Gaza, manifestazioni Pro-Pal e scontri: la posizione di Forza Giovinazzo

La nota porta la firma delle consigliere Marzella e Sala e del coordinatore Depalo

martedì 30 settembre 2025
Riceviamo e pubblichiamo una nota del gruppo di Forza Giovinazzo sulle tensioni nel nostro Paese riguardo alle vicende mediorientali. Di seguito il testo integrale giuntoci in redazione all'indomani degli scontri di Milano e di altre città italiane.

«Nessuno può ignorare la gravità della situazione in Medio Oriente, né la sofferenza di migliaia di civili innocenti. Anzi è doveroso riconoscere la sofferenza umana che c'è dietro ogni conflitto, non c'è solo Gaza ma molte altre guerre in tutto il mondo, con centinaia di donne, bambini e uomini che soffrono in egual misura, perchè il sangue ha lo stesso colore. Eppure c'è chi si indigna per alcune guerre ma per altre sceglie il silenzio, non tutte le bombe fanno cortei. Dipende forse dal colore politico dei carnefici? Chiedere la pace a senso unico è ipocrisia, non vi è coerenza in questa politica che scende in piazza per Gaza e tace sul resto.
Così come non vi è coerenza in una solidarietà che diventa disordine. La libertà di manifestazione è un diritto costituzionale sacrosanto, non messo in discussione, ma non è libertà distruggere beni pubblici o aggredire le forze dell'ordine. Questo non è esercizio democratico: è vandalismo, è illegalità.

Lo sciopero nazionale indetto in solidarietà con la popolazione di Gaza ha richiamato migliaia di cittadini in molte città d'Italia, ma oltre alle molteplici mobilitazioni pacifiche la protesta, a Milano così come in alcune altre città, è degenerata in atti di violenza con scontri, danni e comportamenti inaccettabili.

Non si vogliono strumentalizzare questi episodi, ma non si vuole neanche essere strumentalizzati. Questa non è "protesta" ma teppismo, comportamenti che non rendono giustizia alla causa che dicono di sostenere, anzi, rischiano di farla apparire distante, lontana dalle istituzioni e persino di delegittimarla. Ed è necessario che chi ha organizzato queste manifestazioni condanni con chiarezza e fermezza tali eventi, le forze politiche non devono voltare lo sguardo. Una sinistra che predica inclusione e dialogo, ma che troppo spesso tollera o minimizza episodi che vanno condannati senza esitazioni, diventa complice silenziosa.
Una sinistra che punta il dito contro chi vuol perseguire gli stessi obiettivi ma con diverse modalità, che urla "la violenza siete VOI che non fermate questo massacro, non NOI", come se ciò che si è visto in questa manifestazione non fosse violenza, come se ci devono essere bombe e morti per potersi definire tale, come se ridurlo ad un episodio isolato, anche se avvenuto in una città nevralgica come Milano, basta a giustificare tali comportamenti: questa è una politica di propaganda. Chi non condanna con forza questi episodi finisce per legittimarli, nascondendosi dietro giustificazioni ideologiche.

E noi che siamo su un altro fronte ideologico non possiamo accettare di essere definiti complici, sanguinari, non possiamo essere etichettati come violenti guerrafondai perché non scegliamo i cortei o non adottiamo le stesse forme di protesta della sinistra. Non è scendendo in piazza che si misura chi vuole la pace. E' perfino superfluo affermare che siamo contro la guerra, contro la violenza, contro questi massacri tragici e disumani.

Avere una visione diversa su come affrontare i conflitti non significa essere complici delle guerre stesse ma vuol dire cercare soluzioni alternative, per una pace equa e giusta per tutti. Così come schierarsi a fianco delle Forze dell'Ordine, di chi indossa una divisa, di chi mette a repentaglio la propria vita per mantenere ordine e sicurezza nelle nostre città e parimenti si impegna su scenari internazionali per garantire equilibri precari e per proteggere la sovranità e la nostra libertà, non come singolo Stato ma come Europa unita, non vuol dire essere inclini alla violenza bensì sostenere chi difende i nostri valori e garantisce la sicurezza del nostro futuro.
Nessuna etichetta e nessuna lezione da chi ha la presunzione di ergersi a unico paladino della pace e della giustizia, perché, come diceva Kennedy, "tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo del futuro dei nostri figli e siamo tutti mortali". Questo per sottolineare l'unità dell'umanità di fronte a drammi di questa natura».

Forza Giovinazzo