Voto di scambio alle Regionali: chiesto il processo per 27

Gli imputati avrebbero tentato di condizionare l’esito delle elezioni del 2015 procurando voti a Natale Mariella

venerdì 10 novembre 2017
La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 27 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, coercizione elettorale e corruzione.

Stando alle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, gli imputati, quasi tutti presunti affiliati al clan Di Cosola, avrebbero tentato di condizionare l'esito delle ultime elezioni regionali in Puglia del maggio 2015 procurando voti, in cambio di denaro, a Natale Mariella, candidato (poi non eletto) con la lista Popolari a sostegno di Michele Emiliano.

L'udienza preliminare inizierà il prossimo 22 novembre dinanzi al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari Alessandra Piliego.

Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinate dai pm Antimafia Carmelo Rizzo e Federico Perrone Capano, in alcuni comuni della provincia di Bari gli affiliati all'organizzazione criminale, fra i quali Michele Di Cosola, figlio del boss Antonio Di Cosola, entrambi collaboratori di giustizia, nelle settimane precedenti le elezioni regionali avrebbero fermato persone per strada invitandole a votare Mariella «mediante l'esercizio della forze di intimidazione del clan» e con «minacce velate», così «impedendo il libero esercizio del diritto di voto».

Tra coloro che rischiano il processo c'è anche l'incensurato Armando Giove, ritenuto il referente di Mariella, accusato di aver accettato la promessa del clan di procurare voti, offrendo in cambio 70mila euro. Giove risponde di concorso esterno in associazione mafiosa perché «mediante l'offerta di denaro e posti di lavoro», avrebbe «fornito un contributo concreto e consapevole al rafforzamento dell'organizzazione criminale».