tecnico che lo ha lanciato in maglia biancoverde

Forse è valsa la pena spostarsi di oltre 800 chilometri più a nord se poi doveva finire così. Chissà quante volte il giovinazzese Domenico Illuzzi avrà ripensato a quel giorno di metà luglio (correva l'anno 2012, ndr), quando arrivò a Lodi, nella bassa pianura lombarda, considerato da Pino Marzella l'obiettivo numero uno del mercato dell'Amatori.

Ieri sera, dopo aver perso 4-2 la finale di Supercoppa italiana contro il Marzotto Valdagno nella stagione sportiva 2012/13, con la fascia di capitano al braccio ha alzato al cielo la Coppa Italia, al termine della finalissima, disputata sulla pista di Forte dei Marmi, e vinta 5-2 contro il Bassano allenato da Marzella, ovvero da colui che prima lo ha svezzato in maglia biancoverde (dall'esordio appena 16enne in A2 nel 2005 fino al 2011/12 in cui ha segnato 37 gol in 26 gare in A1, ndr), e poi lo ha lanciato nell'hockey che conta.

«Presto la Nazionale non potrà che attingere da Giovinazzo, come accadeva ai bei tempi», raccontava Marzella, nel 2007, attraverso le pagine di Repubblica. Non a caso, fra gli azzurrini dell'epoca c'era anche Illuzzi, uno dei ragazzi d'oro (l'altro era Ranieri, ndr) lanciati da Marzella. «Presto sarà la stella del nostro hockey», fu la scommessa di Marzella, che da giocatore era considerato l'attaccante più forte al mondo. E se lo diceva lui, c'era da credergli.

Nel luglio del 2008, infatti, Illuzzi, fu il primo atleta dell'AFP, dopo oltre vent'anni, a essere convocato in Nazionale in occasione dei campionati Europei di Oviedo, dove conquistò la medaglia di bronzo. La convocazione si ripetette in occasione dei campionati Europei under 20 di Hamm-Herringen, dove contribuì ancora alla conquista della medaglia di bronzo. Fu un importante segnale di fiducia nel futuro del movimento hockeystico giovinazzese, replicatosi nel luglio 2009 e nel settembre 2010.

Illuzzi fu l'intuizione felice di Marzella. Ieri è entrato nella storia, oggi può diventare un mito. E adesso chi lo svalutava lo applaude e lui se la gode. Bassano gli porta fortuna: al Roller, il 13 ottobre 2007, segnò la rete del definitivo 5-4 a sette secondi dall'ultima sirena, valsa il meritato successo finale. Ed i primi tre punti stagionali dell'AFP Giovinazzo in serie A1, ben 12 anni dopo l'ultima volta.

Ieri, contro il Sind, grazie ad un doppio Platero, Malagoli, Verona e Ambrosio (i goleador giallorossi ai quali i veneti hanno potuto opporre solamente le reti di Gimenez e Garcia, ndr) ha riportato la Coppa Italia nella bacheca lodigiana dalla quale mancava dal 2011. E adesso il suo Lodi, oltre al trofeo, conquista anche un posto nella prossima Eurolega e si candida seriamente per la conquista dello scudetto.

Il successo toscano porta la firma di Illuzzi, un rampollo di casa biancoverde. Un'altra scommessa vinta da Marzella che ha sempre creduto nelle sue qualità e capacità tecniche. Fu proprio il Maradona dell'hockey, nell'estate di quattro anni fa, a volerlo fortemente in Lombardia. Fu lui il vero anello di congiunzione fra l'universale giovinazzese e il Lodi. E Illuzzi, dopo essersi liberato dal vincolo con il club pugliese, lasciò casa sua solo per l'Amatori, nonostante sul giocatore si erano mosse anche Bassano e Viareggio.

Nel 2012, quando lasciò Giovinazzo, in molti assicurarono: «Tra qualche mese tornerà qui». Lui, invece, non si è perso d'animo. E dopo il nono posto dello scorso anno e l'avvio della nuova stagione, iniziata con l'obiettivo di arrivare nelle prime posizioni, Illuzzi oggi guarda tutti dall'alto verso in basso. E adesso punterà allo scudetto facendo leva sulla forza del gruppo.

«Un gruppo fantastico a cui dedico la vittoria della Coppa Italia. Lodi negli ultimi anni ha raccolto poco e spero che in questa stagione possa arrivare un altro bel risultato», sorride Illuzzi. In estate disse a il Cittadino: «Vediamo di arrivare bene ai play-off, poi può succedere di tutto». Basta volerlo fino in fondo.
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