A Giovinazzo fedeli in preghiera per la pace in Palestina ed Ucraina

Ieri sera veglia nella Concattedrale di Santa Maria Assunta

mercoledì 18 ottobre 2023
A cura di Marzia Morva
Nella Concattedrale di Santa Maria Assunta a Giovinazzo, gremita di fedeli, si è svolta ieri sera, 17 ottobre, una veglia di preghiera per la pace promossa dalla Diocesi Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

A presiederla Mons. Domenico Cornacchia, davanti alle Confraternite, al clero locali, ai diaconi, alle associazioni laicali ed a tutti i religiosi e le religiose della città e di altre località rientranti nella diocesi.

Don Luigi Caravella ha ringraziato il vescovo per aver condiviso questa preghiera corale e tutti i fedeli per aver partecipato ed ha chiesto l'intercessione della Vergine di Corsignano per la pace in Medio Oriente ed in Ucraina. Densi di spunti di riflessione i passi estratti dalla Lettera Enciclica "Pacem in Terris" di Papa Giovanni XXIII, letti dai fedeli, che hanno poi accompagnato i canti con testi riferiti ai valori universali dell'amore e della pace tra uomini.

«Questa sera vogliamo tutti insieme implorare il Signore - ha detto Mons. Cornacchia - per intercessione della Madonna affinché ci dia il dono della pace; in questi giorni siamo tutti tristi nel pensare alla la guerra in Palestina, nei luoghi in cui è nato il figlio di Dio. Ringrazio padre Francesco Depalo e padre Pasquale Rago per aver ospitato l'incontro di preghiera qui in Cattedrale. È stata una bella scelta voler offrire a noi dei passaggi salienti dell'enciclica di Papa Roncalli. Erano gli anni '60 e c'era il conflitto tra USA e URSS e il Papa volle parlare con entrambi i presidenti delle due nazioni in conflitto. Noi oggi abbiamo espresso con intensità emotiva - è stata la sottolineatura - quello che abbiamo, l'arma più potente che è la preghiera».

Per il prelato è dunque necessario riflettere su quelle parole lontane 60 anni eppure così attuali. Bisogna, secondo Mons. Cornacchia, evitare che questo «tiro alla fune tra due potenze» continui.

«Non possiamo rimanere indifferenti - ha quindi ribadito il vescovo -, possiamo fare molto pregando e supplicando il Padre comune dell'umanità. Trasformiamoci, chiediamo pace, non restiamo chiusi nei nostri confini. Papa Francesco ha detto "la guerra è sempre una sconfitta per l'umanità". Allora mettiamo in atto il digiuno - è l'invito - che ci rende disponibili verso ciò che è essenziale. E siccome noi siamo sazi, se vogliamo capire chi è a digiuno, dobbiamo digiunare dall'essere indifferenti. Possiamo fare digiuno di pregiudizi e scegliamo di essere sempre e ovunque artigiani di pace. Trova la pace in te e migliaia di fratelli e sorelle la creeranno intorno a te», sono state le sue parole conclusive.

Palestina e Ucraina non sono lontane, non lo dobbiamo mai credere. Sono porzioni di mondo popolate da persone, uomini e donne, bambini e anziani, che soffrono e che guardano a noi come a possibili ancore di salvezza. Facciamoci dunque costruttori di pace e non voltiamo la testa dall'altra parte, come ci ha insegnato don Tonino Bello.