Gli amministratori giovinazzesi incontreranno i dipendenti della Mercatone Uno

Con loro i Consiglieri di opposizione per arrivare ad approvare in seconda battuta un documento all'unanimità

lunedì 17 giugno 2019
A cura di Gianluca Battista
È un inizio estate di grande angoscia quella che vivono sette famiglie giovinazzesi, coinvolte loro malgrado nel crac della Mercatone Uno. Il fallimento della Shernon Holding ha portato alla chiusura dei punti vendita in tutta Italia, con 1.800 lavoratori rimasti a casa, 256 dei quali pugliesi. Tra di essi, appunto, anche sette giovinazzesi.

Per questo, durante la seduta del Consiglio comunale di sabato scorso, 15 giugno, il Presidente della massima assise cittadina, Alfonso Arbore, ha annunciato che domani, 18 giugno, una delegazione di questi lavoratori sarà ricevuta a Palazzo di Città dal Sindaco, da alcuni Assessori, e da diversi Consiglieri comunali in rappresentanza di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale.

Un atto non solo dovuto da un punto di vista umano ed istituzionale, ma anche propedeutico alla discussione del 28 giugno prossimo, quando in Aula "Pignatelli" ci si occuperà della penosa vicenda, cercando di stilare un documento all'unanimità a sostegno di ogni azione possibile per far riaprire i punti vendita Mercatone Uno.

Qualcosa di simile è già accaduto la scorsa settimana nella vicina Terlizzi, che vive ancor più da vicino il dramma di questi lavoratori, visto che il punto vendita ricade proprio nel territorio comunale di pertinenza.

Ancora una volta ci troviamo a commentare una situazione di grande apprensione riguardante il mondo del lavoro. Era già accaduto con i dipendenti della ormai ex Om-Carrelli Elevatori, vicenda non ancora risolta e con risvolti al limite del grottesco. Speriamo che per le sette famiglie giovinazzesi e per le altre 237 pugliesi si arrivi ad una soluzione efficace in breve tempo.

Il lavoro è un diritto e dà dignità: non ricadano sui dipendenti le scelte sbagliate delle proprietà e dei Governi miopi, che hanno siglato accordi con chi non era in grado di assicurare continuità d'impresa e un futuro economicamente solido.