Il fuoco della speranza non si spenga mai

Festa di Sant'Antonio Abate ai tempi del covid. Le nostre riflessioni

domenica 17 gennaio 2021 2.00
A cura di Gianluca Battista
Il vento gelido c'è, come da tradizione in gennaio, le fave a cuocersi lentamente in grandi recipienti nelle case dei più anziani, anche. Ma non ci sarà la festa.

Fuochi spenti per strada quest'oggi, vietato assembrarsi. Ha vinto di nuovo il virus subdolo, regalandoci dopo tanti anni solo il silenzio della zona arancione, il colore delle distanze che si dilatano.

Nello scatto (ancora una volta significativo) del bravo Giuseppe Palmiotto, un falò su via Madonna degli Angeli di un'edizione recente della festa invernale più attesa dai giovinazzesi.

Niente legna da tagliare e trasportare nei quattro angoli della città, dunque. Niente raduni di quartiere davanti al caldo rassicurante delle fiamme, nessuna street band a portare gioia in note tra la gente, né crapjete né fiumi di ottimo vino rosso a riscaldare corpi ed anime.
Evitate polemiche tra schieramenti politici prima della domenica, nessun gemellaggio rinnovato con la bella Guastalla, in sostanza nessuna "vita normale" che riprende a fluire in ogni suo aspetto. Le illusioni estive (con qualche trasgressione di troppo) e quelle autunnali ci hanno regalato un inverno lungo. Più lungo e più buio di tanti altri.

Falò spenti dunque, ma il nostro invito è di tenere vivo il fuoco della speranza, quello da alimentare sempre, che possa proiettarci a mesi felici, alla fine di un incubo, a stare insieme per strada, finalmente, giovani e anziani, uomini e donne, destra con sinistra. Non venga mai meno l'anelito che proietta alla socialità, tipicamente umano. Continuiamo a coltivare la voglia di poterci riabbracciare, di guardare di nuovo i nostri sorrisi, oggi coperti da mascherine che esaltano occhi spesso tristi.

I giovinazzesi e la gente che da tutta la Puglia veniva a trovarli meritano serenità, meritano feste, sagre, musica, meritano soprattutto la libertà di riprendere in mano le loro esistenze fattesi cupe, incerte, stanche.

Se non potrete farlo per strada, onorate Sant'Antonio e le vostre radici in famiglia, pensando che quella luce accecante che si sprigiona dalle fiamme tornerà ad essere simbolo di rinascita, di ripresa, di vita nuova.

Buona Solennità di Sant'Antonio Abate a tutti voi. Custoditene il senso più profondo per condividerlo non appena si potrà, facendolo conoscere oltre i confini della vostra città. È patrimonio di Giovinazzo e non potrà portarvelo via nemmeno il tremendo morbo che passerà, mentre le vostre tradizioni resteranno.