Mattia Ignomiriello
Mattia Ignomiriello
Eventi e cultura

Mattia Ignomiriello si racconta a GiovinazzoViva

Intervista al ballerino che miete successi in tutta Europa

Tra le eccellenze della nostra città, conosciute a livello nazionale e non solo, vi è Mattia Ignomiriello, classe 1996, giovane ballerino di danza classica dotato di notevole talento che, noi di Giovinazzo Viva, vogliamo far conoscere alla città per rendergliene merito. La sua carriera professionale ha avuto inizio nel 2012 quando ha vinto una borsa di studio nella Ballettschule Theater Basel, scuola di danza classica a Basilea, città della Svizzera. Nel 2013 è entrato a far parte della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma e da lì la sua carriera ha spiccato il volo vedendolo impegnato, fino al 2018, in importanti spettacoli di danza che il noto teatro, situato nella capitale, ha messo in scena con successo di pubblico e di critica specializzata. Intanto, le esperienze professionali di Mattia Ignomiriello son diventate sempre più prestigiose, nel 2018 e 2019 ha ballato nella Compagnia di Danza "Daniele Cipriani Entertainment" per la quale si è esibito sia come solista che nel corpo di ballo. E poi ancora tanti spettacoli di successo con coreografi di rilievo in importanti teatri italiani Teatro Olimpico di Roma, Teatro Petruzzelli, Fondazione Arena di Verona, Teatro Comunale di Bolzano e esteri tra cui Théatre de Metz e Malandain Ballet Biarritz in Francia e a Wiesbaden in Germania, oltre ad aver preso parte al tour diretto dalla ballerina Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma. La carriera di Mattia Ignomiriello ha colpito la nostra attenzione quando lo scorso anno, durante la manifestazione Campioni di Ballo, l'étoile Raffaele Paganini, che già conosceva il nostro concittadino, ha espresso parole lusinghiere nei suoi confronti, elogiandolo per la preparazione. Gli ha fatto notare che studiare sempre e bene porta a risultati altissimi, ed ha inoltre, sottolineato quanto impegno e sacrificio sono racchiusi nella carriera di un ballerino che deve ricevere il supporto dei genitori lì a sostenere i propri figli quando si scopre il talento e la passione per quest' arte meravigliosa. Per saperne di più su Mattia Ignomiriello lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi a Giovinazzo dove è venuto a trovare la sua famiglia, i cari genitori Marta e Nicola e gli amici.

LA NOSTRA INTERVISTA

I tuoi inizi nel mondo della danza: quando, a che età hai deciso che volevi dedicare la tua vita alla danza classica?
Il caso e soprattutto il destino. È iniziato tutto per gioco, ero con una mia compagna d'infanzia ed essendo stato sempre un bimbo curioso ho chiesto alla mia mamma se potessi andare con lei a fare una lezione di prova, ero incosciente ma quella sala e quel pavimento mi hanno completamente rapito. E così ho iniziato, puramente per caso, e sempre per caso mi sono ritrovato a dover fare i conti con qualcosa più grande di me, è come sé questa "passione" questa sensazione, non saprei come definirla, fosse stata sempre in me. Così poi mi son reso conto che il paese e la piccola realtà di provincia mi stava stretta e grazie a dei concorsi, stage e pareri di insegnanti ho capito che qualcosa valevo; dopo aver vinto l'ammissione presso la Ballet Shule di Basilea e l'ammissione alla scuola del Teatro dell'Opera di Roma sono andato via e quando sono arrivato in Accademia, dove poi successivamente mi sono diplomato, lì ho percepito in qualche modo che quella vita, quel mondo lì sarebbero stati la mia più grande vita e soprattutto la mia felicità.

