Fiorone Menghtàur
Fiorone Menghtàur
Attività produttive

Anche a Giovinazzo a rischio la produzione e il fatturato di sua Maestà il fiorone "Menghtàur"

Gelata, siccità e caldo intenso stanno mettendo a dura prova il comparto agricolo. Dimitrio: «A breve riprenderanno lavori per Consorzio»

È tempo di fioroni. Il 13 giugno, giorno in cui si festeggia Sant'Antonio di Padova, gli agricoltori del nord barese, tra cui quelli di Giovinazzo, come da tradizione iniziano la raccolta del fiorone bianco "Sant'Antonio" per poi proseguire, nelle zone più vicine al mare e quindi con temperature più miti, con la raccolta del fiorone rosso "Menghtàur", tipico fiorone terlizzese creato nel '700 con un innesto da un fico. Un prodotto che porta il nome del sindaco dell'epoca di Terlizzi Domenico Tauro, che ne comprese l'unicità.

Il caldo africano di questi giorni, la siccità e la gelata del mese di aprile sono stati tre fattori che hanno creato seri problemi alla produzione e al fatturato del fiorone "Menghtàur": minor produzione per colpa della gelata e la siccità con il caldo intenso hanno praticamente asciugato la prelibata infruttescenza che mediamente raggiunge un peso di circa 140-170 grammi con un clima favorevole. Quest'anno tale risultato è stato raggiunto soltanto da chi ha avuto la possibilità di irrigare le coltivazioni, mentre per gli agricoltori che si sono affidati alla speranza di un buon clima, il peso del fiorone si aggira tra i 50-70 grammi a fiorone.

La superficie agricola utilizzata complessivamente per la coltivazione del "Domenico Tauro" è di circa 600 ettari distribuiti tra i comuni di Terlizzi, Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Ruvo d Puglia. Di questa, la metà, circa 300 ettari, è presente nell'agro di Terlizzi e nel territorio di Giovinazzo ne ricadono tra circa 80. In condizioni ordinarie la produzione si attesta intorno ai 30mila quintali e quella vendibile è stimabile tra i 2milioni e mezzo di euro è i 3 milioni e mezzo di euro.

Intanto nel Mercato Ortofrutticolo di Terlizzi in questi giorni stanno arrivando produttori non solo locali ma anche dalle vicine Ruvo di Puglia, Molfetta, Giovinazzo e Bisceglie, per portare il dolcissimo ed ambitissimo frutto. E ad aspettarli ci sono gli acquirenti di tutto il circondario, pronti per la tradizionale asta mattutina e per aggiudicarsi cassette intere del prelibato frutto rosso, dove il prezzo oscilla tra gli 80 centesimi a 1,30 euro al chilo. Frutto che poi viene confezionato nei plateau caricati su furgoni dotati di celle frigorifere, pronti per il lungo viaggio in Europa soprattutto verso i mercati svizzeri, francesi e tedeschi. Si tratta di un prodotto gustoso che si sta facendo strada anche nella cucina internazionale, dall'antipasto al dolce, fino ad essere impiegato come gusto di gelato.

«La leggenda narra - racconta l'assessore all'Agricoltura del Comune di Terlizzi, patria di questo frutto, Fedele Dimitrio - che Domenico Tauro ebbe l'intuizione di far "sposare" il fiorone spagnolo della varietà Suar con una pregiata e delicata specie locale. Da questo "incrocio" ne derivò una varietà nuova appunto il fiorone "Menghtàur", traduzione dialettale di "Domenico Tauro", a cui è intitolata la via dove lui abitò. Oggi il fiorone rosso è sulla strada per l'ottenimento del riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) - ha precisato - , un iter lungo, che porterà il giusto valore al fiorone e al nostro territorio. L'emergenza Covid19 ha rallentato questo percorso, ma a breve si riprenderanno i lavori con la costituzione del Consorzio e la definitiva redazione dello Statuto è ormai quasi pronta».
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