Dimissioni Giangregorio e falle amministrative: PVA ironizza su Sollecito

Dagli oppositori: «È ancora possibile a Giovinazzo fare attività politica in piena libertà?»

venerdì 5 dicembre 2025
Stanno facendo rumore in queste ore le dimissioni da consigliere comunale del dott. Nicola Giangregorio. Eletto nelle fila di Giovinazzo Città del Sole, gruppo che fa riferimento al sindaco Michele Sollecito, il consigliere aveva deciso di passare all'opposizione sulla scorta di alcune convinzioni personali e dopo colloqui con altre parti politiche, che avevano giocato un ruolo determinante.
Ma un confronto serrato nella sera di martedì 2 dicembre, proprio col suo gruppo di provenienza e col sindaco in persona, lo hanno portato a rassegnare le dimissioni, protocollate l'indomani.
Sulla vicenda - su cui chiariremo nelle prossime giornate il quadro complessivo in cui è maturata a beneficio dei lettori - è tornata PrimaVera Alternativa e questo è il testo della "favoletta" raccontata via social con ironia per mettere in evidenza alcuni comportamenti di Sollecito e della sua maggioranza.

«C'era una volta a Giovinazzo un gruppo di consiglieri chiamato "Giovinazzo Città del Sole".
Eppure… ahiloro! Quel Sole, che un tempo brillava alto come un faro d'oro, da un po' non splendeva più: era coperto da nuvoloni grigi, carichi di mugugni e malcontento.
Il capo di quel gruppo, il Dottor Giangregorio non voleva più fare inchini al Sindaco della città.
"Così non va!" diceva tra sé, scuotendo il capo. "La città merita di meglio!"
E stanco di essere solo una comparsa nella grande recita del Palazzo, decise un giorno di dire basta!
Da allora, non mise più piede nella riunione dei Capi, la Conferenza dei Capigruppo… che infatti, senza di lui, smise di funzionare come un carro senza ruote, bloccando ogni decisione.
Il Sindaco, che si credeva astuto come il Cardinale Richelieu delle antiche cronache, vide in quel dissenso una minaccia mortale per il suo potere.
Così — zac! — convinse l'altro consigliere di Città del Sole a fare un gesto inaspettato: tradire il suo Capogruppo e fondare con un'altra consigliera un nuovo gruppo dal nome roboante "Nuova Giovinazzo Città del Sole".
"Oh, faremo ridere qualcuno," pensò il Sindaco, "ma almeno avremo zittito il buon Giangregorio!"
Ma Giangregorio, sentendosi colpito alle spalle, prese coraggio e annunciò a gran voce:
"Io passo subito all'Opposizione!"
Un fulmine! Un tuono!
La voce corse per i corridoi del palazzo come un vento impetuoso.
I ciambellani del Sindaco sbiancarono come lenzuola al sole, e lo stesso Sindaco, ancora convinto di essere Richelieu redivivo, decise di tentare un'ultima mossa, dura come pietra e fredda come una notte d'inverno.
Si racconta che allora partirono pressioni, sussurri, telefonate, "consigli" di amici e parenti, tutti diretti al povero Giangregorio.
"Dimettiti… è meglio così… evita guai… evita fango…"
E alla fine, il povero Dottore, stanco e amareggiato, cedette a quel ricatto: dopo poche ore dalla sua scelta coraggiosa, mandò una PEC con le sue dimissioni irrevocabili.
"Urrà!" festeggiò la maggioranza, danzando come folletti attorno al fuoco.
Il gruppo consiliare tornava a splendere… o almeno così pensavano.
Ma mentre nel palazzo si rideva e si cantava, la città di Giovinazzo veniva avvolta da un manto di nere nubi, più fitte che mai.
Perché le strade restavano rotte, le persone continuavano a sentirsi insicure, gli alberi seccavano, si pagava la TARI più alta della provincia e chiunque osasse criticare veniva guardato con sospetto, come un cavaliere che porta un drago nel mantello.
Lasciando la favola torniamo alla realtà.
Cosa di preciso sia accaduto martedì scorso non si sa.
Quel che è certo è che, proprio quando avrebbe potuto riscattarsi e ripartire, Giangregorio ha scelto la via più radicale: le dimissioni.
Un consigliere si è dimesso dopo essere passato per poche ore all'opposizione, e a noi tutto ciò lascia un inquietante interrogativo: è ancora possibile a Giovinazzo fare attività politica in piena libertà?».