Un anno fa le elezioni amministrative

Più conferme che novità nel quadro politico giovinazzese dopo la notte che decretò il ballottaggio tra de Gennaro e Depalma

martedì 12 giugno 2018 06.00
A cura di Gianluca Battista
All'alba del 12 giugno 2017 scattavamo la foto che vedete a corredo di questo articolo. Erano da poco passate le 5.00 del mattino e alcuni seggi erano ancora alle prese con il conteggio dei risultati delle elezioni amministrative.

Risultati che sarebbero giunti ufficiali solo all'ora di pranzo, ma sin da quell'alba era chiaro a tutti che Daniele de Gennaro e Tommaso Depalma sarebbero andati al ballottaggio. Ad un anno di distanza è giusto fare qualche considerazione, poiché i due rappresentanti dei due schieramenti sono oggi quanto di più lontano si possa immaginare a Giovinazzo.

Il primo era, in quel 12 giugno di un anno fa, il leader designato di una coalizione che era nata diversi mesi prima e che aveva l'unica ambizione di testare le proprie capacità, guardando all'unità del mondo cattolico progressista e della sinistra post-comunista. L'avvocato, oggi Consigliere comunale, incarnava la voglia di cambiamento, rispetto all'avversario certamente, ma anche con riferimento ad una sinistra cittadina apparsa un po' logora per stessa ammissione dei suoi esponenti, poco incline a cedere il passo ai giovani insoddisfatti dalle politiche nazionali del PD renziano.

Daniele de Gennaro e PrimaVera Alternativa sono, un anno dopo, il punto di riferimento per quanti non condividono l'indirizzo amministrativo della Giunta Depalma. Incarnano un modo di pensare alla cosa pubblica lontanissimo da quello della maggioranza, che pone le sue basi nel pensiero di uomini come Vincenzo Castrignano, solo per citarne uno, che rappresenta un pilastro o, come dice de Gennaro, il capitano. PVA si va strutturando, ha appena celebrato il suo primo congresso cittadino ed ha accorciato notevolmente le distanze dai Democratici, che vedono in Antonello Natalicchio il faro della propria azione.

Il professore e Gianni Camporeale hanno mostrato in un anno di opposizione di essere autentici collettori di esperienza amministrativa, pronti a dare battaglia in Aula e sempre ben documentati, per far valere le loro ragioni senza mai sfociare in una opposizione preconcetta. Loro due, ma più in generale il gruppo dirigente del PD e gli esponenti di PVA si stanno incontrando a metà strada, come sancito pubblicamente il mese scorso, per intraprendere un percorso comune.

Percorso non privo di insidie e di distinguo, ma forse l'unica via per giungere alle amministrative del 2022 compatti e come coalizione (eventuale) da battere. Esperienza e voglia di cambiare le cose potrebbero essere un mix perfetto, con tanti giovani che si stanno affacciando, a patto che in questi quattro anni ci si tenda davvero la mano e ci si comprenda, senza pregiudizi di sorta, quelli stessi che hanno spaccato due volte la sinistra giovinazzese lasciando che si affermasse il civismo ed il "depalmismo".

Dall'altra parte c'è, trecentosessantacinque giorni dopo quel risultato che portava al ballottaggio, un Tommaso Depalma sempre più convinto della bontà della sua azione amministrativa, che punta al lancio definitivo di Giovinazzo in campo turistico e che continua ad essere un capo con la voglia di superare ostacoli e divisioni interne, al netto di qualche (imperdonabile?) gaffe, frutto della sua verve e di un carattere oltremodo istrionico.

Con lui una squadra in parte rinnovata rispetto al recente passato, più politica che gruppo di amici come accaduto nel primo mandato, vogliosa di dimostrare di non essere una semplice somma di forze, ma molto di più. Dal civismo di centrosinistra a Forza Italia (che oggi ha un peso notevole) ce ne passa, ma va dato atto che il collante è stato proprio Tommaso Depalma, amatissimo e detestato senza mezze misure come tutti gli uomini che, loro malgrado, hanno rappresentato una rottura col passato.

E quel collante sta nel programma, negli obiettivi da raggiungere che vanno in tre direzioni ben precise: turismo, opere pubbliche, risoluzione dei problemi legati alla discarica. Se riuscirà ad avanzare su quei tre fronti (l'ultimo appare un rebus e la lotta politica è terribile nel rimpallo di responsabilità), potrebbe portare vantaggio al candidato prescelto per succedergli.

Il dopo Depalma sembra però un pensiero lontanissimo nella maggioranza cittadina, se si parla con i suoi esponenti, presi dal voler lasciare un segno e dal tenere insieme alcuni pezzi che hanno già tanto segno di insofferenza in un recente passato.

Il nome di Michele Sollecito, oggi Vicensindaco e da tanti indicato come regia dell'Amministrazione comunale attuale, sembra quello più scontato per la corsa a Palazzo di Città del 2022, ma non è detto che il dottore di ricerca pensi solo al Comune per il suo futuro in politica. Ed allora chi potrebbe essere il successore di Depalma? E soprattutto, è possibile tenere insieme frammenti di aree diverse senza di lui? Sarà una coalizione col baricentro a destra o più spostata verso quel centrosinistra che vede in Michele Emiliano la sua espressione maggiore a livello regionale?

Il nostro bizzarro gioco termina però qui, senza risposte certe per il futuro, sebbene la dicotomia depalmismo-anti depalmismo, crediamo debba, per forza di cose, essere finalmente superata. Troppa la strada da fare sui due fronti, troppa la carne a cuocere in un confronto sempre aspro e con rari momenti di distensione tra le parti, finito molto spesso e malamente in tribunale, aspetto sempre deplorevole nel dibattito politico democratico. E così la città resta divisa, su tutto o quasi, con qualche attacco di troppo, da ogni parte, anche alla stampa locale.

Si riparte da Daniele de Gennaro e Tommaso Depalma, da PrimaVera Alternativa e maggioranza, con il Partito Democratico pronto a ricompattarsi dietro Antonello Natalicchio per dire la sua. Un anno dopo è ancora così, come in quell'alba del 12 giugno 2017. Sempre così, decisamente così.