L'alfabeto secondo Dario Vergassola

Ieri sera il dialogo surreale a Levante con il regista Cosimo Damiano Damato

mercoledì 3 luglio 2019 06.00
A cura di Gianluca Battista
Dalla lettera B, come bar, alla lettera S, come suocera, fino ad arrivare alla Z di Zorro.

L'alfabeto come non lo avevate mai immaginato è quello di Dario Vergassola, ieri sera mattatore del talk a due voci con il regista e sceneggiatore Cosimo Damiano Damato in un piazzale Aeronautica Militare nuovamente pieno a due giorni dalla visita di John Turturro e finalmente restituito alla sua vera vocazione, quella culturale.

Il comico spezzino, che in giornata aveva registrato una puntata del programma da lui condotto per Sky Arte, "Sei in un Paese meraviglioso", è stato ospite del Luce Music Festival. Approdi Musicali, la cui tappa è stata inserita nel vasto cartellone dell'Estate Giovinazzese approntato dall'Assessorato alla Cultura guidato da Cristina Piscitelli.

Vergassola ha intrattenuto da par suo il pubblico giovinazzese, snocciolando una serie di situazioni comiche, al limite del grottesco, forse del surreale, ripercorrendo il suo personalissimo alfabeto. E così è capitato che un bar di La Spezia si sia trasformato in una sorta di reparto di neuropsichiatria, in cui i pazienti erano tutti amici del comico ligure, mentre sua madre è stata dipinta geneticamente e inconsapevolmente maestra d'arte del figlio. Inutile parlare di suocere con lui che le vedrebbe bene in un'urna cineraria, mentre non dovreste mai invitarlo a raccontare di quella volta, a 28 anni, in cui si vestì da Zorro e sfrecciò in motorino nel centro della sua città.

I racconti di Dario Vergassola, anche quando sono stati velati da una certa serietà e da uno spessore culturale, hanno finito per essere interrotti da battute fulminanti, tutte dissacranti, anche quando si è parlato di morte. La battuta è lo Spannung a cui si arriva dopo un'attesa giocata tutta su un linguaggio rapido e condito da intermezzi già di per sé esilaranti.

Il giullare ligure ha saputo ancora una volta essere grande intrattenitore, autoironico fino al midollo, ficcante quando ha accennato alle vicende politiche del Paese, ma anche capace di mettere a nudo le sue paure, la sua ipocondria congenita e farne risorse infinite per il suo repertorio.

Levante ha vissuto ieri sera un'altra serata di spessore, sebbene improntata al sorriso. Si replica domenica 7 luglio, quando sarà ospite dell'Estate Giovinazzese il bitontino Michele Mirabella alle ore 19.00 e poi a seguire ci sarà il musical "Il gobbo di Notre Dame" messo in scena dall'Associazione Garbo Teatrale.