Codice Etico differenziata, la controreplica dell'Osservatorio

Una nuova nota pone altri interrogativi

venerdì 17 marzo 2017 05.10
Un Codice Etico sulla raccolta differenziata, sull'intero ciclo dei rifiuti, sulle assunzioni ad esso legate. Di questo si era occupato l'Osservatorio per la Legalità e per la difesa del Bene Comune, che aveva invitato amministratori ed azienda gestore dell'appalto a sottoscriverlo formalmente.

Da Palazzo di Città è giunta risposta puntuale (che vi pubblichiamo in altro articolo) sulla richiesta, ma l'Osservatorio ha voluto controreplicare, ponendo nuovi interrogativi. Ecco la lettera integrale giuntaci in redazione.

«Ringraziamo l'Amministrazione comunale per la risposta al nostro invito a sottoscrivere un Codice Etico sulle assunzioni per la raccolta differenziata, che ci ha fatto pervenire con nota prot. n. 4974 del 9 marzo 2017. Prendiamo atto dell'esistenza dall'aprile 2012 di un protocollo d'intesa con la Prefettura di Bari in forza del quale l'Amministrazione si dice impossibilitata ad aderire alla iniziativa proposta, non riconoscendo che la stessa, come avevamo spiegato, aveva soprattutto un "valore altamente simbolico per dare un segnale alla cittadinanza di grande attenzione istituzionale al problema della legalità nel nostro paese".

Ogni giorno, del resto, le inchieste giudiziarie testimoniano come protocolli, leggi e normative non bastano da soli ad arginare il malaffare. Riteniamo che si sia persa una importante occasione di crescita comunitaria nel segno della Legalità.

Ugualmente perplessi ci lascia la lettura della parte finale della nota, dove apprendiamo che il Sindaco, a salvaguardia della trasparenza e neutralità, così dice, farà pervenire all'impresa affidataria del servizio di raccolta rifiuti i curricula spontaneamente presentati, nel periodo da gennaio al 9 marzo, da 60 persone interessate ad ottenere un posto di lavoro. Poiché non abbiamo notato alcun avviso pubblico di invito a presentare curriculum al Comune, men che meno legato alla possibilità di assunzione presso la suddetta impresa, ci chiediamo:

- Come è stato possibile che in poco più di due mesi ben 60 cittadini abbiano inoltrato il proprio curriculum al Comune? Hanno questi ricevuto informazioni per vie brevi, che altri cittadini non hanno potuto ottenere?
-Perché un'informazione così importante non è stata invece resa pubblica, così da permettere ad un più ampio numero di cittadini di poter presentare il proprio curriculum e concorrere alla selezione?
-Ed ancora: su quale base giuridica il Sindaco presenta curricula dei propri cittadini ad una azienda privata (seppur compensata con fondi di provenienza pubblica) senza che questa operazione rischi di apparire come un tentativo di ingerenza nell'attività del privato e di suscitare sospetti clientelari?

È l'esistenza di questi dubbi che ci convince sempre più che la sottoscrizione di un Codice Etico non sarebbe stata forse del tutto sbagliata».