Coldiretti: «Con nuove misure UE a rischio settore pesca»

Dura nota contro i provvedimenti di Bruxelles che penalizzano la filiera italiana

mercoledì 3 dicembre 2025
Le nuove misure proposte dalla Commissione europea sulle possibilità di pesca per il 2026 nel Mediterraneo minacciano la flotta pugliese, mettendo a rischio la sopravvivenza di un comparto economico importante della regione. È l'allarme lanciato da Coldiretti Pesca Puglia che denuncia l'impatto devastante delle restrizioni previste sul futuro delle imprese e delle comunità costiere.

"La proposta di Bruxelles rappresenta un ulteriore attacco a una filiera che ha già pagato più di ogni altra in Europa il prezzo di restrizioni, chiusure e sacrifici", denuncia Daniela Borriello, responsabile nazionale di Coldiretti Pesca. Il settore della pesca e dell'acquacoltura in Puglia vale 225 milioni di euro, secondo i dati CREA, con una flotta composta da 1.455 battelli: il 12,3% del totale nazionale, il 10,5% del tonnellaggio e il 12% della potenza motore. Le marinerie di Manfredonia, Bisceglie, Molfetta, Giovinazzo, Bari, del sud Barese e del Salento vivono della pesca di gamberi, scampi, merluzzi e degli allevamenti in mare aperto di spigole, ombrine e orate.

Nel dettaglio, la proposta UE prevede una drastica riduzione dello sforzo a strascico del 64%, accompagnata da un taglio del 25% per l'attività dei palangari. L'Adriatico verrebbe ulteriormente penalizzato con una diminuzione del 12% della pesca demersale, mentre per i pelagici è prevista una contrazione del 10%. A ciò si aggiungono nuovi e pesanti limiti alle catture di gamberi di profondità, che interesserebbero le aree del Levante, dello Stretto di Sicilia e del Mar Ionio.

"Queste misure sono scollegate dalla realtà", prosegue Borriello, "perché non considerano la forte riduzione che la flotta italiana ha già subito, né le vaste aree di pesca che sono state chiuse negli ultimi anni, né le zone interdette per motivi ambientali. Ignorano inoltre gli investimenti, gli adeguamenti e l'impegno costante portato avanti dal settore in nome della sostenibilità".

Coldiretti Pesca denuncia la crescente distanza di Bruxelles dalla realtà delle marinerie italiane. Secondo l'associazione, l'approvazione del nuovo regolamento comprometterebbe gravemente la continuità aziendale di centinaia di imprese, la stabilità economica delle comunità costiere e la possibilità per i cittadini di continuare a consumare pescato italiano, fresco e sicuro.

L'Europa non può nascere per distruggere la pesca, ma per tutelarla» - afferma Coldiretti Pesca - chiedendo al Governo di intervenire con la massima determinazione al prossimo Consiglio Agrifish per correggere misure ritenute incongruenti e da riscrivere radicalmente.