Emanuele Del Celo
Emanuele Del Celo
Musica

"Erosione", l'omaggio in musica di Irene Caccavo per Emanuele Del Celo

Il racconto di un lavoro che emoziona

La musica ci lega fortemente ai ricordi, ha una rilevanza speciale in questo senso.

Un pensiero in musica si è mosso ed è volato in alto verso il cielo per rivolgere un pensiero intriso di affetto verso un giovane ragazzo che non c'è più: Emanuele Del Celo. Il pensiero artistico e musicale di vedivenere (scritto così), originale nome d'arte di Irene Caccavo, cara amica di Emanuele, artista e cantante di origine di Giovinazzo, ci ha folgorato per la bellezza che si sprigiona dal brano intitolato "Erosione". Questo vuol essere un suo omaggio in note e versi per lui.

LA STORIA DI EMANUELE
Emanuele Del Celo, 24 anni, ballerino, ha vissuto la sua infanzia a Giovinazzo, città d'origine della sua mamma Titti, cara a molti giovinazzesi, e della nonna Giò, Giovanna Forte Sifo, che lo ha purtroppo raggiunto pochi giorni fa. Emanuele si era trasferito a Londra con la famiglia dove aveva compiuto i suoi studi e dove aveva mosso i primi passi nel mondo della danza per poi spiccare il volo in molti Paesi del mondo. Il suo talento è stato motivo di orgoglio per i suoi amati genitori Titti e Massimo, per la sua meravigliosa sorella gemella Francesca, tuffatrice di fama internazionale e per la nonna. Con la nostra città ha sempre mantenuto un forte legame, qui ha trascorso spesso le festività e le vacanze estive per rivedere parenti ed amici tra cui Irene Caccavo. Emanuele ha lasciato prematuramente la vita terrena lasciando nello sconforto chi lo ha amato; da cinque anni era ballerino professionista e da tre anni era ballerino della Compagnia nazionale di Ostrava, città della Repubblica Ceca, capoluogo di regione della Moravia-Slesia. Il ricordo che abbiamo è di un ragazzo ricco di talento, appassionato di musica, danza e arte; amava anche disegnare. Il giorno del suo funerale in Repubblica Ceca, dopo le esequie, i suoi amici e sua sorella hanno danzato per lui, tutta la compagnia di ballo era presente, cinquanta tra ragazzi e ragazze, ballerini provenienti da diverse nazioni.

L'OMAGGIO IN MUSICA DI VEDIVENERE

L'omaggio musicale a lui rivolto, realizzato da vedivenere, merita un'attenzione speciale perché la giovane cantante ha creato qualcosa di bello per suggellare un ricordo che resterà comunque indelebile. Abbiamo raggiunto telefonicamente Irene Caccavo, che studia canto e musica a Roma, per scoprire qualcosa di più su di lei e su questo brano così particolare.

L'INTERVISTA
Molto originale e curiosa la risposta vedivenere sul suo nome d'arte… «Da bambina, mia madre mi chiavava la Venere di Botticelli, vedendo in me la somiglianza con Simonetta Vespucci, per via dei capelli che ricordavano il quadro. Crescendo ho approfondito la figura del Botticelli e me ne sono completamente innamorata, tanto da decidere, durante il liceo, di dedicare la mia vita all'arte e a quell'artista, e poi ho deciso di farmi tatuare sul polso una lettera V con due parentesi quadre e una E per cui Ve con il mio nome al contrario formava la parola Venere ed è diventato il modo emblematico di sottolineare questo legame che avevo instaurato con Botticelli, quando avevo iniziato a comprendere questo mondo che ho poi scoperto di amare. Quando mi sono trasferita a Roma mi hanno chiesto come mi chiamassi alla fine di un'esibizione ed è così nato il mio nome d'arte "vedivenere"».

