"Essere per esserci", in tanti a Giovinazzo per il nuovo libro di Agostino Picicco
Ospiti della serata anche i monsisgnori Cornacchia e Turturro
sabato 23 agosto 2025
10.57
"Essere per esserci - sui social con testa e cuore" è il nuovo libro scritto dal giornalista Agostino Picicco, inserito nella collana "Volersi bene", edito dalle edizioni Paoline.
In tantissimi tra lettori ed amici hanno voluto omaggiare lo scrittore, saggista e membro della Direzione Relazioni con stampa e media dell'Università Cattolica di Milano. Tra gli ospiti della serata anche due prelati, il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mons. Domenico Cornacchia, ed il Nunzio Apostolico in Paraguay, nonché vescovo di Ravello, mons. Vincenzo Turturro.
Presenti alla serata, tra gli altri, anche il sindaco Michele Sollecito e l'assessora alla Cultura e Turismo, Cristina Piscitelli. Le letture di alcuni estratti del libro sono state curate dall'attore Gerardo Placido, che ha mostrato tutta la sua maestria nell'interpretare scenicamente il pensiero messo su carta dall'ormai Cavaliere della Repubblica, Agostino Picicco. La moderazione è stata affidata al nostro redattore capo, Gianluca Battista.
IL LIBRO
Proprio quest'ultimo ha pungolato l'autore su alcune tematiche presenti nel libro che si occupa principalmente di raccontare l'evoluzione dei rapporti umani nell'era dei social network, prestando attenzione a quella che il sociologo Francesco Riva definisce la "vetrinizzazione dell'io". Picicco ha più volte nel corso della serata ribadito come si viva costantemente di una esigenza: quella di mostrarsi, piuttosto che essere, passando in rassegna anche tipologie di utenti social (i soloni, per citare un esempio) che tutto sanno, che tutto "pensano di sapere" ed emettono sentenze sovente con un linguaggio marcato, deciso, tuttavia senza averne le competenze per l'argomento trattato.
Secondo Picicco il problema legato alla digitalizzazione della scuole, invece, non è affatto tale e, se bene impiegato, può e deve essere una risorsa per studenti, famiglie e docenti, ma l'applicazione che se ne fa in questo momento storico appare distorta o forzata rispetto all'originaria missione. Ed anche nel caso delle reti scolastiche e dell'educazione, un ruolo assai importante lo ricoprono la voglia di mettersi in mostra e la mancanza di umiltà.
Ciò che non potrà mai essere sostituito è un luogo fisico dove insegnare, sebbene il periodo pandemico abbia insegnato a tutti che la tecnologia può essere di supporto con la didattica a distanza, ma le relazioni umane si formano nel contatto, in luoghi fisici che sono tutt'oggi presidio di crescita. Anche lo scambio delle figurine a scuola non esiste più, ma quell'essere gruppo, comunità, quello stare insieme era anticamera per una formazione tra la gente che è patrimonio che secondo l'autore non può essere disperso.
Quanto all'informazione, la spettacolarizzazione della violenza come mezzo per aumentare audiance, vendita di copie e generare clicbyte sembra aver preso il sopravvento e Battista, sollecitando Picicco, ha ottenuto una risposta impeccabile: «bisogna recuperare una deontologia della notizia che si va perdendo», ha sottolineato giustamente l'autore.
Un libro che non è affatto "contro" le nuove tecnologie, che invece apre speranze e prospettive sul loro utilizzo, ma che accende i riflettori sul "buon" impiego dei mezzi con cui oggi si è scelto (?) di comunicare. Dentro la realtà, ma con giudizio, con umiltà, con la giusta moderazione. Per dirla come nel sottotitolo "Sui social con testa e cuore".
GLI INTERVENTI
Quella testa e quel cuore che hanno sottolineato essere elementi fondamentali delle relazioni umane anche i due prelati, Cornacchia e Turturro. Il primo, incalzato dal moderatore, ha anche ricordato come la Chiesa Cattolica abbia sempre promosso le nuove tecnologie, anzi dopo il Concilio Vaticano II, sia stata promotrice di nuovi mezzi di evangelizzazione e contatto tra i popoli.
Ed a proposito di popoli, mons. Turturro ha sottolineato come in Paraguay i nuovi media sono molto presenti, in un Paese che cerca crescita e nuova identità. Cuore e cervello, come le reliquie dell'unico Santo e dell'unica Beata di quella nazione sudamericana, solo apparentemente lontana dalla nostra Italia.
In apertura l'assessora Cristina Piscitelli aveva ricordato il lungo percorso di eventi inseriti nel cartellone comunale "Giovinazzo Estate 2025" e quanto importante fosse questa presentazione con un figlio di Giovinazzo, quale è Picicco, divenuto un punto di riferimento per la comunità pugliese a Milano.
Chiusura con il sindaco Michele Sollecito, il quale ha sottolineato l'importanza del buon utilizzo dei socialmedia in un'epoca in cui le cronache anche recentissime raccontano di uso distorto e spesso ben oltre il penale. Ma resta la speranza insite nelle idee di Picicco, quella di una nuova socializzazione responsabile ed in cui gli eccessi restino quelli del tifo per una squadra o lo scontro verbale tra idee politiche opposte, sale di democrazia. Esistono a Giovinazzo - ha evidenziato il primo cittadino - spazi in cui vengono recuperati giochi e socialità di un tempo. Non è vero che tutto è perduto, anzi, ci sono aperture a fare comunità che sembravano sopite per sempre.
