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Impatto ambientale dei cosmetici: come è possibile ridurlo?

Ecodesign e packaging biodegradabili

Il mercato della cosmesi in Italia ha recuperato in maniera fantastica i volumi pre pandemia e, come evidenziato da alcuni autorevoli dati presentati in occasione dell'ultima edizione del Cosmoprof di Bologna, continua a crescere.

Nell'ambito dei trend che stanno emergendo con sempre più preponderanza, un doveroso cenno va dedicato al green.

I cosmetici formulati con ingredienti naturali, come estratti vegetali, oli essenziali e minerali, offrono un'alternativa più ecologica e biodegradabile rispetto ai loro omologhi sintetici dato che riducono notevolmente l'impatto ambientale durante il processo di produzione.

È dunque ipotizzabile pensare che la tendenza a virare verso la cosmesi sostenibile, già riscontrabile nella diffusione dei prodotti cosmetici naturali nei centri estetici (in questa pagina di ayurway.it c'è un interessante approfondimento al riguardo), sia dovuta non solo alla consapevolezza dei benefici per la salute della pelle ma anche a una maggiore coscienza morale.

Oggi come oggi, i consumatori hanno molte più informazioni autorevoli a loro disposizione e possono capire se hanno davanti o meno un cosmetico sostenibile.

Le aziende, dal canto loro, devono fare il grosso. Quali sono gli step essenziali al proposito? Vediamoli assieme nel prossimo paragrafo.

Cosmetici a impatto ridotto: come possono cambiare le cose

Per ridurre l'impatto ambientale dei cosmetici, le aziende hanno dalla loro parte diversi strumenti.

Uno dei più importanti è indubbiamente il Life Cycle Assessment. Si tratta, come dice l'espressione stessa, di un'analisi del ciclo di vita del prodotto.

L'obiettivo è prendere in esame una per una le varie fasi della filiera produttiva, per capire quali, in concreto, hanno un impatto maggiore sia sulla natura, sia sulla salute degli utilizzatori.

Viene preso in considerazione ogni step, dall'approvvigionamento delle materie prime fino al packaging. Nei casi in cui è previsto che il brand venda presso store fisici, il Life Cycle Assessment considera altresì la sostenibilità del materiale che viene impiegato per esporre i prodotti.

Chiariti i dati in merito, si può agire su diversi fronti. Uno di questi prevede il lavoro sull'upcylcing. Di cosa si tratta? Di un approccio che si basa, in fase di filiera produttiva, sull'utilizzo di ingredienti riciclati per i cosmetici del proprio brand.

Una delle soluzioni più diffuse in questi casi è il ricorso agli scarti di produzione dell'industria alimentare.

Si tratta di una delle strade più praticate nell'industria cosmetica e per un motivo ben preciso: scarti della filiera alimentare, come per esempio le bucce, sono caratterizzati dalla presenza di attivi dalle proprietà preziose - p.e. antiossidanti - e di grande importanza quando si parla di cosmetici.

Attenzione al packaging

Quando si parla di impatto ambientale della cosmetica, non si può non dedicare un cenno al packaging. Facendo attenzione sia alla sua produzione, sia allo smaltimento, è possibile ridurre di circa il 90% l'impatto ambientale del singolo prodotto.

Quali sono le soluzioni più efficaci da adottare? Indubbiamente quella di proporre sul mercato cosmetici con contenitori ricaricabili (refill). Si può considerare, inoltre, il ricorso a imballaggi ottimizzati per la raccolta differenziata.

Le sfide del futuro

In un mondo che guarda sempre di più alla tutela dell'ambiente, sono diverse le sfide che le aziende della cosmesi hanno davanti.

Tra le più importanti rientra la creazione di packaging pensati in ottica di ecodesign. In generale, faranno la differenza filiere produttive orientate alla neutralità climatica, ma anche il focus su caratteristiche come la biodegradabilità.

Essenziale in tutto questo sarà anche la comunicazione. A imporsi sul mercato nei prossimi anni saranno le imprese capaci di gestirla mettendo in primo piano la trasparenza anche nei processi di tutela dell'ambiente.

La conseguenza positiva principale? I consumatori che si fidano maggiormente del brand e lo premiano con gli acquisti dei prodotti.

Non dimentichiamo che è l'acquirente a muovere il cambiamento e che, come già accennato, oggi le aziende si rivolgono a persone molto più informate e desiderose di fare la differenza nel mondo con le loro scelte quotidiane.

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