D1.1, la parola alla Corte Costituzionale. Tedeschi: «È una storia infinita»

Lo ha deciso la Corte di Appello di Bari sollevando una questione di legittimità

lunedì 8 giugno 2020 11.44
Sarà la Corte Costituzionale a stabilire se è legittima la confisca di 123 unità immobiliari, nella maggior parte dei casi villette a schiera, costruite nell'area D1.1, la zona artigianale di Giovinazzo, considerato che i reati sono ormai prescritti.

Lo hanno deciso, lo scorso 18 maggio, i giudici della Corte di Appello di Bari sollevando la questione di legittimità costituzionale nell'ambito del procedimento penale in corso nei confronti di 143 imputati, tra cui funzionari del Comune di Giovinazzo, tutti accusati di lottizzazione abusiva e già condannati in primo grado a pene comprese fra i 18 e i 2 mesi di arresto.

«La Corte ritiene - si legge nel provvedimento - che non meriti la sanzione della confisca l'anello debole e finale del meccanismo, rappresentato dai proprietari». Nel processo, inoltre, sono imputati anche costruttori, progettisti, direttori dei lavori e funzionari del Comune di Giovinazzo. Una «lunga catena di responsabilità» nella quale risulta «sproporzionata» e «inutilmente vessatoria ed eccessivamente gravosa la misura della confisca».

La parola passa adesso alla Corte Costituzionale a cui la Corte di Appello di Bari chiede di valutare la incostituzionalità dell'articolo del testo unico sull'edilizia. Ma cosa ne pensano gli avvocati giovinazzesi? Lo abbiamo chiesto - fra gli altri - al penalista e cassazionista Tiziano Tedeschi.

«Dalla lettura dell'ordinanza dei giudici di Appello di Bari - scrive il legale giovinazzese con il suo stile asciutto - emergono elementi interessanti e che meritano attenta disamina.

Di certo l'ordinanza apre uno spiraglio per le sorti dei malcapitati cittadini implicati nella vicenda giudiziaria, in effetti la Corte Costituzionale potrebbe ritenere, conformandosi all'orientamento della Gran Camera della Corte Europea, vessatoria ed eccessivamente gravosa la misura della confisca nei confronti di coloro i quali abbiano avuto "una lieve condotta colposa".

In ogni caso, nella citata ordinanza, nella parte motivazionale, viene effettuata una puntuale e precisa valutazione del profilo della colpa, anche a carico dei soggetti acquirenti e sub-acquirenti dei lotti confiscati. Tale valutazione è manifestamente accusatoria: il Collegio si spinge inoltre a ritenere il concorso nel reato, di figure amministrative non presenti nell'impianto accusatorio.

Questo la dice lunga sulla ipotesi di reato, così come contestato, e quindi sulla sua eventuale insussistenza. Appare evidente che ci vuole ancora tempo per poter scrivere la parola fine su questa incresciosa vicenda che ha coinvolto tutta la nostra comunità.

Ora non possiamo che attendere per poi valutare le eventuali azioni da intraprendere a tutela dei diritti dei nostri assistiti, non ultima l'azione risarcitoria».