Le abbiamo chiesto come e quando è nata l'idea di scrivere il brano.
«Il brano nasce nella terribile settimana in cui abbiamo ricevuto la notizia; è stato il mio modo di elaborare il dolore, di salutare Emanuele e di comunicare con lui anche perché mi sembrava un modo di collegare i due mondi : il mio mondo artistico, musicale e creativo e il ricordo di Emanuele anche lui artista e creativo. Il brano nasce sia dalla celebrazione della sua persona, per me molto importante nella mia vita. Ho immaginato il brano come una danza sia celebrativa, di memoria, sia qualcosa utile per esorcizzare il dolore e per riflettere sulla caducità della vita. Nel sapere della prematura scomparsa di Emanuele ho avuto uno scossone e mi sono resa conto che è tutto molto labile e che tutto quanto sfugge e magari siamo distratti e non ci rendiamo conto del bello che ci circonda. La mia canzone "Erosione " nasce come celebrazione della vita e di Emanuele in primis e vuol notare le piccole e belle cose a cui non diamo molta importanza. Attraverso questa danza io dialogo con lui e questi suoni, in particolare la tromba che mi ricordava un canto funebre, anche le cerimonie funebri solenni per i soldati. Io con il mio linguaggio artistico e musicale volevo rendere solenne il brano, volevo dirgli addio sapendo che non sarà solo un ricordo ma un'impronta nella mia vita e di chi gli ha voluto bene».

La cantante ci ha anche detto che il pezzo è stato realizzato in cinque mesi di lavoro perché soprattutto per la copertina l'artista non riusciva a rendere onore a Emanuele; a lei sembrava che mancasse qualcosa e grazie al produttore Sir Joe, nome d'arte di Sergio Buraggi, e Leonardo Piga alla tromba, è stato possibile realizzarlo. Le abbiamo chiesto in merito alla scelta del titolo Erosione.
«Il titolo "Erosione" rende perfettamente l'idea del tipo di dolore che si prova- ci ha detto. È un'erosione perché scaturisce da un dolore del genere, molto forte, che ti porta a piangere, il pianto è fatto di gocce fragili che comunque scavano su un groviglio di emozioni forti, che in realtà ti pietrificano e questo contrasto tra un dolore che ti pietrifica e la forza delle gocce del pianto che scavano, creano un'erosione. Questa è l'immagine che avevo nei miei occhi. Tra qualche settimana pubblicherò un video di Emanuele, in sua memoria».

Per poter ascoltare il brano pubblicato su Spotify si può cliccare il seguente link .

La cantante è stata una delle amiche di Emanuele Del Celo ed inevitabilmente le abbiamo chiesto quali ricordi conservasse di lui.
«Ne ho tanti, abbiamo vissuto tanti momenti estivi da ragazzi a Giovinazzo, uno degli ultimi ricordi, sul lungomare parlando dei nostri sogni, la sua risata contagiosa, il suo italiano con quella splendida inflessione inglese- ci ha risposto Irene Caccavo. Lui mi dava tanta forza, mi ha sempre spinto a superare i miei limiti; sta capitando quando mi trovo in momenti di difficoltà che Emanuele mi viene in mente ed è come se fosse lo stimolo che mi porta a superare quell'ostacolo; tutto è ridimensionato di fronte alla morte, impari a vedere quali sono le priorità e a ridimensionare problemi che sembrano giganteschi. Quello che mi ha lasciato è la sua forza e la determinazione per la carriera che ha raggiunto. Le ultime cose che mi ha detto sono in effetti promesse che gli avevo fatto e che sto mantenendo tutte. L'arte ha il potere di rendere immortale una persona, sublimarlo in una canzone, io glielo devo e sono contenta di averlo fatto».

Anche la cura nella realizzazione della copertina ha un significato per lei.
«Sì, la copertina raffigura la sagoma di Emanuele presa da un suo video; volevo rappresentarlo guardare verso un punto lontano, la mano sta lì per dare un senso di rassicurazione, lui doveva essere protagonista della copertina perché volevo sublimare la sua, figura, la sua espressione. Emanuele era danza, era arte».

Questo ricordo intriso di musica e parole per un caro ragazzo giungerà lontano, molto in alto. E lì la sua danza proseguirà con i suoi volteggi all'infinito.
  • Irene Caccavo
  • Emanuele Del Celo
© 2001-2025 GiovinazzoViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata. Tutti i diritti riservati.
GiovinazzoViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.