
Musica
Simone Lavia, il rapper che racconta la sua generazione
Intervista al giovanissimo cantante giovinazzese
Giovinazzo - lunedì 26 agosto 2019
La nostra redazione è sempre a caccia di giovani talenti giovinazzesi. Tra rime e stile che incalza ecco la musica del giovane Simone Lavia, classe 1999, che, nei suoi testi rap ed hip hop ci racconta del mondo giovanile, delle esperienze di vita, dei sogni, della sua Giovinazzo e dei suoi amici. Lo abbiamo sentito per conoscerlo meglio e per farci raccontare qualcosa di più approfondito circa il suo stile, la sua visione di vita, i suoi esordi e a chi si ispira.
Quando hai scoperto questa passione per il rap?
Ho scoperto la musica rap quando frequentavo la scuola elementare, quando casualmente presi dall'auto di mio cugino un cd e nascondendomi dai miei genitori, lo ascoltai da solo in cameretta trovandoci sopra gran parte della discografia di Fabri Fibra, ai tempi il cantante più in voga. Rimasi subito colpito da quelle sonorità, da quel ritmo, da quella continuità di parole rapide, in rima, dirette: inizialmente non comprendevo i testi, non capivo il significato dei concetti espressi, essendo appunto molto piccolo, ma imparavo a memoria ogni singolo pezzo, sapevo a memoria ogni singola rima, Pur non conoscendo letteralmente il significato di determinate parole. Crescendo con l'età iniziai a comprendere ed apprezzare quei testi memorizzati tempo addietro, rimanendo sbalordito dalla durezza, dalla semplicità con cui venivano espressi temi molto sensibili. Così iniziai a crearmi il mio bagaglio culturale in ambito musicale, finché un giorno all'età di 14 anni, mi ritrovai casualmente ad ascoltare due ragazzi che facevano freestyle (improvvisazione, creare dei testi rap al momento, all'impronta) nella villa comunale, avevo già ascoltato in tv, in un programma musica chiamato Mtv Spit, altri ragazzi fare quella roba, ma con maggiori capacità dei miei compaesani, dunque preso quasi da un'aria di sfida, dalla volontà di dimostrare a quei ragazzi che non erano così talentuosi come credevano, mi dilettai anch'io nel freestyle scoprendo col tempo di avere una grande dote. Qualche mese dopo scrissi il mio primo pezzo e, dopo mesi passati a fare freestyle per le strade di Giovinazzo, decisi di raccontare la mia storia, il mio passato, tramite rime, metriche e sonorità aggressive.
Dal primo progetto del 2015 con un pezzo su Giovinazzo ora la tua musica è in evoluzione: cosa è cambiato?
Sicuramente ho ampliato il mio bagaglio culturale, quindi ho più concetti da esprimere con terminologie più ricercate, ho migliorato la mia capacità di stare a tempo sulla base. Crescendo ho vissuto altre avventure, ho più esperienza alle spalle, quindi più storie da raccontare. È migliorata principalmente la qualità tecnica dei miei pezzi non registrando più in garage, ma in uno vero studio di registrazione. Si è evoluta la mia musica sia dal punto di vista dei contenuti che della qualità sonora
Tu scrivi i testi, chi compone la musica?
Le basi principalmente sono type beat, prese da YouTube, ma dietro il lavoro tecnico c'è Kif Kiffen, nome d'arte di Claudio La Piana, che ha iniziato ad affiancarmi da dicembre 2018 con il mio primo singolo serio "Magari domani" a cui ho abbinato il primo video serio, fatto bene. Kif Kiffen è uno dei tecnici audio più talentuosi della provincia, è anche grazie a lui se i miei pezzi suonano così bene.
L'idea del tuo nome d'arte Big Elle da cosa nasce?
Il nome d'arte nasce da due motivi: dal fatto che da bambino avevo un fisico robusto e nacque " big Lavia" e dal fatto che sono fan del noto rapper americano Big L anche lui free style che mi piaceva molto negli anni dell'adolescenza.
Il brano "Storie" dell'estate 2019 cosa racconta e da cosa è stato ispirato?
Ho pensato di creare una hit estiva non classica di reggaeton ma di strada, aggressiva come nel mio genere,che rimanesse impressa nelle persone. Nel brano "storie" racconto delle mie capacità, e del talento, dei luoghi di ritrovo a Giovinazzo, dei miei amici Nicola e Davidino,quasi a voler creare una community intorno al pezzo per stare più vicini. Penso di aver realizzato un video di qualità visiva superiore rispetto ai lavori passati, abbiamo utilizzato un drone, macchine fotografiche professionali, per affermare la mia crescita musicale. Nel brano c'è il racconto di storie personali, che ci fanno sorridere, delle esperienze di Biggie- Big Elle con rime e " slang"che noi ragazzi utilizziamo.
Nel tuo futuro, quale obiettivo c'è? Forse un disco?
Il disco è un obiettivo in cantiere, entro il 2020 potrebbe essere previsto. Il prossimo progetto è " Scvnazz 2.0" un brano che farò con Amnesia nome d'arte di Giampaola D'Agostino una ragazza di Giovinazzo che vive ad Oxford per lavoro. Con lei ho fatto nel 2015 il primo brano "Scvnazz" video che su YouTube raggiunse circa quindici mila visualizzazioni. Fu un exploit quel pezzo che fu molto apprezzato e mi ha reso "famoso" in ambito cittadino.Dopo quattro anni abbiamo pensato di rifare quel brano in versione remix con base ed argomentazioni nuove. Nel futuro vorrei espandere il mio nome fuori dalla Puglia che non propone nulla di speciale nel campo rap. La mia città Giovinazzo sarà nel cuore, ma il genere di cui sono appassionato, il rap, mi porterà a Roma o a Milano perché li è rappresentato da artisti noti. Nel mio futuro oltre alla musica c'è l'università: ho iniziato a seguire la facoltà di scienze della comunicazione.
