Giovinazzo punta sulla rigenerazione urbana

Alla presenza degli Assessori regionali Stea e Pisicchio, presentati ieri sera in Sala San Felice due nuove progetti per il litorale sud e quello nord

martedì 30 ottobre 2018
A cura di Gianluca Battista
Il tema della rigenerazione urbana costituisce uno dei punti in cima all'agenda politica regionale. A confermarlo, ieri sera, 29 ottobre, la conferenza in Sala San Felice a cui sono intervenuti gli Assessori regionali all'Ambiente ed all'Urbanistica, Gianni Stea ed Alfonsino Pisicchio. A moderare l'incontro c'era l'ing. Cesare Trematore, a capo dell'Ufficio Tecnico comunale.

Un tema ampio, su cui insistono norme di carattere regionale, ma che ancora oggi non è normato da un'unica legge nazionale. Per questo, quando si parla di rigenerazione urbana, è stato più volte sottolineato, c'è bisogno di piena collaborazione tra Enti e tra questi ultimi ed i privati.

Su questo punto è tornato nei saluti iniziali il Sindaco, Tommaso Depalma, rimarcando la professionalità dei partner istituzionali ed imprenditoriali a cui l'Amministrazione da lui guidata si è rivolta per riqualificare l'area dell'ex Marmeria Barbone, sul litorale sud, ed il vecchio cementificio che sorge sulla statale adriatica verso Molfetta.

In questi casi, quindi, è necessaria collaborazione ed un «religioso rispetto dei ruoli», per dirla alla Depalma, in cui ciascun attore, pubblico e privato, deve fare con cognizione la sua parte.

A fargli eco il neo-Assessore regionale all'Ambiente, Gianni Stea, che ha ricordato nel suo discorso come sia necessario puntare sul binomio rigenerazione urbana-mobilità sostenibile, due ambiti inevitabilmente intrecciati per dare un volto nuovo al nostro territorio, lanciatissimo nel settore turistico.

Sia lui che Alfonsino Pisicchio, titolare dell'Assessorato alla Pianificazione Territoriale, hanno evidenziato la bontà del lavoro svolto a Giovinazzo da una decina d'anni a questa parte sul tema della rigenerazione urbana, che per quest'ultimo deve sempre essere «rigenerazione umana», creando economia attorno al restyling dei nostri borghi e delle periferie, in cui i cittadini siano protagonisti e non mero contorno.

Non è quindi corretto, secondo i relatori della serata, continuare a consumare territorio con nuove cementificazioni. Occorre dunque pensare ad una rigenerazione che, dai materiali usati fino all'inserimento dei manufatti in un contesto paesaggistico, punti a rendere migliore l'ambiente in cui si va ad innestare. Ed è questo il cuore della Legge sulla "Bellezza" che lo stesso Pisicchio ha voluto e che è pensata per mettere in risalto «la massima espressione della qualità».

A questo trend si riallaccia l'idea dell'Amministrazione comunale di affidarsi ai privati per riqualificare l'area dell'ex Marmeria Barbone, illustrata in Sala San Felice dall'architetto Marco Lorusso e da Angelo Di Palma della Blue Tourism. Il rudere che sorge sul prolungamento di via Bari verso Santo Spirito diverrà un resort, costruito sullo scheletro dei vecchi manufatti esistenti, e sarà realizzato con materiali eco-compatibili, non prima di aver eliminato l'amianto presente.

All'interno dell'attuale piazzale in asfalto, inoltre, nascerà un giardino in cui saranno coltivate le piante che contengono le essenze tipiche del nostro territorio. L'opera sarà costosa (si parla di circa 7 milioni di euro) e porterà ad una inevitabile urbanizzazione dell'area, con un parcheggio ed un sottovia che nasceranno insieme al resort. Il progetto, che ha attraversato un iter lungo tre anni per ottenere tutte le autorizzazioni, è già passato dal Consiglio comunale, e dovrebbe portare occupazione per 70 persone. La richiesta, è stato sottolineato, è di personale altamente qualificato in ciascun settore.

Qualcosa di analogo è stato pensato da Mauro Vitulano, fondatore della Indeco, che ha in mente di riqualificare l'area dell'ex cementificio, l'ecomostro ormai dismesso che sorge a nord, verso Molfetta e che rovina il panorama a chi lo osserva da Ponente. L'imprenditore ha ribadito di volerne fare un albergo diffuso, con caratteristiche modernissime, mettendo in archivio una pagina urbanistica nerissima degli Enti locali che affonda le sue radici negli anni '60.

Significativo il video realizzato con un drone dalla Vichim s.r.l. che ha evidenziato la necessità, già concordata con gli amministratori, di realizzare un immobile con torri (i vecchi sylos) alti la metà rispetto al passato.

Giovinazzo punta sulla rigenerazione urbana, quindi, cercando di divenire, non senza difficoltà, un modello virtuoso in questo ambito. Un rilancio autentico, economico e turistico della città passa attraverso l'unità di intenti tra Enti pubblici e privati, con i primi a vigilare sempre sull'azione dei secondi, con l'auspicio che i più illuminati tra questi ultimi possano essere prima o poi liberati da una burocrazia a tratti asfissiante.