In tantissimi tra lettori ed amici hanno voluto omaggiare lo scrittore, saggista e membro della Direzione Relazioni con stampa e media dell'Università Cattolica di Milano. Tra gli ospiti della serata anche due prelati, il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mons. Domenico Cornacchia, ed il Nunzio Apostolico in Paraguay, nonché vescovo di Ravello, mons. Vincenzo Turturro.
Presenti alla serata, tra gli altri, anche il sindaco Michele Sollecito e l'assessora alla Cultura e Turismo, Cristina Piscitelli. Le letture di alcuni estratti del libro sono state curate dall'attore Gerardo Placido, che ha mostrato tutta la sua maestria nell'interpretare scenicamente il pensiero messo su carta dall'ormai Cavaliere della Repubblica, Agostino Picicco. La moderazione è stata affidata al nostro redattore capo, Gianluca Battista.
IL LIBRO
Proprio quest'ultimo ha pungolato l'autore su alcune tematiche presenti nel libro che si occupa principalmente di raccontare l'evoluzione dei rapporti umani nell'era dei social network, prestando attenzione a quella che il sociologo Francesco Riva definisce la "vetrinizzazione dell'io". Picicco ha più volte nel corso della serata ribadito come si viva costantemente di una esigenza: quella di mostrarsi, piuttosto che essere, passando in rassegna anche tipologie di utenti social (i soloni, per citare un esempio) che tutto sanno, che tutto "pensano di sapere" ed emettono sentenze sovente con un linguaggio marcato, deciso, tuttavia senza averne le competenze per l'argomento trattato.
Secondo Picicco il problema legato alla digitalizzazione della scuole, invece, non è affatto tale e, se bene impiegato, può e deve essere una risorsa per studenti, famiglie e docenti, ma l'applicazione che se ne fa in questo momento storico appare distorta o forzata rispetto all'originaria missione. Ed anche nel caso delle reti scolastiche e dell'educazione, un ruolo assai importante lo ricoprono la voglia di mettersi in mostra e la mancanza di umiltà.
Ciò che non potrà mai essere sostituito è un luogo fisico dove insegnare, sebbene il periodo pandemico abbia insegnato a tutti che la tecnologia può essere di supporto con la didattica a distanza, ma le relazioni umane si formano nel contatto, in luoghi fisici che sono tutt'oggi presidio di crescita. Anche lo scambio delle figurine a scuola non esiste più, ma quell'essere gruppo, comunità, quello stare insieme era anticamera per una formazione tra la gente che è patrimonio che secondo l'autore non può essere disperso.
Quanto all'informazione, la spettacolarizzazione della violenza come mezzo per aumentare audiance, vendita di copie e generare clicbyte sembra aver preso il sopravvento e Battista, sollecitando Picicco, ha ottenuto una risposta impeccabile: «bisogna recuperare una deontologia della notizia che si va perdendo», ha sottolineato giustamente l'autore.
Un libro che non è affatto "contro" le nuove tecnologie, che invece apre speranze e prospettive sul loro utilizzo, ma che accende i riflettori sul "buon" impiego dei mezzi con cui oggi si è scelto (?) di comunicare. Dentro la realtà, ma con giudizio, con umiltà, con la giusta moderazione. Per dirla come nel sottotitolo "Sui social con testa e cuore".
GLI INTERVENTI
Quella testa e quel cuore che hanno sottolineato essere elementi fondamentali delle relazioni umane anche i due prelati, Cornacchia e Turturro. Il primo, incalzato dal moderatore, ha anche ricordato come la Chiesa Cattolica abbia sempre promosso le nuove tecnologie, anzi dopo il Concilio Vaticano II, sia stata promotrice di nuovi mezzi di evangelizzazione e contatto tra i popoli.
Ed a proposito di popoli, mons. Turturro ha sottolineato come in Paraguay i nuovi media sono molto presenti, in un Paese che cerca crescita e nuova identità. Cuore e cervello, come le reliquie dell'unico Santo e dell'unica Beata di quella nazione sudamericana, solo apparentemente lontana dalla nostra Italia.
In apertura l'assessora Cristina Piscitelli aveva ricordato il lungo percorso di eventi inseriti nel cartellone comunale "Giovinazzo Estate 2025" e quanto importante fosse questa presentazione con un figlio di Giovinazzo, quale è Picicco, divenuto un punto di riferimento per la comunità pugliese a Milano.
Chiusura con il sindaco Michele Sollecito, il quale ha sottolineato l'importanza del buon utilizzo dei socialmedia in un'epoca in cui le cronache anche recentissime raccontano di uso distorto e spesso ben oltre il penale. Ma resta la speranza insite nelle idee di Picicco, quella di una nuova socializzazione responsabile ed in cui gli eccessi restino quelli del tifo per una squadra o lo scontro verbale tra idee politiche opposte, sale di democrazia. Esistono a Giovinazzo - ha evidenziato il primo cittadino - spazi in cui vengono recuperati giochi e socialità di un tempo. Non è vero che tutto è perduto, anzi, ci sono aperture a fare comunità che sembravano sopite per sempre.