Giovinazzo C5, Di Capua: «Rinnovo? Questa è casa mia»

Il portiere classe '93 in biancoverde sino al 2018: «Felice di essere rimasto qui»

sabato 10 giugno 2017
«Il mio desiderio era rimanere qui, a casa mia, perché sono troppo affezionato ai colori biancoverdi e sono felicissimo di poter continuare a difendere la porta del Giovinazzo C5, ciò mi inorgoglisce».

Un filo di emozione e tanto orgoglio, Ernesto Di Capua commenta così il rinnovo fino al 2018 con il club di via Sanseverino. «Questa è casa mia – ribadisce l'estremo difensore classe '93 -. Qui mi hanno fatto sempre sentire importante, sono sempre stato trattato con rispetto e quando hai a che fare con persone sincere puoi solo dare tutto ciò che hai per te stesso, ma soprattutto per loro».

«Per questo, per questo rinnovo voluto da entrambe le parti ringrazio il presidente Antonio Carlucci, che è un uomo che ha sempre messo il Giovinazzo C5 davanti a tutto, il direttore sportivo Gianni Lasorsa, che ha potuto dimostrare di nuovo il suo valore ed il suo attaccamento a questa città, il tecnico Roberto Chiereghin, grazie a cui s'è tornati a parlare del Giovinazzo C5 in tutt'Italia, e tutta la gente che mi è stata vicina».

Immancabile un commento sull'ultima annata della squadra: «La stagione appena conclusa – prosegue Di Capua – ci ha tolto moltissime energie, ma è stata stupenda, anche quando abbiamo pianto dopo l'ingiusta eliminazione ai calci di rigore con l'Odissea 2000. Siamo un gruppo che si vuole bene e che si sacrifica, aiutandosi l'un l'altro».

Sulla prossima regular season: «Ci confronteremo con i nostri competitor per la promozione in serie A2, che si sono adeguatamente rinforzati. Sarà tutto più difficile, dunque, ma noi – analizza il portiere biancoverde – dovremmo essere bravi a ripartire da zero, con la testa giusta. Io continuerò a metterci sempre l'anima».

«A Giovinazzo - termina - mi hanno insegnato che si gioca col cuore con l'obiettivo di far divertire i nostri tifosi, che ci sono sempre ed è importante sapere di avere il loro sostegno. Sì, i nostri tifosi, quei tifosi che non meritano questa categoria, ma ben altro».