La crisi dell'AFP, Depalma: «È il momento di fare fronte comune»

L'agonia dell'hockey su pista. Per il sindaco «è il momento di unire le forze per affrontare il futuro»

martedì 30 gennaio 2018 10.21
A cura di Nicola Miccione
L'agonia dell'hockey su pista a Giovinazzo è la pagina più brutta scritta da decenni nella storia dello sport locale e non solo. Da mesi ne raccontiamo l'increscioso sviluppo fino al vergognoso attuale epilogo: la squadra, reduce dall'11-4 di Forte dei Marmi, è sempre ultima in serie A1.

«Se sciaguratamente la squadra dovesse retrocedere in serie A2 - le parole del sindaco Tommaso Depalma, rilasciate al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno - non sarà la fine del mondo, perché è accaduto già altre volte e altre volte si è risalita la china. Spero comunque che l'AFP Giovinazzo possa risolvere i suoi problemi».

Secondo il primo cittadino bisogna portare «massimo rispetto per il lavoro del club, ma adesso è il momento di fare fronte comune. L'appello che lancio è rivolto soprattutto a quei tifosi che, pur se innamorati della squadra, sono stati abbastanza critici negli ultimi anni. Ora è il momento di unire le forze per affrontare il futuro, qualsiasi esso sia».

Ai più, infatti, non interessa il processo ai responsabili del disastro. Ma un minimo di riflessione sul rapporto tra squadra e territorio: se è un valore che travalica il parquet di gioco (come a tutti risulta evidente), se è in grado di creare altro valore (non solo affettivo ed emozionale), se davvero lo sport di punta di Giovinazzo è simbolo di una città, qualcuno dovrebbe farsene carico e interprete.

​Non è compito diretto, sia chiaro, della politica. Che però ha un margine di intervento: nella ricerca e nella sollecitazione di imprenditori. Se poi nessuno di questi si fa avanti o ci crede (non dite che non ci sono perché ci sono, magari vanno altrove a investire in sport), allora vuol dire semplicemente che Giovinazzo non vale una serie A1, né una serie A2, né una serie B.

«Spero che l'AFP Giovinazzo possa risolvere i suoi problemi - ribadisce Depalma -, ma personalmente penso che se la strada scelta è quella di ridimensionarsi in questo momento per ricostruire facendo leva sui giovani del vivaio, credo che possa essere una giusta strategia».