Trofeo dell'Adriatico, Francesco Cervone la pensa così

Intervista a cuore aperto con il ds della "Massimo Cervone"

sabato 9 luglio 2016 13.37
A cura di Gianluca Battista
Un mare calmissimo, lo sguardo rivolto alla sua squadra maschile che si sta allenando. Francesco Cervone, direttore sportivo dell'Associazione Vogatori "Massimo Cervone" Giovinazzo, lo abbiamo incontrato sulla banchina di Ponente del porticciolo, preso dagli allenamenti giornalieri dei suoi ragazzi.

Il Trofeo dell'Adriatico, la kermesse itinerante di voga riservata ad imbarcazioni a dieci remi, domani fa tappa a Taranto, sul Mar Ionio, per la terza interessantissima regata. Francesco sa che sarà una dura battaglia, come del resto accade spesso in questo sport fatto di sudore, sacrifici, muscoli e testa. Lo abbiamo voluto intervistare e ne è venuta fuori una breve ma intensa chiacchierata che vi riproponiamo in versione integrale.

Francesco, ti troviamo accanto ai tuoi ragazzi. Fosse per te la vita trascorrerebbe totalmente sul mare...

«Quella della voga è una grande passione, lo sapete. Qualcosa che noi Cervone abbiamo nel sangue. Quando sono libero da impegni lavorativi o politici mi piace seguire i nostri equipaggi da vicino durante gli allenamenti. È così che si vede crescere un progetto sportivo, giorno dopo giorno».

Domenica (domani, ndr) si gareggia a Taranto. Che sensazioni hai?

«​Gli ottimi risultati di Molfetta, nella seconda tappa del Trofeo dell'Adriatico, ci hanno detto due cose importanti: la prima è che le donne sono in grado di riportare a casa il Trofeo. Sarà una stagione difficile, combattuta, punto a punto. Ma abbiamo le carte in regola per trionfare. Quanto ai ragazzi, nonostante la defezione di quattro validi elementi rispetto alla passata stagione, credo si stiano rialzando, stanno prendendo le misure a loro stessi e possono togliersi delle soddisfazioni. Tutto questo al netto di una concorrenza molto qualificata e dalle grandi potenzialità tecniche. In Mar Ionio sarà durissima, mi ripeto, ma qualcosa di buono, di molto buono, penso che la "Massimo Cervone" possa raggiungerla».

Quindi, a tuo avviso, le ragazze possono risultare le migliori a fine stagione?

«​Sì, l'impressione è che abbiano formato un gruppo solido, forte, coeso. Sono amiche prima che compagne di squadra. Talvolta escono assieme ed i rapporti sono trasversali all'età. Questo le rende temibili, perché hanno bene in mente l'obiettivo da raggiungere. Ecco perché non ci accontentavamo del terzo posto di Brindisi. Nella seconda tappa, a Molfetta, hanno dimostrato di essere una vera squadra. A costo di essere noioso ribadisco un concetto: sarà una lotta punto a punto con Lega Navale Molfetta e Taras Taranto, ma speriamo di spuntarla. Saranno utili anche i piazzamenti in giornate difficili e il 7 agosto, in Cala Porto, speriamo di completare l'opera».

Più fluida la situazione tra gli uomini. C'è un equipaggio favorito?

«​Se tra le donne appare delineata una gerarchia, con tre squadre superiori, tra gli uomini è stata una partenza di stagione anomala. Non ho dati inequivocabili che mi fanno propendere per qualcuno. Di certo Lega Navale Molfetta e Remuri sembrano i più attrezzati. Sembrano, lo dico con forza, perché in questo sport non vi è nulla, ma proprio nulla di scontato. Una virata sbagliata, un errore e comprometti una stagione».

Chiudiamo con tuo padre. Il legame tra voi due è fortissimo, come quello della tua famiglia e la voga. Ci sarà a Taranto?

«​Lui ha sofferto per un serio problema alla schiena. Lo faceva soffrire ancor di più non essere con i "suoi" ragazzi. Per questo, dopo la tappa di Molfetta, siamo andati a casa sua per festeggiare insieme la vittoria femminile ed il secondo posto maschile. A Taranto credo possa finalmente esserci, salvo complicazioni. Se lo merita. Lo merita il suo gran cuore. E speriamo di sfoderare in acqua prestazioni degne della sua passione e del grande lavoro che stiamo svolgendo».