Passione in musica e parole

Marce funebri e riflessioni di don Tonino in un sabato di Quaresima nella chiesa di Sant'Agostino

domenica 11 marzo 2018 06.00
A cura di Giuseppe Dalbis
Una introduzione in musica e parole al clima della Passione è stata offerta ieri sera nella parrocchia San'Agostino.

L'Associazione dei Concerti bandistici, che riunisce il Concerto Bandistico Città di Giovinazzo e la Giuseppe Verdi, si è esibito nel concerto di marce funebri "Note di Passione". Ad organizzarlo, con il patrocinio del Comune di Giovinazzo e la collaborazione della Parrocchia Sant'Agostino, è stata la Confraternita di San Michele Arcangelo a cui quest'anno tocca organizzare la processione del Venerdì Santo.

Introdotte dal Parroco don Beppe de Ruvo, le bande, dirette dal Maestro Michele Marzella, hanno eseguito celebri brani della tradizione delle marce funebri, colonne sonore delle nostre processioni dei Misteri: da "Dolor" e "Fatalità" di Saverio Calò ai "Funerali di Alessandro Manzoni" di Amilcare Ponchielli, da "Tramonto tragico" di Angelo Inglese a "Il pianto dell'orfano" di Antonio Amenuduni, fino alla celeberrima "Stabat Mater" di Gioacchino Rossini.

Tra le musiche, la lettura, da parte dell'attore molfettese Corrado La Grasta, di riflessioni di don Tonino Bello. In occasione dell'approssimarsi del dies natalis del Servo di Dio, sono stati rispolverati pensieri, scritti nella Quaresima 1990 dal nostro compianto Vescovo, riguardanti gli ultimi dimenticati dai giornali e dalla politica, i disillusi, chi soffre nel corpo, i giovani colpiti dall'ingiustizia della disoccupazione, gli emarginati, ovvero quegli adolescenti difficili, quei malati di mente e quei carcerati, considerati come Gesù pietre di scarto ma potenziali pietre d'angolo.

L'alternarsi delle parole consolatorie, ma anche forti e sempre attuali di Mons. Bello, e delle note struggenti dei legni e degli ottoni si è concluso con "Una lacrima sulla tomba di mia madre" di Amedeo Vella, un grande classico di una tradizione musicale tipicamente meridionale che ci proietta verso i riti pasquali ormai distanti solo tre settimane.