Giovinazzo da sballo: il mercato della droga vale oltre 1 milione di euro

La relazione del criminologo Mortellaro illustrata ieri in sala San Felice. C’era anche il sindaco Depalma

domenica 4 febbraio 2018 21.35
A cura di Nicola Miccione
È un mercato che "tira", quelle delle droghe a Giovinazzo con un utile composto da cifre a sei zeri: 1.250.000 euro secondo i dati diffusi ieri sera, in sala San Felice, dal criminologo Domenico Mortellaro, introdotto da Savino Alberto Rucci e Mino Ciocia, nel corso dell'incontro "Sicurezza? Da chi e per chi".

Sono dati impressionanti che riguardano il solo giro d'affari dell'industria della droga, dalla cocaina sino all'hashish, alla marijuana e all'eroina. Un business concentrato in una Giovinazzo «in cui – ha riavvolto il nastro Mortellaro – nel corso degli anni '90 è venuto meno il business incontrollato dei rifiuti» grazie al quale «nelle nostre campagne sono stati smaltiti rifiuti non proprio conformi a quelli che venivano dichiarati» e quello del contrabbando di sigarette.

Nell'ambito dello storico processo alla criminalità barese denominato ''Borgo Antico" sugli affari illeciti del clan Capriati di Bari (nel 2004 i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari eseguirono ben 36 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Corte di Assise di Bari, nda), «le spiagge territoriali dei tabacchi lavorati esteri della famiglia Capriati – ha ricordato il criminologo giovinazzese – erano proprio quelle della nostra cittadina».

Stroncato il traffico illegale di sigarette, (e quella che portò alla sconfitta del contrabbando delle sigarette in Puglia fu una grande vittoria dello Stato contro un fenomeno che aveva raggiunto una dimensione intollerabile, di autentico allarme sociale, nda) gli ex contrabbandieri di sigarette si sono riciclati nel traffico di sostanze stupefacenti che in una piccola piazza come Giovinazzo produce annualmente un utile pari ad 1.250.000 euro.

Sui temi di strettissima attualità, Mortellaro ha evidenziato il fenomeno degli incendi d'auto, «un reato difficile da individuare» ed in cui preoccupa la mentalità diffusa del dispetto (piccole beghe tra privati, più spesso di quanto si pensi, finiscono con lo sfociare in queste ritorsioni) e delle rapine, «che avvengono – ha spiegato – perché non c'è più nessuno che fa la voce grossa». Insomma, sono lontani gli anni in cui non succedeva niente.

Niente di niente, né rapine, né furti, né roghi: niente di tutto quello che riempiva le cronache. Tranquillità assoluta. Che oggi non c'è perché qualcuno sta cercando di allungare i propri tentacoli su Giovinazzo. Come difendersi da ciò? «Facendo appello alla socialità ed alla vivibilità illuminando in maniera ottimale l'intero paese ed intrecciando il sistema integrato di videosorveglianza comunale con le telecamere dei privati cittadini», le proposte di Mortellaro.

«La soluzione non è quella di militarizzare i nostri centri urbani ed i loro obiettivi sensibili – ha detto Alessio Viola, autore di noir di successo ed editorialista del Corriere del Mezzogiorno – ma quella di creare un coordinamento più fattivo tra le forze dell'ordine presenti sul campo e di lavorare sul sociale. Dobbiamo dare delle risposte immediate che abbiano un forte impatto, che aumentino la percezione di sicurezza dei cittadini».

In questo senso tra pochi mesi entrerà in funzione la nuova rete wireless cittadina, che implementerà il sistema di videosorveglianza. Lo scopo, secondo il sindaco Tommaso Depalma, è quello di aumentare il livello di deterrenza: «Cableremo il paese - ha detto - con una rete in fibra ottica di proprietà comunale sulla quale si poggeranno le cinque nuove telecamere in grado di leggere le targhe dei veicoli, che verranno installate ai cinque ingressi di Giovinazzo».

Inoltre le telecamere comunali saranno collegate alle nuove, incrementando il totale degli apparecchi sul territorio. Gli effetti che l'amministrazione auspica sono in primis la prevenzione dei reati o quanto meno un effetto deterrente nei confronti di potenziali atti criminali.