Taglio alberi viale De Gaetano, PVA: «Sollecito ha mistificato la realtà»
Ancora una dura nota del partito di opposizione
giovedì 8 maggio 2025
Non si placano le polemiche sul taglio degli alberi in viale De Gaetano. Dopo il video di spiegazioni del sindaco, PrimaVera Alternativa insiste e rilancia, scrivendo di "mistificazione della realtà" da parte si Michele Sollecito su quei tigli che sono stati di fatto azzerati. Di seguito la nota integrale.
LA NOTA DI PRIMAVERA ALTERNATIVA
«Dopo giorni di silenzio, e solo perché costretto dal crescente moto di indignazione popolare, il Sindaco, a nome della sua silente maggioranza, ha deciso di intervenire pubblicamente con un breve video diffuso sui social per provare a giustificare l'abbattimento delle decine di maestosi tigli del Viale degli Innamorati. Un goffo tentativo di giustificazione, tardivo e posticcio, quando ormai l'intero viale – un patrimonio affettivo e naturalistico di tutta Giovinazzo – era stato completamente raso al suolo. E per di più, con una spiegazione che non spiega niente, piena di omissioni, vaghezze e scorrettezze. L'unica verità che emerge chiaramente è che questo scempio è stato compiuto solo per accontentare qualche residente infastidito dal ramo alla finestra, dal marciapiede un po' sollevato, da un po' di resina sull'auto, dal muschio e dagli insetti. Nient'altro che un "favore" a pochi, pagato a spese dell'intera collettività. L'unica certezza in questa brutta storia è che la stragrande maggioranza di quegli alberi non doveva essere abbattuta.
Ed invece, questa amministrazione:
1. Ha mistificato la realtà, mostrando la foto di un ailanto caduto in via Marconi e spacciandolo per un tiglio di viale De Gaetano, accompagnandola con qualche immagine di tronchi cariati. Ha parlato genericamente di "diversi alberi malati", quando in realtà solo 5 o 6 su 35 lo erano davvero, e comunque ancora stabili, con più del 30% di tessuto sano, come indicato dalla letteratura scientifica.
2. Si è basata su una perizia superficiale, fondata su osservazioni visive e non su analisi strumentali. Una relazione che non indica chiaramente quali alberi fossero compromessi, che non proponeva alcuna alternativa di recupero, e che ha decretato con sorprendente leggerezza la rimozione totale degli alberi. Un intervento sproporzionato: come togliere tutti i denti (anche quelli sani) a un bambino per due carie, "così non ne avrà più".
3. Non ha commentato il paradosso più grave: quei pochi tigli davvero compromessi lo erano per via delle potature sbagliate effettuate negli anni passati. Potature ordinate proprio dalle amministrazioni di cui l'attuale sindaco era vicesindaco dal 2012.
4. Ha taciuto sul costo dell'operazione: ben 40.000 euro per abbattere 35 maestosi tigli e sostituirli con appena 27 arbusti di mirto. E lei, Assessore all'Ambiente Arbore, che sino a poche ore fa scriveva che "i social non sono il posto giusto dove spiegare", che ne pensa di un sindaco che affida tutto a un video di 90 secondi, postato su Facebook, per giustificare – a posteriori – l'abbattimento di alberi che stavano lì da 90 anni?
La cittadinanza merita rispetto, trasparenza e partecipazione. Non certo "benevolenze ai pochi in danno dei tanti", fatte con il favore delle tenebre, a suon di motosega e di scuse raffazzonate».
LA NOTA DI PRIMAVERA ALTERNATIVA
«Dopo giorni di silenzio, e solo perché costretto dal crescente moto di indignazione popolare, il Sindaco, a nome della sua silente maggioranza, ha deciso di intervenire pubblicamente con un breve video diffuso sui social per provare a giustificare l'abbattimento delle decine di maestosi tigli del Viale degli Innamorati. Un goffo tentativo di giustificazione, tardivo e posticcio, quando ormai l'intero viale – un patrimonio affettivo e naturalistico di tutta Giovinazzo – era stato completamente raso al suolo. E per di più, con una spiegazione che non spiega niente, piena di omissioni, vaghezze e scorrettezze. L'unica verità che emerge chiaramente è che questo scempio è stato compiuto solo per accontentare qualche residente infastidito dal ramo alla finestra, dal marciapiede un po' sollevato, da un po' di resina sull'auto, dal muschio e dagli insetti. Nient'altro che un "favore" a pochi, pagato a spese dell'intera collettività. L'unica certezza in questa brutta storia è che la stragrande maggioranza di quegli alberi non doveva essere abbattuta.
Ed invece, questa amministrazione:
1. Ha mistificato la realtà, mostrando la foto di un ailanto caduto in via Marconi e spacciandolo per un tiglio di viale De Gaetano, accompagnandola con qualche immagine di tronchi cariati. Ha parlato genericamente di "diversi alberi malati", quando in realtà solo 5 o 6 su 35 lo erano davvero, e comunque ancora stabili, con più del 30% di tessuto sano, come indicato dalla letteratura scientifica.
2. Si è basata su una perizia superficiale, fondata su osservazioni visive e non su analisi strumentali. Una relazione che non indica chiaramente quali alberi fossero compromessi, che non proponeva alcuna alternativa di recupero, e che ha decretato con sorprendente leggerezza la rimozione totale degli alberi. Un intervento sproporzionato: come togliere tutti i denti (anche quelli sani) a un bambino per due carie, "così non ne avrà più".
3. Non ha commentato il paradosso più grave: quei pochi tigli davvero compromessi lo erano per via delle potature sbagliate effettuate negli anni passati. Potature ordinate proprio dalle amministrazioni di cui l'attuale sindaco era vicesindaco dal 2012.
4. Ha taciuto sul costo dell'operazione: ben 40.000 euro per abbattere 35 maestosi tigli e sostituirli con appena 27 arbusti di mirto. E lei, Assessore all'Ambiente Arbore, che sino a poche ore fa scriveva che "i social non sono il posto giusto dove spiegare", che ne pensa di un sindaco che affida tutto a un video di 90 secondi, postato su Facebook, per giustificare – a posteriori – l'abbattimento di alberi che stavano lì da 90 anni?
La cittadinanza merita rispetto, trasparenza e partecipazione. Non certo "benevolenze ai pochi in danno dei tanti", fatte con il favore delle tenebre, a suon di motosega e di scuse raffazzonate».