Su mozione di sfiducia è ancora bagarre politica

Non si placano le polemiche dopo il Consiglio comunale del 26 febbraio scorso. Tutte le posizioni in campo

giovedì 4 marzo 2021 06.00
È stata bagarre, nemmeno dibattito aspro. Ma bagarre con un infinito braccio di ferro come in foto. Scontro vero e senza esclusione di colpi quello andato in scena nella serata del 26 febbraio scorso. Lo abbiamo scritto con pacatezza, ma con chiarezza, nella nostra sintesi del Consiglio comunale sulla mozione di sfiducia a Sindaco e Giunta. Oggi invece lo ribadiamo con schiettezza: la speranza è che il confronto resti sempre sui binari di civiltà e che non si verifichino ancora, in questo anno che ci separa dalle amministrative, risse verbali di tale portata. Non nella massima assise.
E qui ci teniamo a ribadire che quanto visto quella sera non ci è piaciuto, non è dibattito, non è diversa visione della città: è, a tratti, sembrato odio, livore personale, che non aggiunge e non toglie nulla alla vita della gente di Giovinazzo in un periodo difficile come quello che viviamo. E quel livore da qualcuno non è stato nemmeno mascherato, da altri invece è stato goffamente malcelato.
Pertanto, per riannodare i fili di quanto successo, questa volta non ci faremo tirare per la giacchetta da questo o quello schieramento, sport in voga a Giovinazzo da troppo tempo quando la politica non si è voluta assumere le proprie responsabilità. Per raccontare ciò che contava per la gente avevamo fatto una cronaca lineare, fredda, come nella nostra linea editoriale. E tanto ci bastava.
Ora è invece giunto il momento, a bocce ferme, di far parlare le segreterie dei partiti e dei movimenti, una volta acquisiti tutti i pezzi di un puzzle composito. Diventiamo per una volta (unica e mai ripetibile) bacheca di posizioni, volutamente, per non essere tirati in ballo in uno scontro che non ci appassiona affatto. A voi lettori, la possibilità di farvi un'idea libera ed indipendente, leggendo quanto hanno da dire (pardon...scrivere) le parti in gioco.

LA NOTA DEL PARTITO DEMOCRATICO

«Venerdì scorso nell'ultimo Consiglio comunale abbiamo assistito allibiti ad uno sproloquio del primo cittadino (sicuramente ultimo in fatto di educazione) che conteneva in sé molti termini spregevoli e poco contenuti. Questa è la debolezza di chi non ha molte argomentazioni e dovendo colmare i propri discorsi non può far altro che riempirlo di improperi e offese verso gli avversari politici. Il grande Nicolò Macchiavelli nel famoso saggio critico di dottrina politica "Il Principe" diceva che "gli uomini offendono o per paura o per odio". Ora non sappiamo quale dei due sentimenti abbia pervaso il sindaco, ma di certo il deplorevole spettacolo a cui abbiamo assistito, che probabilmente non ha precedenti nella storia amministrativa di questa Città, non è assolutamente degno di avere come palcoscenico quello di un'assise comunale. È di tutta evidenza che per questa amministrazione è iniziata la campagna elettorale per le votazioni dell'anno prossimo e hanno iniziato con lo stesso spirito con cui hanno inaugurato nel 2012 una stagione politica vista attraverso la lente dell'offesa e del vituperio, una specialità, forse l'unica, in cui sono imbattibili. Anzi, di più, sono stati sicuramente antesignani in questo, considerato che ormai l'escalation degli insulti personali nel dibattito politico è una tendenza che riguarda tutto il mondo ed è legata ai social media. E questa "democratizzazione della cattiveria", come qualcuno l'ha chiamata, spesso è amplificata e sostenuta attivamente dal discorso pubblico alimentando il più becero populismo. A tutto ciò, per il bene della società e di tutti i cittadini ormai stanchi della politica chiassosa e volgare, è necessario contrapporre ironia ed educazione, senza naturalmente che venga meno la giustapposizione tra parti ideologicamente contrapposte tra loro. Come Jacques Chirac, personalità della politica di centro-destra francese, che al signore che gli gridava "Connard!" (str**zo), l'allora presidente della repubblica aveva risposto con ironia: "Piacere di conoscerla! Io sono Chirac". Ebbene, piacere di conoscerla sindaco! Noi siamo i Cristiani Educati».


