
Sociale
La Palestina della convivenza
giovedì 11 settembre 2014 fino a lunedì 15 settembre
Ingresso Gratuito
Sala San Felice
La Palestina della convivenza non è né uno slogan né un'utopia. La Palestina della convivenza é un accaduto al tempo stesso lontano e vicino. La Palestina della convivenza è un percorso costruito anche con gli occhi di chi l'ha vissuta e di chi l'ha fotografata.
Per conoscere un paese bisogna penetrare dentro lo sguardo di chi l' ha vissuto, occorre accompagnare la sua gente nel quotidiano, mentre lavora, mentre canta, mentre piange, mentre soffre o mentre resiste. Chi guarda gli scatti è doppiamente privilegiato. Non soltanto perché si esamina chi fotografa e chi viene fotografato, ma lo si fa comunque a posteriori. Perciò gli scatti sono stati raccontati nel loro intimo da didascalie che ne descrivono la biografia e ne sottoscrivono anche il contesto storico, culturale, politico e antropologico, che nella mente di chi fotografa e soprattutto di chi viene fotografato non è mai percepito nella sua totalità. Sarebbe legittimo chiedersi se si ha il diritto di riesumare quei volti, quei paesaggi e quelle vite, ma forse alla fine non è di diritto che si tratta bensì di dovere. Il dovere di ridare memoria alla memoria. Il dovere etico di riportare alla luce delle narrazioni che a lungo sono state accantonate. Le persone e le cose ritratte in questi scatti hanno consegnato alla storia una testimonianza unica e vera per il solo fatto di essere stati fotografati. Le persone si possono mettere in posa per il tempo di uno scatto, ma ciò che le fotografie ritraggono è un mondo reale che esiste ancor prima che la fotografia lo immortali, la fotografia e il fotografo addirittura sono spesso condizionati da quel mondo che li precede.
La Palestina della convivenza è una terra ricca e ospitale che vive e fa vivere le sue genti.
Negli scatti di Karima Abud, la fotografa palestinese che visse a Nazareth fra il 1896 e 1955, incontriamo i volti della Palestina colta e borghese, emancipata e aperta alla vita e alla modernità.Negli scatti di Felix Bonfils scopriamo la Palestina urbana e rurale, con i suoi campi coltivati, con le sue fortificazioni maestose, con la sua varietà di persone e etnie. Nell'archivio Assebat Association abbiamo una panoramica di una Palestina che cammina a braccetto con la modernità. Tutti gli scatti si erigono a testimoni parziali e inconfutabili di un paese vivace, inserito nel suo contesto regionale e internazionale, soggetto, come è naturale, al flusso e riflusso di civiltà e culture. Questo Percorso Fotografico, il più possibile documentato storicamente e commentato, ha l'intento di fornire informazione. Nulla è stato aggiunto né manomesso, è stato solamente letto a voce alta ciò che altri hanno scritto e hanno fotografato.
La storia è una cosa seria e complessa, ecco perché bisogna andare a cercarla nei dettagli, non nelle gesta degli eroi e dei conquistatori, ma nelle mani di chi coltiva la speranza, negli sguardi di chi è ebbro di vita, nella fatica di chi ara la terra e accudisce l'olivo. Gli scatti senza parola alcuna gridano la loro verità, parlano alla nostra coscienza, denunciano il nostro distacco e la nostra indifferenza.
Ci chiedono : Dové ora la Palestina della Convivenza?
Per conoscere un paese bisogna penetrare dentro lo sguardo di chi l' ha vissuto, occorre accompagnare la sua gente nel quotidiano, mentre lavora, mentre canta, mentre piange, mentre soffre o mentre resiste. Chi guarda gli scatti è doppiamente privilegiato. Non soltanto perché si esamina chi fotografa e chi viene fotografato, ma lo si fa comunque a posteriori. Perciò gli scatti sono stati raccontati nel loro intimo da didascalie che ne descrivono la biografia e ne sottoscrivono anche il contesto storico, culturale, politico e antropologico, che nella mente di chi fotografa e soprattutto di chi viene fotografato non è mai percepito nella sua totalità. Sarebbe legittimo chiedersi se si ha il diritto di riesumare quei volti, quei paesaggi e quelle vite, ma forse alla fine non è di diritto che si tratta bensì di dovere. Il dovere di ridare memoria alla memoria. Il dovere etico di riportare alla luce delle narrazioni che a lungo sono state accantonate. Le persone e le cose ritratte in questi scatti hanno consegnato alla storia una testimonianza unica e vera per il solo fatto di essere stati fotografati. Le persone si possono mettere in posa per il tempo di uno scatto, ma ciò che le fotografie ritraggono è un mondo reale che esiste ancor prima che la fotografia lo immortali, la fotografia e il fotografo addirittura sono spesso condizionati da quel mondo che li precede.
La Palestina della convivenza è una terra ricca e ospitale che vive e fa vivere le sue genti.
Negli scatti di Karima Abud, la fotografa palestinese che visse a Nazareth fra il 1896 e 1955, incontriamo i volti della Palestina colta e borghese, emancipata e aperta alla vita e alla modernità.Negli scatti di Felix Bonfils scopriamo la Palestina urbana e rurale, con i suoi campi coltivati, con le sue fortificazioni maestose, con la sua varietà di persone e etnie. Nell'archivio Assebat Association abbiamo una panoramica di una Palestina che cammina a braccetto con la modernità. Tutti gli scatti si erigono a testimoni parziali e inconfutabili di un paese vivace, inserito nel suo contesto regionale e internazionale, soggetto, come è naturale, al flusso e riflusso di civiltà e culture. Questo Percorso Fotografico, il più possibile documentato storicamente e commentato, ha l'intento di fornire informazione. Nulla è stato aggiunto né manomesso, è stato solamente letto a voce alta ciò che altri hanno scritto e hanno fotografato.
La storia è una cosa seria e complessa, ecco perché bisogna andare a cercarla nei dettagli, non nelle gesta degli eroi e dei conquistatori, ma nelle mani di chi coltiva la speranza, negli sguardi di chi è ebbro di vita, nella fatica di chi ara la terra e accudisce l'olivo. Gli scatti senza parola alcuna gridano la loro verità, parlano alla nostra coscienza, denunciano il nostro distacco e la nostra indifferenza.
Ci chiedono : Dové ora la Palestina della Convivenza?