Grazia Francescato. <span>Foto Michele Camporeale</span>
Grazia Francescato. Foto Michele Camporeale
Territorio

"Economia della bellezza" e tutela del paesaggio: la nostra chiacchierata con Grazia Francescato

L'ex leader dei Verdi è stata a Giovinazzo per una conferenza organizzata da Fai e Pro Loco

Grazia Francescato, voce autorevole in Italia in tema di tutela dell'ambiente, ex presidente del WWF Italia ed ex parlamentare dei Verdi, è ritornata con piacere a Giovinazzo, invitata dall'architetto Michele Camporeale, suo caro amico, coordinatore del gruppo locale dei volontari Fai, per parlare di tematiche a lei care.

La Francescato, ambientalista appassionata, è stata illustre relatrice dell'incontro promosso dal Fai e dalla Pro Loco guidata da Carolina Serrone, svoltosi al Saint Martin Hotel sabato 27 gennaio, in cui è intervenuto lo scrittore Massimo Ceschin, autore del libro "Non è petrolio: heritage culturale, dal Grand Tour ai selfie, per una nuova economia della bellezza". Nell'incontro della Sala Gonzaga, moderato dal giornalista Michele Marolla, si è parlato di "economia della bellezza", di tutela del territorio e di turismo sostenibile in un incontro.

Abbiamo incontrato Grazia Francescato e le abbiamo chiesto di spiegarci la sua posizione articolata ed il suo pensiero in materia. Ecco cosa ci ha raccontato.

Cosa vuol dire "economia della bellezza" ? Da dove nasce questa espressione?

«Per parlare di "economia della bellezza" io parto da un film per me bellissimo dal titolo "Il senso della bellezza", presentato nel settembre dello scorso anno. Prima di tutto dobbiamo capire: chi difende il paesaggio? La risposta è: noi, le norme e i piani paesaggistici.
Cosa ci muove a farlo? Uno degli elementi chiave è il film che parla dell'attività del Cern (Organizzazione europea per la ricerca nucleare, il più grande laboratorio del mondo di fisica delle particelle con sede a Ginevra in Svizzera ndr.). Nel film uno scienziato importante del Cern, insieme ad alcuni artisti (dal 2011 è in corso una iniziativa che favorisce il dialogo tra arte, scienza e tecnologia ndr) esplorano il senso della bellezza ammirando un quadro di Paul Gauguin del 1897, che si trova in un ufficio e che ha come titolo "Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo ?". Il quadro raffigura donne tahitiane bellissime, natura stupenda e lo scienziato lo guarda spesso perché gli fa pensare al motivo per cui ogni giorno è lì al lavoro. Le domande racchiuse nel titolo del quadro sintetizzano il suo impegno al Cern. Lui è lì per dare le risposte a quelle domande. Vari scienziati spiegano la bellezza delle loro ricerche: hanno scoperto che quando una formula matematica o fisica funziona vuol dire che è bella, armoniosa e simmetrica. Ecco, che il bello funziona. La bellezza non è un optional, una decorazione, ma è un mattone fondante dell'esistenza stessa, del visibile e dell'invisibile. La sfida affascinante degli scienziati e degli artisti è stimolare il pensiero. Gli artisti cosa fanno? Prendendo spunto da immagini, fotografie e tracce di particelle, hanno messo in scena spettacoli di musica, di danza e hanno dipinto quadri ispirati a questi studi. Per loro questa è la bellezza del futuro. Noi così scopriamo quanto è affascinante e dinamico il concetto stesso di bellezza, poiché si tratta di un viaggio orientato al futuro che ha radici nel passato».


Il concetto è chiarissimo. A suo avviso quali sono quindi le prospettive in materia?

«Ecco che, tornando a noi, al nostro incontro, il senso della bellezza ci ispira e ci spinge a difendere l'ambiente in cui viviamo e la nostra città. È questa la spinta ideale, che deve tuttavia essere nutrita da una visione che oggi manca, perché la politica attuale non ha una visione da cui dovrebbero scaturire una strategia ed una tattica per il Paese. Oggi è rimasta solo la tattica. Io invece considero e prendo in esame due visioni, una religiosa, quella racchiusa nella "Laudato sì", che non è una enciclica verde, ma è un invito di Papa Francesco a promuovere una cultura ecologica, e l'altra, che è laica, che è sintetizzata dall'Agenda Globale dell'Onu, che presenta diciassette punti utili per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Seguendo queste visioni, passando per scienza ed arte, si può lavorare per la difesa del paesaggio, anche se spesso ci accorgiamo di essere abbastanza soli. La politica, come anticipato, non dà affidabilità e dobbiamo renderci conto che mente e cuore della gente sono più a rischio, vista la povertà culturale presente in questo momento storico».

E quindi come se ne vien fuori? Quale è la ricetta definitiva di Grazia Francescato?

«Si può lavorare sul salto di qualità della coscienza collettiva con i gruppi, i movimenti e le realtà che si impegnano nella direzione della "conversione ecologica". Tutti insieme si può costruire la base di una società nuova, intrisa di bellezza per frenare "la barbarie che avanza"».

Grazia Francescato, in un futuro non molto lontano, tornerà a Giovinazzo per condurre una riflessione sempre più accurata sulle tematiche ambientali, in un'ottica religiosa, facendo riferimento al testo "Laudato sì – Un aiuto alla lettura", pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Il libro è una guida a più voci sull'enciclica papale, che racchiude il suo commento oltre a quello di altre personalità.
  • Grazia Francescato
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