Michele Sollecito. <span>Foto Gianluca Battista</span>
Michele Sollecito. Foto Gianluca Battista
Politica

Next Giovinazzo: il futuro secondo Michele Sollecito

Il Vicesindaco presenta il suo nuovo soggetto politico e si confessa davanti ai nostri taccuini

Quarto appuntamento con le interviste ai protagonisti delle vita politica giovinazzese. Dopo aver dato spazio agli esponenti di PrimaVera Alternativa, Forza Italia e nuovo Meetup Stelle, oggi tocca al Vicesindaco uscente, Michele Sollecito, raccontarsi e raccontare il suo nuovo soggetto, Next Giovinazzo, nato da qualche tempo per sostenere un'idea moderna di città a misura d'uomo. Di seguito quello che ci ha raccontato. Prossimo appuntamento con Gaetano Dagostino di Io Giovinazzo.


Nel 2011 Giovinazzo Città del Sole, oggi Next Giovinazzo. Perché ha sentito l'esigenza di creare un nuovo soggetto e quindi una nuova lista?

In realtà Next Giovinazzo è una scelta di gruppo e non personale. Abbiamo avvertito l'esigenza di mettere a frutto cinque anni di Amministrazione per proiettarci verso la costruzione di una proposta strategica per Giovinazzo. Next è dunque un laboratorio "spin-off" del movimento civico "Giovinazzo Città del Sole" che dà più l'idea della visione per il futuro della nostra città. Un po' come per l'associazione Next Polis, di cui sono socio fondatore il cui motto è "siamo le città che viviamo".
Come nasce il progetto di Next Giovinazzo ed a cosa mirate? Quali in sostanza gli obiettivi che vi siete prefissati?
Next Giovinazzo ha il compito di rendere chiara e intellegibile a tutti la costruzione di un programma elettorale ossia di una proposta strategica per lo sviluppo di Giovinazzo. Lontano dalle proposte rabberciate e scritte nei giorni antecedenti la presentazione delle liste e lontano da desideri irrealizzabili o fuori contesto. Durante questa fase di elaborazione, in verità iniziata da tempo, si sperimenta una sorta di aggiornamento-confronto, per tutti gli interessati che stanno partecipando, sugli ingranaggi della Pubblica Amministrazione Locale, sulle fonti di finanziamento, sulla gestione della spesa pubblica, sulle opportunità delle co-progettazioni con gli altri comuni, sui regolamenti che disciplinano i vari settori della vita cittadina. Tutto ciò nasce, ripeto, da una scelta di gruppo ma non nascondo che è un mio prioritario e personale obiettivo: rendere più persone possibili "innamorate" delle possibilità e delle opportunità che offre una PA quando è ben governata.

A quale fetta di elettorato vi rivolgete? Lei è un moderato cattolico: è in quell'area che pescherete i consensi?

Come Next Giovinazzo ci rivolgiamo in primis ai giovani: perché probabilmente con il linguaggio della progettazione riusciamo ad avvicinarli e coinvolgerli meglio rispetto al linguaggio della cooptazione politica. E anche perché Next Giovinazzo vorrebbe partire dalla Policy e poi dalla Politica: prima i percorsi razionali per risolvere problemi complessi e poi l'aggregazione e il consenso verso le soluzioni considerate ottimali. Per far questo abbiamo subito reso palesi i nostri cinque "pilastri": impegno (civic engagement), visione (vision), proposte (framework), rete (network), strumenti (tools). Nessuna improvvisazione ma solo voglio di appassionarsi al bene comune con cognizione di causa.

A distanza di quattro anni e mezzo, se dovesse tracciare un primo bilancio del vostro mandato, di cosa andrebbe orgoglioso e su cosa ci sarebbe ancora da lavorare?