Quando hai scoperto questa passione per il rap?
Ho scoperto la musica rap quando frequentavo la scuola elementare, quando casualmente presi dall'auto di mio cugino un cd e nascondendomi dai miei genitori, lo ascoltai da solo in cameretta trovandoci sopra gran parte della discografia di Fabri Fibra, ai tempi il cantante più in voga. Rimasi subito colpito da quelle sonorità, da quel ritmo, da quella continuità di parole rapide, in rima, dirette: inizialmente non comprendevo i testi, non capivo il significato dei concetti espressi, essendo appunto molto piccolo, ma imparavo a memoria ogni singolo pezzo, sapevo a memoria ogni singola rima, Pur non conoscendo letteralmente il significato di determinate parole. Crescendo con l'età iniziai a comprendere ed apprezzare quei testi memorizzati tempo addietro, rimanendo sbalordito dalla durezza, dalla semplicità con cui venivano espressi temi molto sensibili. Così iniziai a crearmi il mio bagaglio culturale in ambito musicale, finché un giorno all'età di 14 anni, mi ritrovai casualmente ad ascoltare due ragazzi che facevano freestyle (improvvisazione, creare dei testi rap al momento, all'impronta) nella villa comunale, avevo già ascoltato in tv, in un programma musica chiamato Mtv Spit, altri ragazzi fare quella roba, ma con maggiori capacità dei miei compaesani, dunque preso quasi da un'aria di sfida, dalla volontà di dimostrare a quei ragazzi che non erano così talentuosi come credevano, mi dilettai anch'io nel freestyle scoprendo col tempo di avere una grande dote. Qualche mese dopo scrissi il mio primo pezzo e, dopo mesi passati a fare freestyle per le strade di Giovinazzo, decisi di raccontare la mia storia, il mio passato, tramite rime, metriche e sonorità aggressive.
Dal primo progetto del 2015 con un pezzo su Giovinazzo ora la tua musica è in evoluzione: cosa è cambiato?
Sicuramente ho ampliato il mio bagaglio culturale, quindi ho più concetti da esprimere con terminologie più ricercate, ho migliorato la mia capacità di stare a tempo sulla base. Crescendo ho vissuto altre avventure, ho più esperienza alle spalle, quindi più storie da raccontare. È migliorata principalmente la qualità tecnica dei miei pezzi non registrando più in garage, ma in uno vero studio di registrazione. Si è evoluta la mia musica sia dal punto di vista dei contenuti che della qualità sonora
Tu scrivi i testi, chi compone la musica?
Le basi principalmente sono type beat, prese da YouTube, ma dietro il lavoro tecnico c'è Kif Kiffen, nome d'arte di Claudio La Piana, che ha iniziato ad affiancarmi da dicembre 2018 con il mio primo singolo serio "Magari domani" a cui ho abbinato il primo video serio, fatto bene. Kif Kiffen è uno dei tecnici audio più talentuosi della provincia, è anche grazie a lui se i miei pezzi suonano così bene.
L'idea del tuo nome d'arte Big Elle da cosa nasce?
Il nome d'arte nasce da due motivi: dal fatto che da bambino avevo un fisico robusto e nacque " big Lavia" e dal fatto che sono fan del noto rapper americano Big L anche lui free style che mi piaceva molto negli anni dell'adolescenza.
Il brano "Storie" dell'estate 2019 cosa racconta e da cosa è stato ispirato?
Ho pensato di creare una hit estiva non classica di reggaeton ma di strada, aggressiva come nel mio genere,che rimanesse impressa nelle persone. Nel brano "storie" racconto delle mie capacità, e del talento, dei luoghi di ritrovo a Giovinazzo, dei miei amici Nicola e Davidino,quasi a voler creare una community intorno al pezzo per stare più vicini. Penso di aver realizzato un video di qualità visiva superiore rispetto ai lavori passati, abbiamo utilizzato un drone, macchine fotografiche professionali, per affermare la mia crescita musicale. Nel brano c'è il racconto di storie personali, che ci fanno sorridere, delle esperienze di Biggie- Big Elle con rime e " slang"che noi ragazzi utilizziamo.
Nel tuo futuro, quale obiettivo c'è? Forse un disco?
Il disco è un obiettivo in cantiere, entro il 2020 potrebbe essere previsto. Il prossimo progetto è " Scvnazz 2.0" un brano che farò con Amnesia nome d'arte di Giampaola D'Agostino una ragazza di Giovinazzo che vive ad Oxford per lavoro. Con lei ho fatto nel 2015 il primo brano "Scvnazz" video che su YouTube raggiunse circa quindici mila visualizzazioni. Fu un exploit quel pezzo che fu molto apprezzato e mi ha reso "famoso" in ambito cittadino.Dopo quattro anni abbiamo pensato di rifare quel brano in versione remix con base ed argomentazioni nuove. Nel futuro vorrei espandere il mio nome fuori dalla Puglia che non propone nulla di speciale nel campo rap. La mia città Giovinazzo sarà nel cuore, ma il genere di cui sono appassionato, il rap, mi porterà a Roma o a Milano perché li è rappresentato da artisti noti. Nel mio futuro oltre alla musica c'è l'università: ho iniziato a seguire la facoltà di scienze della comunicazione.