È una bella carriera professionale quella che hai intrapreso, quali sacrifici hai affrontato? Cosa senti di dire ai giovani tuoi coetanei? Come si raggiunge un traguardo importante nella vita?
A questa domanda vorrei rispondere innanzitutto ringraziando la mia famiglia per il grande sostegno sia psicologico ma soprattutto economico. In primis hanno fatto sacrifici privandosi loro e dando tutto, o quasi, a me, e non è scontato ciò. Poi ci sono stati anni duri, ero un ragazzino in piena adolescenza e mi son privato di tante tappe che fanno parte di un'adolescenza "normale"; mentre i miei coetanei vivevano la loro giornata tra scuola, amici e divertimento io facevo i conti con la gestione di una casa, al liceo il mattino e tutto il pomeriggio ero in Accademia, tornavo mi preparavo la cena e poi durante la notte studiavo, e allora lì ti rendi conto che a quindici anni devi praticamente essere un adulto. In più essere soli senza una famiglia, lasciare tutto, e dare tutto te stesso in una disciplina molto dura con insegnanti che non ti risparmiano in nulla. Diciamo che la nostra vita di ballerini è fatta per sacrificarsi molto e molte volte non sei ricompensato abbastanza, però basta salire su un palco e tutto ciò che c'è dietro è come se non esistesse.
Io credo che per raggiungere obiettivi nella vita bisogna avere tenacia, non abbattersi alla prima sconfitta e soprattutto credere in se stessi. Bisogna che si tiri fuori tutta la forza e soprattutto il coraggio di superare se stessi e metterci sempre un pizzico di amore e follia.
Ai giovani dico abbiate fame di tutto, cogliete qualsiasi occasione, siate osservatori attenti, abbiate sete di vita e di voglia di fare: vivere sempre tutto a pieno senza fare sconti.

L'esperienza più bella che ricordi?
Sicuramente tutte le tappe e le esperienze che ho fatto hanno segnato la mia carriera e soprattutto sono state ricche di emozioni meravigliose.
Ricordo con grande nostalgia gli anni dell'Accademia, credo siano stati i più belli della mia vita. Il giorno del diploma stesso è stato per me una giornata che non dimenticherò mai, avevo raggiunto un traguardo importante avevo la mia famiglia e i miei nonni li accanto a me, credo di aver raggiunto la vera felicità. Poi, sicuramente, il primo contratto in Francia è stata un'esperienza molto significativa, sotto tanti punti di vista. Era uno dei primi contratti non ero più un allievo ma ero un danzatore professionista e avevo raggiunto quello che avevo sempre desiderato fare.
Danzare al Petruzzelli accanto ad Eleonora Abbagnato, con le coreografie di Giuliano Peparini, è stato un momento di grande emozione; ero nel teatro della mia città con grandissimi artisti, ti lascio immaginare.
E infine, emozione recentissima, salire sul palco dell'arena di Verona e danzare per ventimila persone, ecco queste sono sensazioni ed emozioni inspiegabili.

Un progetto futuro che hai in mente?
Sicuramente siamo in Italia in un momento molto difficile, fare il nostro lavoro non è facile in un paese in cui l'arte non fa testo. Ci sono pochissime opportunità e tanti teatri italiani chiusi. Quindi è davvero complicato fare progetti. Si vive al momento, adesso sono in partenza per Roma dove riprenderò la stagione con la compagnia di Daniele Cipriani, saremo a Roma e Pisa con due produzioni differenti. Poi nell' anno nuovo riprenderà il tour di un'altra produzione e saremo anche a Bari. E poi spero di ritornare in estate presso l'arena di Verona per il 101 festival areniano.

A Giovinazzo Raffaele Paganini si complimentò con te, fu un bel momento… in quale occasione lo avevi già conosciuto?
Ho conosciuto Raffaele Paganini grazie alla compagnia con cui lavoro, abbiamo danzato insieme nella produzione Shine Pink Floyd Moon, produzione con la quale saremo a Bari e in tutta Italia nel 2024. Ascoltare un artista con una carriera ricca come la sua, sapendo anche di aver studiato nello stesso posto, è un incontro importante.
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