LA POSIZIONE DI ARTICOLO UNO GIOVINAZZO

«Ieri sera (26 febbraio, ndr), riportando un post del nostro coordinatore cittadino Enzo Mastropasqua, abbiamo dato immediatamente conto della vergognosa e indegna seduta del Consiglio Comunale di Giovinazzo.
A mente fredda vogliamo tornare sulla vicenda, innanzitutto esprimendo solidarietà e vicinanza a tutti coloro che sono stati violentemente "insultati" dal sindaco (che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini) con un linguaggio scurrile, pregno di volgarità gratuite e offese ingiuriose, indegno persino di una bettola di quart'ordine.
Dopo questa stomachevole vicenda, vogliamo esternarlo forte: COME CITTADINI PERBENE DI GIOVINAZZO CI VERGOGNIAMO DI AVERE TALE SINDACO A RAPPRESENTARCI.
Non potremo mai tollerare uno stile umano, prima ancora che politico, che predilige l'invettiva e l'ingiuria alla discussione rispettosa delle persone, del vivere civile, della democrazia, della decenza!
Chiediamo conto anche al Presidente del Consiglio Comunale Alfonso Arbore della sua colpevole gestione di questo Consiglio Comunale, della sua assoluta mancanza di polso nel mantenere i minimi canoni di rispetto e buona educazione nei confronti delle persone, consiglieri comunali e soprattutto persone esterne al Consiglio, donne e uomini perbene, civicamente e politicamente impegnati, non avendo questi ultimi neanche la possibilità di replicare, essendo assenti e non titolati a partecipare.
Infine vogliamo denunciare a gran voce una frase gravissima pronunciata dal sindaco rivolto a consiglieri comunali che hanno la sola colpa di non far parte della sua maggioranza e di opporsi con ogni forza e possibilità alla sua disastrosa gestione amministrativa: "Io vi inseguirò in ogni angolo della città"!
È uno stile squadrista sul quale non possiamo tacere e che segnaliamo agli organi di informazione, alle forze sociali e politiche sane di questa città e a tutti i cittadini perbene, preoccupati per questo clima di odio e inciviltà, invero fomentato ormai da diversi anni dal sindaco Depalma e da alcuni suoi sodali, e che ieri è arrivato ad un culmine ormai inaccettabile in una comunità civile e democratica.
Lasciamo la conclusione alla scena del Consiglio Comunale (di Torre Annunziata nella ricostruzione storica raccontata) nel film "Fortapàsc" di Marco Risi, con Libero De Rienzo ed Ennio Fantastichini, che racconta la vicenda del giovane giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra a 26 anni per i suoi articoli nei quali denunciava il malaffare nella sua città e gli intrecci corruttivi fra politica, criminalità e imprese. La scena raffigura quasi fedelmente, pur se in maniera decisamente più edulcorata e civile, quanto avviene, pressoché sistematicamente o quasi, nei nostri Consigli Comunali (qui il link )».

IL POST DI DANIELE de GENNARO (PVA)

«Ciò che accaduto ieri sera (il 26 febbraio, ndr) è davvero grave e le offese rivoltemi, molte delle quali estranee alla contesa politica, erano chiaramente dirette a demolire ciò che mi è più caro: la mia famiglia, la mia professionalità, i miei amici, le donne e gli uomini che si battono con me per un mondo più giusto e bello, partendo dal microcosmo cittadino.
Forse quello che sto per dirvi potrà anche sembrarvi strambo, ma anche dinanzi a fatti così brutti vi chiedo di ricucire e non di lacerare, di includere e non escludere, di unire e non dividere; insomma di essere d'esempio per chi vi è vicino e di "generare" un nuovo senso di comunità.
Prenderò a prestito le parole di Guglielmo Minervini , che attaccato ignobilmente nel periodo più duro della sua vita, rivolse a tutti questo invito: "Per piacere non replicate con l'insulto. È questa la trappola: stimolare il basso ventre. Invece, lo stile è la forma dei migliori pensieri".
P.S.: userò questi giorni ed il vostro affetto per ricaricarmi e per continuare con educazione, rispetto, fermezza e senso delle Istituzioni la mia azione politica; perché questa è la Democrazia, questa è la Politica, questa è la Società in cui credo!