Vado orgoglioso delle politiche sociali (con una percentuale di spesa dei fondi pubblici elevata, sinonimo di buon funzionamento dei servizi) e delle politiche scolastiche ed educative che hanno rimesso al centro delle attenzioni dell'ente locale gli studenti e il loro protagonismo. Un altro motivo di orgoglio, che condivido con la mia amica e assessore alla cultura, Marianna Paladino, è sicuramente la nascita della cittadella della cultura con il primo nucleo della biblioteca cittadina che dedicheremo a don Filippo Roscini, con sale lettura a disposizione degli studenti della nostra città all'interno dell'ex convento degli agostiniani. Giovinazzo non ha mai avuto una biblioteca cittadina, era nel nostro programma elettorale, ci siamo riusciti, a breve l'inaugurazione. E poi c'è il progetto SPRAR per l'accoglienza dei richiedenti asilo, che continua ad essere qualcosa di cui vado davvero orgoglioso, nato nell'estate 2013 in un momento molto difficile. Ed oggi, con le tante cronache nazionali che si occupa del tema immigrazione, sento di poter dire che è stato un progetto che ha saputo guardare lontano, unendo aspetto pratici a quelli prioritari di carattere umanitario.
C'è molto da lavorare per lo sviluppo economico della nostra città. Ho seguito con interesse il dibattito sulla zona ASI che probabilmente avrà, in futuro, una ricaduta in termini di investimenti per le sole infrastrutturazioni. Purtroppo infrastrutturare non significa avere già imprese pronte a lavorare e investire. Così come credo che le nuove imprese che stanno scegliendo la zona ASI di Bari si stiano concentrando su capannoni già realizzati e negli anni abbandonati. Ho trovato il dibattito a tratti "anacronistico", soprattutto nei giorni in cui è stato varato il piano Italia 4.0. Il futuro dell'impresa è lì, e probabilmente serve una infrastrutturazione diversa perché l'impresa 4.0 non inquina quanto l'industria tradizionale e non ha bisogno necessariamente di ingombri stile "zona industriale". Personalmente credo e spero in un rilancio che possa coinvolgere l'area dell'ex-afp con una predisposizione che guardi al futuro dell'impresa. E non considero un'idiozia valutare attentamente l'attuale orientamento normativo che propende per non consumare altro terreno agricolo lì dove vi sono aree che possono rigenerarsi e riqualificarsi con attenzione. Su questo auspico un confronto onesto, non credo certo di possedere la verità assoluta.

I suoi avversari politici la dipingono come il "pensatore" del gruppo di amministratori, una sorta di Sindaco ombra in cabina di regia, pronto a porre rimedio se Depalma inciampa. Quanto questa immagine è veritiera?

In una squadra servono tutti i ruoli. Magari sarò pure un buon "regista" ma questo solo perché ho avuto l'opportunità di studiare alla scuola per giovani amministratori dell'Anci, ai corsi di alta formazione politica di Eunomia… e anche perché ho incontrato gli amici di Next Polis e di Rena: intelligenza collettiva al servizio del Paese. Ogni incontro cambia la visione del tuo territorio, nulla è scontato.

E della proposta di candidatura a primo cittadino cosa ci racconta? Perché ha rifiutato?

Il nostro è un gran bel gruppo, niente complotti politici e niente manovre di palazzo. In tutta tranquillità ci siamo confrontati sul futuro della nostra coalizione e sul futuro personale di ciascuno di noi. La proposta, seppur fatta dal Sindaco in primis e appoggiata dai Consiglieri, è arrivata per me in un momento abbastanza complicato per via di vicende lavorative e familiari. Ci siamo capiti e in poco tempo ci siamo rimessi al lavoro per la ricandidatura di Tommaso, che comunque penso abbia tutto il diritto a ricandidarsi essendosi impegnato per la nostra città sopra ogni limite.

Lei viene dall'associazionismo cattolico. Cosa pensa dell'impegno dell'Osservatorio per la Legalità ed il Bene Comune, che ne è una espressione, a favore di una coalizione nella corsa a Palazzo di Città?

Dico con chiarezza che hanno sbagliato ad inviare una mail di invito alla presentazione di PrimaVera Alternativa e ad intervenire ufficialmente durante la serata di presentazione dello scorso giugno. L'Osservatorio non ha "sponsorizzato" altre liste e non ha mandato inviti per altri eventi. Dunque ha riservato un "trattamento di favore" per una sola lista. È palesemente sbagliato perché nell'Osservatorio, che collabora con la vicaria cittadina ovvero con tutte le cinque parrocchie, confluisce ufficialmente tutto l'associazionismo ecclesiale cittadino nonché la Caritas, che è un organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Il compendio della dottrina sociale della Chiesa cattolica ci ricorda che le istanze della fede cristiana difficilmente sono rintracciabili in un'unica collocazione politica: dunque impossibile e sbagliato pensare che schierarsi con Sinistra Italiana equivalga alla scelta e alla posizione di tutti i cattolici.

Tra i vostri avversari chi stima e strapperebbe alle coalizioni che si oppongono al secondo mandato di Depalma?

La verità è semplice: stimo gli avversari più convinti e leali ossia quelli che non si possono strappare, perché ci si legittima a vicenda in un democratico confronto.

In conclusione, Next Giovinazzo cosa riterrebbe un successo in termini elettorali o cosa invece un insuccesso?

Il successo sarebbe costituito dalla riconferma di Tommaso Depalma e la realizzazione di un programma strategico, che guardi lontano, al futuro di Giovinazzo. L'insuccesso equivale al contrario di quanto appena scritto, ma non lo contempliamo!
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