COSÌ LE FORZE DI MAGGIORANZA

«Una mozione di sfiducia vergognosa che ha fatto la fine che meritava, letteralmente dissolta. Questo accade quando si ha a che fare con una opposizione incapace di proporre idee, incapace di argomentare e incapace soprattutto di risolvere qualsiasi questione. A Giovinazzo, l'opposizione non propone, non discute, ma diffama, non ha alcuna aderenza con la realtà dei fatti che riguardano la nostra comunità, ma pur di apparire mette in moto, l'unica azione che da sempre la vede primeggiare, la macchina del fango, quella attività così cara ai nostri oppositori tanto da farne un uso ossessivo-compulsivo. Un modo di operare da stato di polizia, quello portato avanti da questi figuri, basato solo sulla denuncia fine a se stessa con la dichiarata speranza che tra i tanti esposti o denunce varie almeno una possa produrre danno e rallentare l'azione di questa compagine governativa che opera nell'esclusivo interesse di questa città. Poco conta se poi, a pagarne le conseguenze, in primis, sono proprio i giovinazzesi. Poco importa se a farne le spese saranno magari finanziamenti ed investimenti, gli unici capaci di produrre, in questo momento economico così complesso, lavoro ed economia sul nostro territorio. E, quindi, invece di pensare a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, o a chi spera di crearsi un futuro che fa l'opposizione? Fa di tutto per scalare il Palazzo al sol fine di raggiungere il potere e restaurare ciò che accadeva con le passate amministrazioni. Un accentramento in mano a pochi. Un potere che solo poco tempo fa ha consentito a questi signori di produrre il disastro urbanistico della D1-1. Un gruppo che ha speculato fortemente sull'edilizia a favore di pochi ma in danno di molti. Quel comitato che ha realizzato il sesto lotto che fu affidato direttamente alla società che ormai ha abbandonato la discarica. Quel potere che ha concesso a privati l'ampliamento del cimitero con le note ripercussioni sui costi per i cittadini. Questo ha fatto l'opposizione! Per non parlare della costante opera di mistificazione sulla Casa di Riposo che operava, a quel tempo, senza autorizzazione che andava riqualificata ben prima di questa amministrazione: verrebbe da dire "dov'erano allora i paladini della legalità"? Dov'erano i depositari del Verbo? Dove gli uomini della legge da discount? E vogliamo parlare del percolato della discarica che affiora proprio da quel sesto lotto voluto dai nostri oppositori? I cittadini devono sapere la verità, ed è questa, unica e incontrovertibile, fatta di carte e documenti e non di illazioni e diffamazioni. Purtroppo, come accade da ormai troppi anni, l'opposizione adombra accuse pesanti e infamanti, come il presunto "atteggiamento doloso", accuse che non si possono sottacere ed ignorare. C'è un limite a tutto. Quando però gli accusatori vengono smentiti, ecco che riparte l'onda del vittimismo e della mistificazione. Ma noi sorridiamo e sapete perché? Perché noi abbiamo le carte che dimostrano che quello che diciamo è vero e sono a disposizione di tutti i cittadini che cercano la chiarezza e la trasparenza. Possiamo anche esporle e fare in modo che tutti i giovinazzesi possano visionarle. Solo il tempo, unico vero galantuomo, restituirà la verità dei fatti. Oggi un dato è incontrovertibile: questa città è cambiata e continua a cambiare. Perché una Giovinazzo così bella non si era mai vista».